NOTIZIE (Londra). In Inghilterra scoppia il caso Rio Ferdinand. A pochi giorni dal doppio impegno internazionale che vedrà la squadra di Roy Hodgson impegnata contro San Marino e Montenegro, impazza la polemica per la mancata presenza del difensore dello United. Occorre, però fare un po’ di chiarezza su tutta la vicenda, una vicenda che vede più parti chiamate in causa.
Iniziamo col dire che l’ultima performance con la Nazionale per Rio Ferdinand risale al giugno 2011. Da lì in poi l’esclusione dal giro dell’Inghilterra riconducibile ai dissapori con John Terry, suo ex compagno di reparto colpevole di aver insultato con epiteti razzisti il fratello di Ferdinand, Anton. Roy Hodgson, da poco insediatosi sulla panchina dopo l’era Capello, ha voluto evitare incidenti diplomatici escludendo il vice-capitano dei Tre Leoni dalla spedizione europea in Polonia e Ucraina, terminata ai rigori proprio contro l’Italia.
Polemiche ve ne sono state anche allora, in un paese come il Regno Unito dove il sensazionalismo dei tabloid è papabile in ogni notizia riportata. Hodgson, tuttavia, ha goduto fino a oggi di una certa tolleranza ricollegabile all’approccio sicuramente più affabile rispetto al suo illustre predecessore.
Nel frattempo Ferdinand, che quest’anno va per i 35 anni, è stato giudicato “non idoneo” a disputare due incontri ravvicinati nientemeno che da Sir Alex Ferguson, il suo allenatore a Manchester. Una mossa politico-mediatica? Probabilmente sì: non sarebbe il primo caso di un tecnico che si augura la non-chiamata in Nazionale dei suoi giocatori, e nemmeno il primo caso di Ferguson contro la Football Association. Tra Ferdinand e l’Inghilterra, quindi, sembrava tutto finito.
Fino a quando, ed è storia dei giorni nostri, Hodgson – archiviato Terry per raggiunti limiti d’età e… gossip! – trovatosi con una penuria di difensori è costretto a rispolverare il nome dell’ex Leeds e West Ham nella lista dei convocati. Una convocazione che, e non poteva essere da meno, ha vissuto e vive ancora di momenti, come dire, delicati.
Si dice che domenica sera Hodgson e Ferdinand si siano incontrati per spiegarsi dopo i mesi di frecciate a distanza seguiti all’esclusione del giocatore dagli Europei. A chiarimento apparentemente avvenuto, dopo poche ore il difensore ha però dovuto declinare l’invito a causa di un problema fisico, dirigendosi dai medici dello United a Milton Keynes piuttosto che al ritiro dell’Inghilterra a St.George’s Park. Al di là delle chiacchiere velenose di chi pensa male, ma che spesso ci prende (il ManUTD è atteso da due ravvicinate sfide rispettivamente in Premier League e in FA Cup), colpisce il fatto che Hodgson si sia esposto all’ennesimo misunderstanding comunicativo dopo i risaputi screzi del passato con Carrick e Richards; incomprensioni – secondo i media inglesi – dovuti alla mancanza di chiarezza e intraprendenza propria di Hodgson, reo di essere incapace di prendere in mano il telefono e fare una chiamata chiarificatrice.
Insomma, se dalla convocazione di Ferdinand il buon Roy si attendeva una risposta positiva, il risultato sono le mille domande che da questa sono scaturite. Quali sono le condizioni del giocatore? E’ un elemento da tenere in considerazione per i Mondiali in Brasile oppure no? Quanto conta la voce del ct dell’Inghilterra? E Ferguson a che gioco sta giocando? Lo stesso Rio Ferdinand ha provato a gettare acqua sul fuoco dispiacendosi pubblicamente di non poter accettare la chiamata: e se fosse, anche questo, un gesto indotto dal leggendario Sir Alex…?
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