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Nelle ultime settimane, successivamente all'apporvazione del "decreto Ronchi" si è riaccesa la discussione sul tema del servizio idrico ed è partita una campagna referendaria per chiedere l'abrogazione di una serie di norme in materia, appunto, di gestione del servizio idrico.
Personalmente, ritengo il tema molto molto complesso e le risposte non possono essre semplici slogan, per quanto proclamati con la massima buona fede.
Inoltre, dato che "Extra ecclesia nulla salus", mi sento di condividere in pieno il documento del PD Toscano in materia, documento che riporto qui di seguito perchè mi pare inquadri bene il problema.
Il testo del documento è il frutto di una serie di incontri fra la Segreteria Regionale, il Gruppo Consiliare Toscana, il Partito Nazionale e operatori del settore.
Spero sia utile per favorire una discussione seria e approfondita.
Fra i commenti, trovate invece un piccolo vademecum, sempre sull'acqua, redatto dalla Cisple Toscana. Molto utile anche quello.
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Documento del Pd della Toscana sull'acqua
“Far avanzare il 'modello toscano'. L'acqua come risorsa pubblica”
· no alla privatizzazione degli impianti e del servizio idrico.
· no al ritorno ad una gestione comunale frammentata ed inefficiente con tariffe differenziate ed investimenti a rischio.
· sì al sistema toscano con proprietà, con programmazione e controllo saldamente in mano alle istituzioni pubbliche, con una gestione industriale ed efficiente del servizio.
L'acqua è un bene pubblico e tale deve rimanere. È una risorsa essenziale ed insostituibile per la vita, che necessita di essere gestita rispettando i principi di equità e di solidarietà, nonchè di sostenibilità ambientale a garanzia dell'uso per le future generazioni.
In questo senso, il Pd della Toscana condivide e sostiene la ferma opposizione espressa dai nostri gruppi parlamentari alle norme che il governo ha fatto approvare attraverso l’ennesimo voto di fiducia e che spingono di fatto verso una privatizzazione forzata, portando al rischio di monopoli privati nelle mani di poche grandi aziende spesso del tutto estranee ai contesti territoriali in cui viene svolto il servizio.
Tale contesto ha originato un reale disorientamento che ha spinto molti a sottoscrivere i quesiti referendari per abrogare parti di questa legge, con l’obiettivo di manifestare insofferenza e contrarietà alle posizioni del governo.
Tuttavia dobbiamo uscire da una doppia ideologia - pubblicistica o privatistica - concentrandosi sulle reali necessità dei cittadini: rete efficiente, acqua di qualità, costi equi.
Per questo il PD Toscano condivide i contenuti posti dal primo quesito referendario, coerentemente con la battaglia parlamentare contro l’ideologia della privatizzazione della gestione del servizio.
Sugli altri due quesiti occorre chiarezza nel dire che sono il frutto di un’impostazione ideologica e si pongono in contrasto con le scelte fatte in Toscana in questi anni. La cosiddetta ripubblicizzazione alla base del secondo quesito referendario, infatti prefigura il ritorno al passato, alle vecchie gestioni comunali in economia che tanto hanno dimostrato in quanto ad inefficienza e a impossibilità di realizzazione degli investimenti che sarebbero ancora maggiori in questa fase a causa dei limiti imposti dal patto di stabilità; ciò comporterebbe, insomma, un aggravio dei costi per i cittadini e per i Comuni, oltre ad una carenza di investimenti e di efficienza. Il ritorno a questa forma di gestione passerebbe, inoltre, attraverso la riacquisizione delle quote private procurando un forte indebitamento per i Comuni ed un conseguente aumento delle tariffe per effetto dell’allentamento della dimensione industriale che distoglierebbe fondi dagli investimenti necessari sulla rete (perdite acquedotti, fognature, impianti di depurazione).
E’ stato calcolato che per tale riacquisizione i comuni toscani dovrebbero sborsare centinaia di milioni di euro, oltre a pagare le penali per l’interruzione del contratto di servizio.
Vogliamo far pagare ai cittadini toscani questo costo?
Ecco perché i democratici toscani sostengono l’iniziativa del PD nazionale che si propone di raccogliere un milione di firme per un impianto di riforma che tenga conto di:
- un sistema di regolamentazione delle acque pubbliche che metta in ordine un sistema sul presupposto di base minimo tariffe
- massima efficienza senza che questo rapporto sia lasciato alla soggettività del privato;
- riassetto delle infrastrutture;
- gestione di ogni singola parte del circuito.
Il 'modello toscano', che vede aziende di gestione a maggioranza pubblica, con partner industriali partecipati da soggetti privati, costituisce una buona base che può essere migliorata ma che già garantisce un livello importante di investimenti e di adeguamento del servizio idrico integrato.
Nel ribadire la nostra contrarietà alle posizioni ideologiche per la privatizzazione espresse dal Governo, riteniamo che il modello con l'integrazione pubblico – privato nella gestione del servizio, ispirato a criteri di efficienza ed efficacia, sia quello più adeguato a rafforzare la capacità pubblica di regolazione e mantenere la proprietà pubblica dell’acqua e degli impianti.
Ecco perchè occorre rilanciare il modello toscano con una legge regionale del settore imperniata su alcuni punti chiari.
- Controllo e programmazione in ambito regionale con il coinvolgimento e la presenza dei territori nelle scelte, attraverso la costituizione di un soggetto unico toscano anche come superamento degli attuali ATO.
- Innovazione e crescita del profilo industriale del settore idrico toscano rispetto al quadro attuale anche attraverso la presenza di privati, comunque in posizione di minoranza, per conferire know-how e rafforzare gli investimenti
- Un forte programma di investimenti aggiuntivo rispetto ai piani di ambito approvati, per rispondere alle esigenze della dotazione infrastrutturale del servizio idrico integrato.
- Una forte regolazione che consenta di definire standard di servizi, verificare i risultati rispetto agli obiettivi posti, per una gestione improntata a criteri di efficienza ed efficacia.
- Un quadro normativo chiaro ed un sistema che permetta una maggiore semplificazione rispetto a quello attuale consentendo modalità di intervento più rapide e procedure semplificate per l’attuazione degli investimenti.
- Una tariffa come corrispettivo del servizio idrico integrato, che tenga conto della tariffa sociale con agevolazioni a determinate fasce di reddito ed ai nuclei familiari bisognosi.
- Metodi di gestione, costante campagna di sensibilizzazione, rivolti alla necessità di un maggior risparmio idrico, considerando l'acqua come risorsa limitata e quindi la necessità di una maggiore attenzione alle ricadute ambientali nel suo utilizzo
- Forme innovative di reale controllo sulla qualità ed il costo del servizio da parte del cittadino utente e azioni che prevedano anche forme di rimborso da parte del gestore in caso di inadempimenti
Partito Democratico - Unione regionale della Toscana
Gruppo consiliare Partito Democratico - Regione Toscana
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