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Ripetitori vicini alle abitazioni: informazioni, normativa, pericoli

Creato il 09 gennaio 2013 da Laperonza

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Ripetitori vicini alle case (stazioni radio base o SRB), quali rischi per la salute?

Si stanno moltiplicando negli ultimi tempi le installazioni di antenne, ripetitori e stazioni radio per telefonia mobile, dislocati ovunque nelle città italiane. Molti altri impianti sono in attesa di installazione, tutti posizionati a pochi metri di distanza dalle case, ma anche sopra edifici pubblici. Queste strutture, perlopiù fisse, montate ad altezze comprese tra 15 e 50 metri, possono talvolta essere mobili,  a carattere provvisorio (come nel caso di eventi o manifestazioni particolari, o in aree di interesse turistico stagionale).  Alle strutture tradizionali, vengono affiancati dei sistemi a corto raggio d'azione, installati a pochi metri dal suolo, sulla parete di edifici e all'interno di insegne pubblicitarie, che consentono la copertura del servizio nelle aree a maggior traffico telefonico e all'interno degli edifici.
Questo maggior insediamento comporta da una parte miglioramenti per il funzionamento dei cellulari, con una massima limpidezza nella trasmissione dei segnali, dall’altra una situazione di allerta per gli abitanti, preoccupati per la loro salute - anche se i tecnici delle aziende telefoniche assicurano che la trasmissione delle onde avviene da ponte a ponte, cioè da un’estremità all'altra delle antenne e quindi non coinvolge le abitazioni che si trovano sotto il livello di emissione.

Che cosa sono i ripetitori per telefonia mobile?

Gli impianti per la telefonia mobile (ripetitori) sono  radio multicanali a bassa potenza. I telefonini sono invece radio ricetrasmittenti monocanale, sempre a bassa potenza. Quando uno parla usando un telefonino, in realtà parla (contemporaneamente ad altre decine di utenti) con un ripetitore; da lì il segnale si trasmette sulle normali linee telefoniche fisse.

Dato che si tratta di radio ricetrasmittenti, telefonini e ripetitori emettono radiazioni in RF (Radio Frequenza) ed espongono a tali radiazioni le persone presenti nelle vicinanze.La propagazione di questi segnali, a seconda del sistema tecnologico utilizzato (GSM, DCS e UMTS), avviene in bande di frequenza diverse, comprese tra i 900 e i 2100 MHz.

Dei quattro gestori operanti sul territorio nazionale, Tim, Vodafone e Wind utilizzano tecnologia GSM (900 MHz) acronimo di "Groupe spécial mobile", lo standard 2G (2ª generazione) di telefonia mobile cellulare (attualmente ancora il più diffuso nel mondo); DCS (1800 MHz) e UMTS (2000 MHz), mentre la Tre (H3G) usa esclusivamente UMTS (Universal Mobile Telecommunications System), tecnologia più evoluta, compatibile con lo standard 3GPP e che utilizza le infrastrutture del GSM. Esistono differenti tipi di ripetitori, che variano parecchio in potenza, caratteristiche e possibilità di provocare esposizione a RF.

E' importante porre l’attenzione sulla differenza fra antenne, (gli apparecchi che producono la radiazione in radiofrequenza); e torri o castelli, (le strutture su cui le antenne sono montate). A tale proposito è da evidenziare che la distanza di sicurezza deve essere tenuta dalle antenne, non dalle torri che portano le antenne.

La distribuzione di queste strutture sul territorio nazionale (poichè esse sono in grado di servire una porzione di territorio limitata), avviene in funzione della densità di popolazione, con una maggiore concentrazione nelle aree urbane, ove la distanza che intercorre tra di esse può ridursi a poche centinaia di metri.
Oltre alle reti mobili ad uso pubblico, esistono anche reti ad uso privato (PMR, acronimo di "Personal Mobile Radio") operanti a 446 MHz, allocate su una banda nella gamma UHF, liberamente utilizzabile senza licenza in molti paesi dell'Unione Europea e che non prevedono l'utilizzo di ponti radio ad accesso pubblico.
Mentre PMR446 è acronimo di "Professional Mobile Radio" o "Private Mobile radio" e indica quei sistemi radio cosiddetti civili, utilizzati dalla Polizia Municipale e Provinciale, dalla Protezione Civile, dal corpo forestale... ; tale rete è costituita da impianti trasmittenti operanti a frequenze comprese tra 450 MHz e 470 MHz e utilizza parabole di collegamento.

La Rete Ferroviaria Italiana (RFI), impiega una tecnologia particolare (GSM-R a 900 MHz), basato sulla tecnologia GSM, con impianti installati a ridosso delle linee ferroviarie, utilizzato principalmente per le comunicazioni fra i treni e i centri di controllo.

Alcuni gestori di telefonia mobile impiegano anche sistemi a rete di tipo Wireless (Wireless Local Loop - WLL), conosciuti anche come sistemi punto-multipunto, che permettono una comunicazione a maggior capacità e velocità, con Master Station posizionate in corrispondenza di SRB esistenti o Terminal Station assimilabili a ponti radio. Il WLL utilizza sistemi radio digitali, nelle bande di frequenza da 2450 a 2950 MHz.

