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Rilanciare il modello economico della Serie A? Un lettore ci ha scritto e …

Creato il 21 dicembre 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato
Abbiamo ricevuto via mail un interessante contributo di un nostro lettore, Marco, che l'altro giorno ci ha fatto pervenire una serie di idee su possibili iniziative che possano andare a rivitalizzare il modello economico del calcio italiano, con l'obiettivo di migliorarne le performance economiche. Alcuni degli spunti sono decisamente originali, forse a prima vista difficili da mettere in pratica. Però dobbiamo riconoscere che le idee sono molto intriganti e se vi interessa ci piacerebbe ricevere vostri commenti e/o contributi in merito.

Da qualche anno le nostre squadre non sono più in grado di reggere il passo delle formazioni straniere nelle competizioni internazionali, mancano " i daneè " come si dice nel gergo meneghino, o meglio, i costi del Calcio sono diventati così elevati da essere oramai fuori portata per le nostre società calcistiche. Non si incassa abbastanza dai quattro filoni portanti (diritti televisivi, incassi da stadio, merchandising, sponsor) che reggono la parte economica del mondo del pallone per poter reggere il confronto con le realtà di oltrefrontiera ed è questa in sostanza la vera ragione che ci vede a far da spettatori alle vittorie altrui.

Si può cambiare questa tendenza? Io credo di si, a patto che si cominci a pensare in maniera meno convenzionale alla risoluzione dei problemi che affliggono il nostro mondo del pallone.

Un merchandising "sfidante"?

Prendiamo ad esempio il Merchandising. Noi italiani siamo un popolo di individualisti, si guarda prima al nostro particolare che all'interesse generale e non deve quindi stupire che si preferisca prendere la maglietta, il gagliardetto, la bandiera ed altro della squadra del cuore sulla bancarella degli ambulanti invece che la stessa merce messa in vendita negli store ufficiali ad un prezzo più alto. Inutile fare appello allo spirito di corpo all'attaccamento alla maglia, all'estero funziona da noi no, in Italia per quanto riguarda il merchandising sportivo bisogna essere realisti: al tifoso italico bisogna dare qualche motivo di sostanza per convincerlo a preferire la maglietta ufficiale invece di quella che appartiene all'economia sommersa, e ritengo che un modo per coniugare l'utile al dilettevole è proporre ai sostenitore-acquirente un patto di questo genere: io società di Calcio per cui tu tifi il 50% dei ricavi dei gadget che comprerai lo incamererò immediatamente, la restante metà solo nel caso raggiungerò dei determinati risultati sportivi, in caso contrario l'incasso sarà posticipato alla stagione successiva sempre alla condizione del raggiungimento di obiettivi importanti.

Logicamente ogni squadra avrà un target diverso per stabilire questi parametri , per il Milan ad esempio l'asticella sarà costituita dallo Scudetto, da una vittoria in una competizione internazionale, dalla Coppa Italia, dalla qualificazione in Champions in prima battuta, alla Lazio potrebbe bastare come parametro qualificarsi per l'Europa League. Con queste premesse il tifoso sarebbe posto davanti al dubbio amletico: ingrasso l'economia sommersa oppure mi butto sui gadget ufficiali sapendo di avere in mano un mezzo concreto per stimolare la squadra per cui tifo a cercare di puntare seriamente agli obiettivi che contano veramente?

Il tifoso filisteo continuerà credo a preferire la bancarella, convinto che i presidenti di Calcio debbano essere dei Babbi Natali, il sostenitore illuminato invece potrebbe trovare conveniente un patto del genere.

Cambiare le logiche degli sponsor

Ogni tanto per diletto leggo articoli che trattano le fonti d'entrata economiche delle grandi squadre straniere, reggiamo il passo solo alla voce dei diritti televisivi che rappresentano per le nostre società di Calcio il principale cespite economico, per quanto concerne gli sponsor siamo molto distanti da quanto incassano Real Madrid o Bayern Monaco, addirittura squadre come la Roma non hanno trovato finora qualcuno che voglia comparire sulle maglie giallorosse. Negli altri sport di squadre le sponsorizzazioni funzionano perché il marchio da il nome alla formazione che scende in campo, ancora oggi ci si ricorda dell'Ignis Varese di Basket o della Panini Modena della Pallavolo, alzi la mano ad esempio chi si ricorda chi sponsorizzava l'Inter prima della Pirelli.

Si potrebbe dare maggior visibilità nel Calcio agli sponsor che vogliono comparire sulle magliette ricorrendo all'escamotage di raddoppiare i pretendenti che vogliono usare questo strumento di comunicazione pubblicitaria, si potrebbe ricorrere al sorteggio nel girone d'andata per definire partita per partita quale sponsor avrà il diritto di comparire sulla maglia (nelle partite di ritorno il diritto andrà in automatico al concorrente) oppure stabilire delle gerarchie per squadre e dividersi equamente il diritto di apparire sulle magliette. Prendiamo la Juventus: uno sponsor potrebbe assicurarsi le partite con il Milan l'altro con l'Inter, per poter creare più curiosità, l'ordine di comparizione potrebbe essere tenuto segreto fino alla vigilia delle partite.

