Psises ci teneva a ringraziare la professoressa Anna Oliverio Ferraris, per l’emozione, i contenuti, la curiosità e per tutto quello che ci ha regalato ieri con la sua presenza a Correggio.
Come richiesto da qualche partecipante vi riporto le riviste e i libri citati ieri durante la lettura del curriculum:
Riviste:
“La scuola dell’infanzia” “Vita scolastica” “Prometeo”.
Dirige la rivista bimestrale degli psicologi italiani “Psicologia contemporanea”.
Tra le pubblicazioni più recenti:
La sindrome Lolita. Perché i nostri figli crescono troppo in fretta. RCS 2008, BUR 2014
Chi manipola la tua mente. Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi. Giunti 2010
Padri alla riscossa. Crescere un figlio oggi, Giunti 2012
A piedi nudi nel verde: Giocare per imparare a vivere (con Albertina Oliverio), Giunti 2011
Conta su di me. Relazioni per crescere. Giunti 2013
Più forti delle avversità. Individui e organizzazioni resilienti (con Alberto Oliverio). Bollati Boringhieri, 2014
Tuo figlio e il sesso. Crescere figli equilibrati in un mondo con troppi stimoli. Rizzoli BUR, 2015
La professoressa ci ha anticipato e per ringraziare gli organizzatori, i partecipanti e le persone che per vari motivi non hanno potuto partecipare all’incontro inviando un suo recente articolo. Reciprocità una rara caratteristica delle relazioni. Grazie di tutto.
Anna Oliverio Ferraris
IL MONDO INTERIORE DELL’INFANZIA
Il bambino, al contrario dell’adulto, dà molta importanza al mondo non umano e lo dimostra con i suoi comportamenti. L’animismo è presente in tutta l’infanzia ma in particolare in età prescolare: il bambino anima i suoi peluche, le sue bambole, le sue automobiline, presta a questi oggetti delle intenzioni, delle sensazioni e dei sentimenti. Gli conferisce una vita psichica propria. Attribuisce una intenzionalità anche agli elementi naturali: il tuono ruggisce per spaventarci, il fuoco ha dei poteri magici, le nuvole ci guardano… In linea di massima è tutto l’ambiente del bambino che può essere animato: la casa è triste perché è rimasta sola durante le vacanze, l’orsacchiotto soffre se viene afferrato per il collo, il soprammobile si è buttato volutamente di sotto per rompersi. Questo animismo portato sugli oggetti materiali e naturali veicola le proiezioni del bambino, ossia il suo mondo interno verso l’esterno. Questi elementi possono diventare sia <<oggetti cattivi>>, persecutori e fobici, che <<oggetti buoni>>, rassicuranti, protettivi e controfobici.
Il bambino può dare a noi l’illusione di essere solo mentre in realtà interagisce con i suoi <<oggetti interni>>. Notte e giorno è accompagnato da questo ambiente non umano, alimentato dal suo pensiero magico. E’ così che a volte si spiega la sua paura della solitudine: più che di essere separato dalla figura di attaccamento, rassicurante, è il confronto con il suo mondo interno, proiettato sull’ambiente non umano, a spaventarlo. Quando arriva l’ora di dormire, quando i genitori lo lasciano solo nella sua stanza e spengono la luce, egli deve affrontare la prova di ritrovarsi solo in presenza del mondo non umano.
Ma il bambino non è certo privo di risorse. In questa situazione elabora delle strategie per riuscire ad essere solo e al buio in presenza del mondo non umano. Può, per esempio, “separare” le sue proiezioni investendo certi elementi dell’ambiente come oggetti controfobici: peluche, bambole, raggio di luce che entra dalla porta, coperta… Così facendo il bambino si sente protetto dai suoi oggetti “buoni” contro quelli “cattivi”. Ma può anche succedere che non si senta protetto dai suoi peluche dalle sue bambole e automobiline perché proietta le sue angosce su di esse, in questo caso la strategia è quella di porsi nella posizione di proteggerli attivando in sé stesso il suo oggetto buono interno per eccellenza – il suo genitore rassicurante – con cui si identifica nel proteggere i suoi peluche, bambole e macchinine.
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LA VITA DEGLI OGGETTI
<<L’elemento non umano dell’ambiente dell’uomo è uno dei costituenti più fondamentali della vita psichica. Sono convinto che l’individuo sente, consciamente o inconsciamente, una parentela con i non umani che lo circondano>>.
(H. F. Searls, The nonhuman environment in normal development and in schizophrenia, 1960)
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[da Scuola dell’infanzia, Marzo 2016]