Attualmente si stanno anche diffondendo i sistemi DVB-H Il DVB-H, acronimo di Digital Video Broadcasting - Handheld, per trasmettere programmi radio, TV e contenuti multimediali ai dispositivi di telefonia mobile più evoluti.
A livello trasmissivo, il DVB-H lavora nelle seguenti bande: VHF-III (170-230 MHz); UHF-IV/V (470-862 MHz); banda L (1452-1492 MHz).

Le potenze impiegate dalle stazioni radio e dai loro annessi, variano da qualche milliwatt (nel caso delle micro e pico-celle utilizzate quasi a livello del suolo), fino ad un centinaio di Watt, nelle strutture più grandi. Il campo elettromagnetico è generato localmente da qualunque distribuzione di cariche elettriche variabili e si propaga sotto forma di onde elettromagnetiche.Le onde radio o radioonde sono radiazioni elettromagnetiche nella banda di frequenza dello spettro elettromagnetico compresa tra zero e 300 GHz, con lunghezza d'onda da 1 mm all'infinito.

Queste emissioni non sono comunque costanti, variano in funzione della distanza dei vari terminali e del numero di utenti connessi.

La normativa in materia

E’ stato il decreto Gasparri, (Decreto Legislativo n. 198 del 4/9/2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 13/9/2002 in vigore dal 14/9/2002), a introdurre norme meno restrittive e maggiore libertà nel posizionamento di ripetitori per la telefonia mobile sul territorio nazionale. La legge governativa volta ad ''accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese'', riconosce le infrastrutture di telecomunicazioni (le antenne) di interesse nazionale, considerandole di importanza pari alle opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, illuminazione pubblica, ecc.). Esse sono inoltre ritenute compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e quindi possono essere realizzate in ogni parte del territorio comunale (sia in zona residenziale, sia in zona industriale). I Comuni, comunque, possono definire le aree più idonee all'installazione degli impianti e quelle, invece, da escludere per motivi ambientali e paesaggistici.

Una legge, quella voluta dal Ministro per le telecomunicazioni, che fissa in 70 metri la distanza minima dei ripetitori dalle abitazioni e che chiama l’ARPA  (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a dare l’ok al posizionamento.

A questo punto, ottenuto il parere favorevole da parte dell’ARPA, le Compagnie Telefoniche hanno man libera in quanto, se l’Amministrazione Comunale non autorizza l’installazione, non ottempera alle disposizioni del sopraccitato decreto.

Sugli effetti che l'inquinamento elettromagnetico potrà provocare sulla salute umana, a lungo termine,  va precisato che lo stato attuale delle conoscenze è ancora limitato, tanto che non si possono predire effetti nocivi, in particolare di effetti cancerogeni o altre patologie che potrebbero colpire soggetti meno dotati dal punto di vista immunologico, sui malati, bambini ed anziani, Per tale motivo una parte della comunità scientifica, preventivamente, ha suggerito di adottare buon principio di cautela, inibendo l'installazione d'impianti di radiofrequenza nelle vicinanze di ospedali, scuole ed asili.

Tutto avviene quindi nel formale rispetto delle norme di legge.

Comunque, il fatto che una amministrazione comunale abbia autorizzato o dovuto autorizzare, con regolare concessione edilizia, l'installazione di un ripetitore per impianti di telefonia mobile non è ostativo ad un successivo ricorso con il quale la stessa amministrazione chieda (a tutela del diritto alla salute dei propri cittadini), l'emissione di provvedimenti urgenti e anche la rimozione o, in via subordinata, la disattivazione dell'impianto, qualora questo non abbia rispettato il progetto costruttivo o per superamento dei limiti delle emissioni tollerabili. 

Per quanto riguarda la proprietà privata, le Società che gestiscono la telefonia mobile  spesso offrono ai privati interessanti somme annue per la concessione, senza troppe limitazioni, all’installazione dei ripetitori. Cifre appetibili, sottoposte a trattamento tributario agevolato (le somme percepite dagli aventi  titolo  rientrano nell’art. 67, c. 1, lettera l, del Tuir e sono da considerarsi, "redditi diversi" con la possibilità di deduzione delle spese inerenti, rispetto al reddito da locazione, sottoposto invece a deduzione forfettaria del 15%), appetibili, ma assolutamente inadeguate alla perdita di valore del fabbricato a causa della presenza del ripetitore stesso.

Ma intanto che cosa possiamo intraprendere a tutela della nostra salute?

Quando riteniamo di essere in presenza di possibili situazioni a rischio, o dove si sospettino abuso di ufficio o violazione alle norme di legge in relazione all'impianto di ripetitori o altro, presentare degli esposti ai seguenti Enti: Ministero dell’Ambiente; Ministero della Sanità; ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente;  Nucleo Operativo Ecologico (dei Carabinieri); Procura della Repubblica.

Ancora più importante, potrebbe essere, il divenire consapevoli che un utilizzo smodato, ed un continuo aggiornamento, alla moda, dei nostri cellulari, non può che indurre le varie Compagnie telefoniche ad espandersi e a disseminare ovunque ripetitori.

Fonte MEDICINA GLOBALE


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