Magazine Cinema
Praticamente la mia vita si sta decostruendo. La mia infanzia, soprattutto. Crescere può significare anche questo: perdere quelli che erano i punti di riferimento di un passato che non tornerà mai più, magari acquisirne di nuovi. Ma poi resta il ricordo, quello sì, una specie di calore quando ripensi a quel che è stato e alle figure che ti hanno accompagnato. Da bambino soprattutto, quando anche i nani ti sembrano giganti. Per chi cresce con il cinema, un film, un personaggio, un regista o un attore possono essere punti di riferimento. Pezzetti immortali della propria esistenza, che la compongono e la arricchiscono. Sembra stupido, infantile e idiota, ma è così. E quando alcuni di questi pezzi iniziano a mancare viene a mancare anche quel qualcosa, una stella luminosa del passato che si spegne e lascia solo il vuoto. Un vecchio attore che ti ha accompagnato dall'infanzia all'età adulta è come un vecchio parente, il vecchio prozio di cui la mamma ti ha sempre mostrato le foto, che vive in America o in Australia e che conosci anche se non lo conosci. Non lo hai mai incontrato, mai scambiato una parola o una stretta di mano, ma lui ogni anno ti mandava un regalo di Natale o di compleanno e di quelle foto ricordi il suo sorriso o magari gli occhi gentili.
Io sono cresciuto con Mork & Mindy ed Happy Days. Un po' fuori tempo massimo, perché quando ero piccolo io quei telefilm erano già "vecchi". Eppure li guardavo la mattina quando mi svegliavo, prima di andare a scuola. O il pomeriggio, prima di studiare. E li adoravo. Alle scuole medie ricordo che ci portavano al cinema, qualche volta. Io avevo più o meno undici anni e ricordo che una volta ci portarono a vedere Jumanji. Era un cinema piccolo e scomodo ma, cazzo, era un cinema. E Jumanji è stato uno dei primi film che ho visto sul grande schermo. Cose del genere ti rimangono nella testa, non le puoi dimenticare. Ti condizionano per il resto della vita. Come mi ha condizionato guardare ogni Natale, più o meno tutti i Natali, Hook - Capitano Uncino, dove per me ci sarà sempre l'unico vero Peter Pan. E avevo la videocassetta da bambino, e l'avevo consumata per quante volte l'avevo mandata in play.
Oh capitano, mio capitano.
Restano, quei pezzi. I volti. E sei così abituato a vederli che pensi ci saranno sempre, lì, per sempre. In fondo è vero, impressi sulla celluloide ma poi, quando succede che uno di questi venga a mancare, ti accorgi che non è la stessa cosa. E per ogni pezzo che viene meno è come se il tuo passato cambi. Si destrutturi. Non si tratta proprio di dolore, si tratta di altro. E tu ci rimani di merda. Non lo conosci ma ci rimani di merda. Non avresti alcun motivo, in realtà, ma ci rimani di merda. Succede tante volte e più diventi grande più succede, ma tu continui a rimanerci di merda. E tu, che mi hai fatto piangere e ridere, mi mancherai un sacco, davvero. Il Re Pescatore, Mrs. Doubfire, Patch Adams. Mi mancherai come mancano i miti di un passato che non tornerà mai più. Riposa in pace.
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