Alla crescita rapida delle rinnovabili corrisponde una crescita rapida anche delle fonti fossili: l’energia verde, da vent’anni, rappresentare il 13% della produzione mondiale
L’energia green non sembra accennare ad una reale crescita: dopo un'accelerazione dalla metà degli anni '60 agli anni '90, le fonti pulite si sono fermate, e da una ventina d'anni continuano a rappresentare il 13% circa della produzione mondiale di energia. Come mai? Ad una crescita delle rinnovabili corrisponde anche una crescita delle fonti fossili. A fare il punto è uno studio di Roger Pielke, professore di scienze ambientali all'università del Colorado, che dati alla mano ha mostrato la stagnazione dell'energia green.
Mentre quindi si inaugurano parchi fotovoltaicied eolici, mentre si pensa che l’energia idroelettrica faccia registrare un incremento, in realtà, la crescita dell’uso di petrolio, gas e carbone vanificano tutto. Se dal 1965 al 1990 la quota delle fonti pulite, spinta dal nucleare, è raddoppiata, passando da meno del 6% al 12% dell'energia prodotta a livello globale, gli anni successivi hanno visto un brusco rallentamento. Nel 2011 le fonti pulite rappresentavano circa il 13% del totale, una percentuale identica al 1993.
‘Questa stagnazione fornisce ulteriore dimostrazione che le politiche impiegate per accelerare la decarbonizzazione dell'economia globale sono state in gran parte inefficaci’, afferma Pielke. ‘Il mondo si stava muovendo più velocemente verso la decarbonizzazione del suo mix energetico quando le politiche sul clima non erano ancora di moda’.