Camminando lungo un viale del cimitero, vide che poco lontano stavano seppellendo qualcuno. Il cerimoniere aveva le braccia piene di fiori e li distribuiva a uno a uno ai familiari e agli amici. Fecero un lungo giro intorno a molti monumenti prima di arrivare a una fossa da cui era stata tolta la pietra tombale. Sabina si chinò sopra, la fossa era molto profonda. Lasciò cadere il fiore che scese in piccole spirali e si posò sulla bara. Tombe così profonde in Boemia non ce ne sono. A Parigi le tombe sono tanto profonde quanto le case sono alte. Lo sguardo le cadde sulla pietra tombale, poggiata a lato della fossa. Quella pietra le mise paura e si affrettò a tornare a casa.
Tutto il giorno stette a pensare a quella pietra. Perché l’aveva spaventata tanto?
Si rispose in questo modo: Se una tomba è coperta da una pietra, il morto non potrà più uscire.
Ma se il morto non uscirà comunque! Non è la stessa cosa se è coperto dalla terra o da una pietra?
No, non è la stessa cosa: se chiudiamo la tomba con una pietra, vuol dire che non vogliamo che il morto ritorni. La pietra pesante dice al morto: “Rimani lì dove sei!”.
(Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere)