Inaugura questa sera, alle ore 18 per le autorità ed alle ore 19 per i curiosi, il rinato Auditorium Vivaldi di Torino. Una struttura esistente già dagli anni ’70, che però i torinesi hanno dimenticato e che è, col tempo, diventata una sala desueta, poco accessibile, inutilizzata.
E’ stato l’ex direttore della Biblioteca Nazionale (ci troviamo al numero 5/a di piazza Carlo Alberto, proprio di fianco all’ingresso aulico della biblioteca), Andrea De Pasquale, oggi trasferitosi a dirigere la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, a decidere nel 2013 di ripensare quello spazio, e di renderlo un centro per gli incontri culturali, musicali e non solo della Città: dedicato ai torinesi ed alla memoria di un capoluogo che è stato capitale e che dovrebbe essere riscoperto in ogni metro quadro del suo tessuto urbano.
Con l’aiuto della Compagnia di San Paolo, rappresentata alla presentazione dal presidente Luca Remmert e che ha contribuito complessivamente con 460 mila euro, lo spazio è stato «rinnovato tecnologicamente e strutturalmente, non solo dedicato alla musica ma con l’ambizione di diventare sede delle tante attività culturali che Torino sa offrire». Insieme alla Fondazione, un ruolo di rilievo e di grande passione è stato quello dell’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale, che per voce del generale Franco Cravarezza, presidente ha sottolineato l’orgoglio di aver «vinto una sfida non facile, per donare alla collettività na straordinaria risorsa culturale, valorizzata anche per il futuro».
Anche l’attuale direttore della Biblioteca, Guglielmo Bartoletti, tesse le lodi del suo predecessore De Pasquale, mantenendo una linea di perfetta continuità con la sua visione strategica a lungo termine. Ma al di là dei discorsi “istituzionali”, l’Auditorium si presenta effettivamente come una piccola perla in centro città, che vi raccontiamo in anteprima e che vale la pena di tornare a visitare spesso.
La struttura
Pienamente accessibile e con un’acustica perfetta, la sala principale dell’Auditorium può contenere fino a 198 posti mobili, ha un palco con tutta la tecnologia necessaria per spettacoli, concerti, proiezioni e presentazioni. Il soffitto, nero, mantiene un riferimento all’origine della struttura, con una simbolica “pioggia di stelle cadenti”, simile all’illuminazione originaria. Ma oltre alla sala, che si raggiunge attraversando una rampa semi-circolare di accesso diretto dalla piazza (precedentemente l’ingresso era interno alla Biblioteca, e limitava l’utilizzo della sala agli orari di quest’ultima) l’area culturale esprime potenzialità interessanti: un Atrio con Sala Storica e il rinnovato Ridotto dell’Auditorium, creano un’area di oltre duecento metri quadri, climatizzata ed attrezzata con teche per oggetti e libri preziosi, si propone di accogliere mostre, esposizioni ed eventi complementari: già il 19 e 20 settembre, questo fine settimana, l’Auditorium e l’area espositiva verrà sfruttata per accogliere le Giornate Europee del Patrimonio, rivolte al tema dell’Alimentazione.
L’atmosfera che si respira comunque è quella ovattata di uno spazio sospeso nel tempo: a cavallo tra il minimalismo contemporaneo delle architetture moderne, e la sensazione molto più classica di luoghi di cultura ricchi di storia, come il resto dell’edificio soprastante.
Ecco alcune foto, prima di proseguire con alcune curiosità e per descrivere gli obiettivi che si pone la Biblioteca Nazionale con questo nuovo strumento di avvicinamento ai cittadini.
