Diego Rivera, "Trasportatore di fiori" (1926)
Ho scambiato due piedi
e un ginocchio sbucciato
alla dogana dell’arte,
per un timbro sudicio
e un granello d’inchiostro.
Ora potrei affilare i vostri coltelli
con gli amori sbadigliati
dei vostri poeti ufficiali:
ma mi occorrono
barattoli di sangue finto
per certificare i vostri duelli
fatti di rasoi senza lame
e di piatta archeologia riscaldata.
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Nel cesto della biancheria
ruberò infine le mutande delle vostre muse:
ne farò mangime
per i miei pesci folli.