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Seconda parte
La parte più solenne, romana del Tempio, è la parte esterna destra con le urne sepolcrali .
Sono sette i sarcofagi che si vedono nella fiancata destra (l'altra parte non ha tombe) sono dedicati ad onorare la memoria di illustri poeti, filosofi e scienziati.
II terzo è il sarcofago di Giorgio Gemisto Pletone (1355-1450), filosofo bizantino. Venne a Firenze nel 1439 in occasione del Concilio per l'unione della Chiesa latina con quella greca. In questa città formò alla corte di Firenze, di Cosimo de Medici, il primo nucleo dell'Accademia Platonica. Pubblicò in Italia l'opera "Sulla differenza della filosofia platonica ed aristotelica". Mori a Mistrà nella Laconia. Sigismondo, quando fu a combattere i Turchi in Morea, ne rintracciò le ossa e le fece trasportare a Rimini.
Sigismondo questo grande riminese, legato anche alle sponde di oriente, pare che nel Tempio riminese abbia voluto manifestare la sua filosofia, il suo senso della vita, basata sulle idee di Pletone a tal punto che il grande filosofo ha la sua tomba qui a Rimini.
All' interno del Tempio vi è un affresco di Piero della Francesca, che lo dipinse attorno al 1450, rappresenta Sigismondo Malatesta ( 1417/1468) inginocchiato davanti al suo Santo omonimo: San Sigismondo.
Il Santo ha le fattezza di Sigismondo di Lussemburgo, l'imperatore che aveva fatto cavaliere il condottiero Malatesta legittimando così il suo potere su Rimini.
Nell'affresco appaiono anche due cani: nella metafora dell'opera, quello bianco indica la fedeltà mentre quello nero presuppone la vigilanza.
Piero della Francesca è anche l'autore della "Flagellazione", tela che parla dei fatti che si svolsero proprio negli anni del soggiorno di Pletone in Italia, di quel fervore e della speranza di unire Occidente ad Oriente, ideale non raggiunto e che sarà la causa della caduta di Costantinopoli e della rottura fra le due Chiese, che permane ancora oggi.
Ravenna, la Romagna è la terra dove ogni cinque anni si tenta un dialogo, dialogo che non va mai a buon fine, la parte orientale non dimentica i torti subiti.
Alla caduta di Costantinopoli (1451) il patriarca dirà: meglio essere conquistati dai mussulmani che dai cristiani occidentali.
Ma chi era Giorgio Gemisto Pletone?
foto : arche sepolcrali
foto: arca di Pletone
foto: affresco di Piero della Francesca
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