Il Ridotto dell’Auditorium Vivaldi di Torino © Giovanni Vagnone – Retrò Online
Lo scorcio dell’Auditorium Vivaldi dall’ingresso © Giovanni Vagnone – Retrò Online
Curiosità
Una illuminante chiacchierata con l’ideatore del tutto, il dott. Andrea De Pasquale, ci ha fatto scoprire alcuni interessanti retroscena. A partire dal progetto, realizzato dall’Officina delle Idee di Diego Giachello, ma condiviso passo dopo passo con tutti gli attori coinvolti, corretto e rimodellato in base alla visione ed alle esigenze specifiche di committenti, utilizzatori finali ed esperti, fino ad arrivare allo stesso nome dell’Auditorium. Un’area specifica è infatti dedicata alla “Vivaldi House”, piccolo ma intenso spazio che ricorda ai cittadini torinesi una cosa che veramente in pochi sanno: gli spartiti originali del grande maestro, conosciuto e suonato in tutto il mondo, si trovano infatti, per una serie di vicissitudini storiche, proprio nella Biblioteca della nostra città.
Nonostante bastasse già questa curiosità a giustificare la vocazione musicale prevalente del luogo, il nome non è stato del tutto scontato. Lo stesso De Pasquale ci racconta: «In realtà un personaggio quasi dimenticato di Torino, ma di importanza mondiale indiscussa, avrebbe potuto vedersi intestare questa struttura». Un personaggio per cui l’ammirazione di De Pasquale è tangibile: «Viene ricordato solo da una piazza, ma molti torinesi non sanno neppure chi sia: Giambattista Bodoni.»
Per gli osservatori più attenti sarà comunque possibile riconoscere una sua presenza discreta nel nuovo auditorium, grazie alle opere artistiche di Enrico Benetta, giovane artista veneto internazionalmente noto proprio per le sculture e le installazioni a tema “caratteri bodoniani”. Ecco le sue opere “ScalArte” e “Origami“.
Origami di Enrico Benetta © Giovanni Vagnone – Retrò Online
ScalArte, opera di Enrico Benetta – © Giovanni Vagnone per Retrò Online
Visione e progetto
Risulta evidente che il nuovo Auditorium non è più un “accessorio vetusto” della biblioteca, ma nasce da una visione completamente rivoluzionata di uno spazio visto come vecchio e limitato a studenti e ricercatori. De Pasquale ci racconta come il ritorno della Biblioteca ad una fruibilità vera e culturale della cittadinanza sia insito nella stessa natura della biblioteca, dimenticata soprattutto nel periodo dal primo dopoguerra agli anni scorsi, ma che sta tornando: durante l’Ottocento, mentre gli europei colti si dedicavano ai Grand Tour in Italia, le Biblioteche erano anche spazi museali, che esponevano i loro pezzi migliori ed attraevano pubblico e interesse. Un ritorno in quella direzione, permette di far vivere edifici che altrimenti si svuotano di attrattiva se non per gli addetti ai lavori.
Ecco quindi il perché dell’accesso dall’esterno, direttamente dalla piazza, e l’idea di un intenso programma di eventi “aperti al grande pubblico” per un rilancio di immagine, i cui benefici saranno proprio a vantaggio di chi parteciperà, o di chi sfrutterà l’innovativa struttura. Ma, soprattutto, che riporterà al centro della cultura cittadina proprio la Biblioteca Nazionale.
Alcuni esempi del programma che ci attende, oltre al già ricordato appuntamento del 19 e 20 settembre, un primo ciclo di conferenze del “martedì” dal titolo “I Grandi della narrativa del ‘900″, in collaborazione con l’Università e con incontri su Pasolini, Borges, Mann e Camus.
Dal 29 settembre al 20 ottobre varie altre mostre, tra cui “Il Dante di Guttuso”, in collaborazione con la Fondazione Sapegno di Morgex, che aprirà il 1 ottobre per celebrare i 750 anni dell’autore della Divina Commedia: verranno esposte per l’occasione 18 copie rare della Divina Commedia, oltre a 23 opere del pittore siciliano commissionate da Alberto ed Arnoldo Mondadori per illustrare la commedia del Sommo poeta.
Insomma, Torino si arricchisce di una nuova offerta, rivolta proprio ai torinesi e vicina al loro cuore: non solo e sempre dedicata alla ricerca di turismo o al pubblico internazionale, che sono obiettivi nobili ed economicamente inevitabili, ma che facevano sentire noi un po’ più sabaudi troppo trascurati.
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