di Ciuenlai
“Sono poche le cose di cui puoi essere sicuro” diceva Cartesio. Una di queste è che la Provincia di Terni è una “ridotta” ormai vicina alla resa. Eppure i nostri governanti continuano a sprecare un sacco di energie e di tempo su questa “mission impossibile”. Sarebbe forse meglio impiegarle su questioni molto più decisive ed importanti (crisi economica, ridimensionamento dell’Università, conti in rosso delle aziende pubbliche ecc.) sulle quali non vedo la stessa mobilitazione. Comunque vada (e ormai sembra andata) bisogna prendere atto che si è aperta una nuova stagione. Può piacere o no, ma occorre ragionare con la realtà dei fatti e smetterla di fare della sterile propaganda campanilistica. E allora per la serie “non tutti i mali vengono per nuocere”, la nostra classe dirigente si potrebbe attrezzare sul serio, per disegnare, su questa base, una nuova Umbria. Predisponendola anche a sopravvivere ad eventi, ancora più traumatici come l’avvento delle macroregioni. In questo quadro, continuare a fare “presunte “riforme a “tozzi e bocconi”, è un esercizio che può provocare anche diversi danni. Prendendo atto della nuova situazione occorrerebbe invece aprire una stagione nuova, costituente, per giungere ad una proposta unica di riorganizzazione istituzionale e amministrativa. Tempi lunghi? No! Molto lavoro è stato già fatto, molte cose vanno solo aggiustate. Si deve solo assemblare un progetto con riferimenti generali. Provincia (o province), Ati, Asl, Aziende ospedaliere, Atc ecc. dovrebbero essere incastrate in un disegno unitario di Governo. Quello che guarda ai servizi, che razionalizza risorse e personale, che elimina sprechi e sovrapposizioni, che libera risorse per lo sviluppo dei settori che verranno indicati come prioritari (ne butta la uno; il turismo…). Quello che riesce anche a distribuire equamente i compiti di direzione nel territorio. Che cosa ci vuole per farlo? Un po’ di lungimiranza e qualcuno che osi guardare lontano “oltre i confini del giardino”. Merce rara da queste parti