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rinunce e ricette

Creato il 07 giugno 2014 da Gaia

Non dovrei scomodare blog e lettori, che si aspettano che io non scriva, per una cosa che in fondo è di poco conto, però sono giorni che rimugino sulla vicenda della Spinelli e della lista Tsipras e siccome l’arrabbiatura non va via ho ceduto. Non so se qualcuno lo sa, ma pare proprio che alla fine Barbara Spinelli, la più votata della lista sia al Centro che al Sud, non rinuncerà al seggio – cosa che durante la campagna elettorale lei aveva promesso di fare. Questo di per sé non è un gran dramma per il mondo, con tutte le cose brutte che succedono, ma io trovo il fatto gravissimo e, come spesso accade, attraverso una cosa piccola si vedono problemi ben più grossi che ci stanno dietro.

È gravissimo, ora l’ho capito, candidarsi promettendo di rinunciare al seggio. Non ha nessuno senso e comunque, anche se si è stati chiari, si rischia di creare situazioni come quella a cui stiamo assistendo, in cui la gente ti vota comunque e tu non sai cosa fare. È grave anche votare chi ha promesso di ritirarsi: se cambia idea, avremo votato un voltagabbana, se rifiuta, sprecato un voto. Inoltre ora sappiamo quante persone vogliono la Spinelli, ma non sappiamo quante persone hanno votato la lista sicuri che lei non sarebbe andata comunque e come questo ha influenzato il risultato. Io mi sento truffata. Ho anche notato che i più votati della lista Tsipras sono stati spesso giornalisti, scrittori, attori, insomma personaggi dello spettacolo. Se anche in quella che dovrebbe essere la sinistra-sinistra (e comunque non lo è) le candidature mediatiche sono quelle che tirano di più, allora siamo a posto. Io personalmente ho guardato programmi e biografie dei candidati della mia circoscrizione, e quello che mi ha convinto di più o perplesso di meno è stato questo qui.

Un altro fatto molto grave è che la Spinelli, che sicuramente ha preso tutti quei voti anche per meriti suoi, ma meriti non politici, sembra ora essere tanto desiderata a Strasburgo solo perché è una “figlia di”. Nel suo caso di Altiero Spinelli, “padre nobile del fede­ra­li­smo euro­peo cui è dedi­cata l’ala prin­ci­pale del palazzo di Bru­xel­les”. Tsipras sembra non resistere alla tentazione di avere con sé un nome così prestigioso, per farsi bello con gli altri amichetti al parlamento. Che tristezza. Aumenta la mia sensazione che l’Europa sia solo un teatrino di marionette e chi muove veramente le fila la gente non lo sa. Questa vicenda ha scoperchiato una pentola di vuoto che fa venire le vertigini quando ci guardi dentro.

Al posto della Spinelli, va detto, sarebbero andati due giovani, uno della circoscrizione centrale e una di quella meridionale – se invece lei va a Bruxelles uno dei due perderà l’occasione. Come se non bastasse, il primo è di SEL e la seconda di Rifondazione. Come se ci fosse bisogno di mettere questi due uno contro l’altro di nuovo. E il primo ha recentemente criticato il decreto casa mentre la seconda si è espressa, per quanto incomprensibilmente, a favore del reddito di autodeterminazione. Due buone cose. Quindi Barbara Spinelli, accettando, toglie il posto a un giovane che ha presumibilmente più energie, nonché esperienza diretta nella politica fatta attraverso la militanza e non ereditata da un genitore. Ho conosciuto Marco Furfaro e non mi è sembrato male, anche se non ero d’accordo con tutto quello che diceva, anzi, e non mi piace tutto il suo lavoro sull’immagine. Comunque, un ragazzo franco e pieno di energia, mille volte meglio di una donna più anziana che si sta pure rimangiando la parola. Non posso prevedere le possibili azioni di tre persone che non conosco, ma una che parte già “cedendo a pressioni” come politica non promette un granché.

[Ah: che ne dite di Beppe Grillo che vuole andare con l'Ukip oppure forse con i Verdi? Ma quanta confusione c'è in quel partito?]

Perché non mi sono tenuta tutte queste considerazioni per me ma le ho condivise? Innanzitutto, forse, per vedere se sono veramente l’unica persona che pensa che la parola data abbia ancora un valore. E poi perché l’ennesima vittoria dei vecchi sui giovani, dell’eredità sull’opportunità, e dell’opportunismo sulla correttezza mi deprime enormemente.

Ma non vorrei parlare così tanto di chi siederà dove, soprattutto dopo aver constatato più volte che è importante ma meno importante di tante altre cose. Diciamo che la prendo come una vicenda simbolica.

Ovviamente, in questi giorni, mi sono venute in mente un sacco di cose da scrivere, ma soprattutto ricette. Ho la sensazione, vedendo come va il mondo e soprattutto leggendo cosa dicono esperti e scienziati, che non ci sia davvero tempo da perdere. Bisogna non solo descrivere il mondo che dobbiamo cercare di costruire e spiegare perché è necessario, ma anche intraprendere piccoli passi per la sua costruzione. Avevo la sensazione che le piante del mio piccolo orto, il tofu fatto in casa, il riutilizzo di minuscoli scampoli e di avanzi nel frigo, l’acquisto di prodotti sfusi anziché imballati fossero ben più urgenti dell’ennesimo post che in fondo ripete le stesse cose. Però nessuno viene qui per leggere di ricette e infatti non ne metto.

In questa conferenza, molto interessante, Dennis Meadows conclude con un semplice esperimento che mi è rimasto piuttosto impresso. È inutile parlare di una cosa e farne un’altra: le persone vedono più quello che fai che quello che dici, come consigliava Gesù Cristo. Io sento l’urgenza di fare, ogni giorno di più, di costruire quel mondo che vado predicando, anziché limitarmi a descriverlo. Rifiutandomi pubblicamente di salire su una macchina ho la sensazione di fare molto di più che scrivendo perché l’auto è un problema (cosa che andava sicuramente fatta). Imparando a coltivare qualche pianta ho la sensazione di fare molto di più che parlando di resilienza (concetto importante che secondo me rischia di diventare moda, come la “sostenibilità”). Cucendomi i vestiti da sola ho la sensazione di fare molto di più che sgridando chi compra quelli made in Bangladesh (anche se tutto parte dalla consapevolezza). E così via.

Probabilmente questo blog non tornerà più quello che era prima; mi piacerebbe usarlo per condividere, tempo permettendo, i risultati di questo mio impegno creativo – nel senso di creazione più che di fantasia – anche se forse a tante persone non interessa questo ma interessano i pensieri e basta (ma per quello, ora, ci sono i miei libri – che paradossalmente forse sono la cosa più concreta che ho prodotto). Internet è piena di siti sul fai-da-te: l’importante è che il fai-da-te non sia un hobby ma una scelta di vita, così come tutte le altre cose.

Spero che anche voi stiate, ognuno a modo suo, contribuendo alla costruzione di questo mondo nuovo che non ignora i problemi emergenti ma trova le soluzioni più adatte. Se quello che dicono i climatologi è vero, probabilmente è tutto inutile. Io rimango salda nella mia convinzione che l’importante sia provarci, anche perché altro non possiamo fare.

 

[Bonus: i dirigenti della RAI sono molto più pagati di quelli della BBC. Toh, chi l'avrebbe mai detto]


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