Gli sponsor dovrebbero entrare anche nell'idea di creare dei premi a vincere di grossa entità come ritorno per far pubblicità al proprio marchio. Questo varrebbe solo in casi particolari: la conquista della Champions per le tre nostre grandi squadre Milan, Juventus, Inter, lo Scudetto per squadre come Roma, Napoli, Lazio, Fiorentina. Prendiamo la Juventus che è il caso più emblematico, se l'attuale sponsor promettesse un premio di 50 o 100 milioni, valido per solo per la durata temporale del suo contratto di sponsorizzazione, in caso di conquista della Champions di quanto aumenterebbe il suo grado di conoscibilità presso l'opinione pubblica? Direi enormemente e tenuto conto della maggiore difficoltà della Juventus a vincere la più importante competizione europea per club sarebbe un investimento dal costo praticamente nullo, o meglio dal momento che è un guanto di sfida la Vecchia Signora per accettarlo potrebbe chiedere un aumento del canone della sponsorizzazione .

Variare il format del campionato per massimizzare i diritti tv

Per quanto riguarda gli emolumenti ricevuti dalle squadre di Calcio per la messa in onda delle partite in televisione, la formula del Campionato andrebbe rivista per poter garantire ai network televisivi un prodotto più avvincente: un torneo a venti squadre con la classica formula dell'andata e del ritorno ad un certo punto della competizione offre degli incontri di Calcio tra formazioni che hanno motivazioni così diverse da essere giocati solo per questioni di formalità.

Una formula più accattivante di quella attuale non credo poi sia cosi difficile da illustrare, venti squadre sono troppe, ma dal momento che nessuno vuol sentire parlare di riduzione a 18 o sedici squadre per non patire depauperamenti economici, restino pure due decine di formazioni in serie A ma facciamo sparire i girone di ritorno come adesso lo si disputa.

In sostanza si potrebbe agire in questa maniera: girone d'andata tradizionale, alla fine del quale le prime dieci classificate disputeranno un minicampionato tra di loro di andate e ritorno in cui si assegneranno lo Scudetto e i posti in Champions, le seconde dieci classificate giocheranno un minicampionato di andata e ritorno per la salvezza e per lo spareggio per i posti di Europa League(lottare solo per la salvezza renderebbe troppo minore questo secondo minitorneo), le prime due classificate di questo secondo girone giocheranno uno spareggio per andare in Europa League con le due squadre del primo girone che sono arrivate alle spalle delle formazioni che si sono qualificate per la Champions e nel giocare questi due minicampionati non si partirà da zero ma dai punti ottenuti nel girone d'andata tradizionale.

In un formula di Campionato di questo tipo avremmo sulla carta la possibilità di vedere tre Derby di Milano, tre Juventus-Roma, tre Napoli-Inter, cosa che per le televisioni sarebbe indubbiamente un piatto più appetitoso rispetto a quello attuale; di conseguenza potrebbero allargare i cordoni della borsa con maggior prodigalità quando si tratterà di sedersi di nuovo al tavolo delle trattative per il rinnovo dei contratti dei diritti televisivi .

Con una formula di Campionato di questo tipo si avrebbe anche un aumento degli spettatori negli stadi per la lievitazione delle partite di cartello nel momento della stagione agonistica che vira prepotentemente verso la primavera, stagione più propizia per recarsi negli impianti sportivi con l'unica controindicazione per una formula di questo genere costituita da un maggior impegno psicofisico da parte dei calciatori per l'aumento degli incontri di cartello.

Più partite importanti aumenteranno la voce, incassi da stadio, oggi vistosamente in diminuzione per colpa delle dirette televisive di tutte le partite di Campionato e la diluizione di esse su più giorni per la loro disputa.

Nuovi stadi? Mah ..

Si invocano nuovi stadi per ovviare al processo di desertificazione in atto sugli spalti dei nostri impianti sportivi, ma quanto costerebbe una soluzione del genere? E poi saremmo sicuri di sradicare i tifosi dai loro salotti, spaparanzati sul divano davanti alla tv con la prerogativa di avere di avere migliori servizi igienici e poltroncine più comode negli stadi? Sono molto dubbioso in merito.

Per riportare di nuovo negli stadi i tifosi in maniera economica bisognerebbe entrare in un'ottica che fa a pugni con l'attuale modo d'intendere l'assegnazione dei punti in classifica legato ai risultati delle partite, ma di fronte a questi malinconici vuoti che presentano i nostri stadi nelle partite di Campionato si potrebbe fare di necessità virtù ed arrivare ad assegnare un punteggio maggiore in caso di vittoria nelle partite casalinghe a patto che si superi del 50 % la presenza nello stadio rispetto alla media spettatori generale tenuta nella stagione precedente. All'inizio un simile escamotage potrebbe creare qualche scompenso in classifica dal momento che la media-spettatori di molte squadre è sottodimensionata rispetto agli stadi dove giocano ma con il tempo diverrà sempre più difficile avere un incremento del 50 % degli occupanti paganti dello stadio per avere il bonus di un punto in più in caso di una vittoria casalinga. In questo momento storico solo la Juventus potrebbe essere contraria ad un simile escamotage per aumentare gli spettatori negli stadi per via dell'impianto mignon dove gioca, per tutte le altre, grandi. medie e piccole squadre sarebbe uno strumento utile per poter far leva sul tornaconto dei tifosi a recarsi di nuovo allo stadio. Con un simile escamotage si fa violenza al modo come si è concepito finora l'etica riguardo ai risultati delle partite di Calcio, ma di fronte al danno economico e la tristezza esistenziale che offrono oggi gli stadi semideserti della nostra serie A nelle partite di Campionato in fatto di etica si potrebbe chiudere un occhio e lasciare campo libero ad una scorciatoia che potrebbe per convenienza di classifica far accorrere qualche tifoso in più allo stadio.


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