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Rimanere in vita grazie a Facebook

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

facebookLa morte fa paura, non possiamo pensare che una persona ci abbia lasciati per sempre, che non la rivedremo mai più.
Vogliamo credere che si sia solo spostata, che sia andata in cielo e questo pensiero ci aiuta a rimanere in “contatto” con lei.
Così quando sono stata informata della scomparsa di Paolo ho pensato che non fosse vero, ho detto “No, non è possibile”, e la prima cosa che mi è venuta in mente di fare è stata andare sul suo profilo di Facebook, come se una persona fosse morta davvero solo se lo dice Facebook, e solo allora ci puoi credere, e puoi iniziare a piangerla.

“Buon viaggio”, “Era presto per andare via”, “Arrivederci”, “Sarai sempre nel mio cuore”, “Che tu possa correre libero sui tuoi pattini”. Ora è reale. Paolo se n’è andato davvero. Ma se sei sul suo profilo e gli puoi scrivere “buon viaggio” è quasi come se non fosse successo nulla e tu potessi ancora parlare con lui, perché paradossalmente la morte su Facebook non può esistere. Per chiudere un amore o un’amicizia la si elimina da Facebook, come puoi essere morto davvero se continua ad esistere il tuo account?
E la linea di demarcazione si fa sottile: possiamo morire pur essendo in vita, ritirandoci dal mondo come ha fatto Salinger, oppure possiamo sopravvivere da morti attraverso un profilo ancora aperto.

“All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?” si chiedeva Foscolo.
Oggi l’unico modo per rendere una perdita meno terribile, per mantenere il contatto con una persona, è il suo profilo di Facebook, sempre vivo e sempre collegato al nostro.

Ciao Paolo, grazie per avermi accompagnata fino a qui.


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