Riparte l’armata di Silvio. In lista d’attesa radicali, casiniani e la benedizione di Beppe Grillo. L’impero continuerà
Creato il 21 ottobre 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Il cinismo di Berlusconi fa paura. Ogni giorno che passa dimostra di essere un furbo senza pari, un istrione, un’araba fenice che rinasce ogni volta incurante di essere stata fatta a pezzi solo qualche minuto prima. Liquidano il suo amico e sodale Gheddafi con un colpo di pistola alla testa e lui se ne esce con un “Sic transit gloria mundi” che sarà pure l’unica frase latina che conosce, ma che la dice lunga sulla statura del personaggio. Evidentemente la vittoria in Molise gli ha ridato una carica insospettabile. Grazie ancora alla dissennata politica delle opposizioni, e alla presenza imbarazzante del figlio di Di Pietro nelle liste alternative a quelle dell’ex democristiano padre-padrone Michele Iorio, il Pdl resta saldamente in sella nella regione di Tonino, e Silvio tira un sospiro di sollievo. È tornato a fare il moderato e la gente ha ripreso a credergli. Vedremo i prossimi sondaggi di Pagnoncelli ma, secondo noi, Berlusconi è in netta ripresa. Con un colpo a sorpresa, un vero e proprio coup de théâtre, nomina Ignazio Visco Governatore di Bankitalia ricevendo il plauso del Quirinale e delle opposizioni che però lo criticano per il tempo perso e l’eterna indecisione. Il nuovo governatore, ministro degli esteri di Mario Draghi, è un napoletano doc e un fine economista cresciuto all’interno dell’istituto; niente padani al vertice della banca nazionale, Bossi non è felice ma per questa volta deve abbozzare. Messa la sordina (grazie alla sua armata mediatica), agli scandali che sbucano ogni giorno da tutte le parti, e che lo coinvolgono in prima persona, Berlusconi sta pensando seriamente al 2013. Convinto che se riesce ad arrivare incolume a gennaio non ci saranno le elezioni anticipate, il presidente del consiglio ha iniziato a tessere la tela per altri quattro anni di governo. Gianni Letta potrebbe diventare il prossimo presidente della repubblica (a garanzia della sua tutela personale), e lui continuerebbe a fare il premier con un partito dal nome nuovo “un nome che emozioni e che commuova, Pdl è un acronimo che non dice nulla”, ha detto Silvio ai suoi e, soprattutto, nuovi alleati con i quali trascorrere un altro periodo di potere pressoché assoluto. Silvio non può mollare ora. Prima deve rimpinguare le tasche del suo impero depauperate dalla sentenza Cir e dal calo di fiducia degli inserzionisti nelle sue reti televisive, poi potrebbe anche lasciare, ma solo quando il Parkinson o l’Alzheimer diventassero incontrollabili. È iniziata quindi la corte serrata all’Udc. “Se alle prossime elezioni andassimo con l’Udc – ha detto Silvio sempre ai suoi – prevarremmo certamente. Anche per questo io non ho mai risposto alle dichiarazioni spiacevolissime che Casini e Cesa fanno sulla mia persona”. Inutile dire che Casini ci sta seriamente pensando, anche perché trattare con Vendola e con Di Pietro non lo attizza più di tanto. Ma la corte investe anche i radicali. Silvio sa bene che per averli dalla sua parte gli basterà tenere in vita la loro radio e che, pur di non chiuderla, i radicali venderebbero la mamma, ed è forse per questo che ieri sera Marco Pannella è andato a Palazzo Grazioli. Che i pannelliani abbiano già dato dimostrazione di “aperture” nei confronti del premier è un fatto notorio, ma che partecipassero addirittura a un vertice con lui fa vedere i fatti recenti sotto un’altra luce. Per Pannella sarebbe un ritorno a casa, per l’Italia un passo in avanti verso il baratro. E non ha perso occasione, sempre Berlusconi, di augurare lunga vita a Beppe Grillo. “I voti al suo movimento – ha detto Silvio – sono al 95 per cento voti sottratti alla sinistra”. Grillo lo sa, i grillini lo sanno e forse la “voglia di Silvio” va al di là dell’apparente disgusto con il quale il comico genovese tratta la politica. Ma il principe dei venditori, quello che deve al prosciutto Rovagnati buona parte delle sue fortune, ha impartito ai suoi uomini, e alle sue donne, direttive precise per quando vanno in tivvù. Ha detto Silvio: “Basta dare del tu agli avversari politici, la gente avrebbe l’impressione di assistere a un teatrino. Mettere in atto la fisiognomica, che significa scuotere la testa ininterrottamente quando l’avversario parla. Negare, negare, negare sempre anche l’evidenza e attaccare facendo capire ai telespettatori che dall’altra parte sono uguali a noi, solo che noi siamo i buoni e loro i cattivi. E ricordatevi, che mentire a fin di bene significa solo dire un’altra verità”. Insomma, sono iniziate le grandi manovre pre-elettorali e l’aria che tira sa di ennesimo trionfo per il Silvio che non perde un colpo, non fa mai cilecca, ride e tromba come non mai. Uno si chiede: “Si va bè, ma le opposizioni?”. Le opposizioni rispondono con Di Pietro che presenta il figlio alle elezioni molisane, il Big Bang di Matteo Renzi, l’amicizia e la stima di Nichi Vendola per don Verzè, la richiesta d’arresto per Penati e l’indagine su Massimo D’Alema per i voli gratis di “cortesia” con la compagnia Rotkopf, finita sotto inchiesta nello scandalo Enac. Da parte nostra insisteremo sempre nel dire che non siete tutti uguali ma, cari amici e compagni della sinistra, dateci una mano per farci apparire credibili altrimenti sapete che vi diciamo? ‘Ndo culo.
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