Riposa in pace Rivoluzione del 25 Gennaio.

Creato il 07 ottobre 2013 da Baraem
Il 06 Ottobre e' finalmente terminato.
Lascia sulla strada 51 morti ufficiali, quasi tutti deceduti per colpi di proiettile, circa 450 persone arrestate e piu' di 200 feriti. Tra le vittime anche donne.
Una delle giornate simbolo del nazionalismo esasperato egiziano si e' trasformata ancora una volta in una giornata di sangue, scontri, repressioni e morte.
La festa del 6 Ottobre, il 40esimo anniversario della guerra araboisraeliana, si e' ogni anno festeggiata con parate militari, spettacoli e musica a porte chiuse, non in Piazza.
Quest'anno invece l'Esercito ha occupato nel vero senso della parola piazza Tahrir, il simbolo (o ormai l'ex simbolo) della Gloriosa Rivoluzione  del 25 Gennaio.
Ha installato metal detector all'entrata della piazza, bloccata da decine di carri armati, soldati, fili spinati, armi e polizia. Una piazza blindata, a cui sono stati definiti i confini  non oltrepassabili da chi l'esercito non lo appoggia oggi, al potere, dopo il colpo di Stato.
Perche' ormai l'Egitto e' diviso tra egiziani e non egiziani. Gli egiziani sono quelli che supportano le azioni attuali dell'esercito e idolatrano Al Sisi. I non egiziani sono quelli che si oppongono al golpe e sostengono l'ex presidente Morsi o l'ormai fuorilegge gruppo dei fratelli (non) musulmani.

Migliaia di persone in fila davanti al metal detactor, tutte con i poster di Al Sisi in mano per farsi riconoscere, controlli e perquisizioni, da donne e uomini soldato e poi la Piazza in festa, con balli tradizionali, musica, canzoni patriottiche, bambini vestiti da Al Sisi e donne e uomini che baciano i stivali dei soldati.


Un nazionalismo esasperato quello egiziano, che da sempre si riflette nella vita di tutti i giorni, inculcato nelle teste sin da bambini quando gli egiziani stessi, per decisione di Abdel Nasser, colui che ha inserito questa "tradizione", ogni mattina a scuola "giocano" obbligatoriamente a fare i soldatini in caserma, alzando la bandiera egiziana, cantando l'inno nazionale, ascoltando le notizie della giornata e facendo esercizi tipici militari, su e giu', destra e sinistra.

Sin da piccoli riconoscenti alle forze armate, sin da piccoli obbligati ad amarle ed esserne grati, sin da piccoli e nella crescita, concentrati ad imparare ogni singola azione compiuta dal glorioso esercito egiziano. Come se lo stato fosse l'esercito, e come lo e' difatti da 60 anni.

Ieri elicotteri militari hanno lanciato sulla piazza Tahrir bandierine e carte tipo "gratta e vinci" dove si vincono non soldi ma set di piatti e pentole. Prima del 6 Ottobre hanno distribuito alimenti gratuitamente in tutto l'Egitto, ricominciando a fare quello che ha sempre fatto. Anche durante i festeggiamenti che sono seguiti al 3 Luglio, alla deposizione di Morsi, sono stati lanciati sulla folla questi gratta e vinci e non sono cose di oggi queste, ma atti "normali" da parte dell'esercito verso il Popolo.

E stupisce la gioia delle persone che ringraziano l'esercito del cibo, dei piatti e delle pentole, quelle stesse persone che criticavano, continuamente, in televisione e sui giornali, la fratellanza che regalava cibo ai poveri, beni di prima necessita' alle persone che poi l'avrebbero votati.
Che differenza c'e' dunque? L'esercito non si compra l'amore di queste persone nella stessa maniera? E non e' forse peggio visto che le Forze Armate non dovrebbero abbassarsi a giochetti del genere per farsi amare e seguire.
Come se questo non bastasse a rovinare l'immagine di un esercito senza peccato c'e' il video mandato in rete di una riunione dello scorso anno di Al Sisi, con altri personaggi delle forze armate.
Riunione in cui uno di loro si lamenta con il Generale dei media dell'era Morsi, che criticavano esasperatamente l'esercito (cosa che ora non si puo' assolutamente fare) manifestando la paura che il Popolo smettesse per causa loro di vederli come eroi. Al Sisi risponde all'uomo con estrema naturalezza, dicendo che sono atteggiamenti normali dopo una Rivoluzione e che a loro tocca essere piu' furbi e cercare di farsi amare lo stesso dal Popolo e porta ad esempio il portavoce, attuale, delle forze armate, Ahmed Ali.

    video in lingua araba
 "Potremmo cambiare il nostro portavoce" dice Al Sisi nel video "ma non lo facciamo perche' ha fascino sulle donne. Le egiziano lo amano e questo aumenta il loro amore verso di noi. Non potremmo mettere nessuno al suo posto, perche' nessuno susciterebbe lo stesso interesse verso di noi. Lui e' bello ed attrae le egiziane". Questo il senso delle sue parole, un discorso che ha attirato le ire di molte donne egiziane che si sono sentite prese in giro e considerate "stupide oche" da Al Sisi ed il suo esercito.

Nonostante tutto questo l'Egitto continua ad essere in mano sua, e mentre il portavoce presidenziale informava ieri che chiunque avrebbe manifestato contro l'esercito sarebbe considerato una spia straniera, sono stati molti i casi di giornalisti stranieri fermati ed arrestati ieri nei dintorni nella piazza. 

Una giornalista straniera addirittura scriveva su twitter
"macchina  fotografica+straniero=spia".
Altre invece lamentavano di essere state aggredite, ma salvate in estremis da altri egiziani.
Molti gli scontri ieri in tutto l'Egitto, e molti i quartieri del Cairo che sono stati teatro di lotte e sparatorie tra i manifestanti e l'esercito, molte le persone che hanno perso la vita, molte le armi, molte le sparatorie ad altezza d'uomo perpetrate dall'esercito, molto ancora sangue.

Ramsees ieri, vicono Tahrir


Anche se le cifre ufficiali parlano di 51 morti molti, non solo i pro Morsi, credono che le vittime siano di piu'. 
Sdegno anche dal movimento del 6 Aprile che ha fortemente condannato i fatti di ieri e la violenza usata sui manifestanti.
 Ormai l'esercito ha ripreso in mano l'Egitto, l'avrebbe fatto con chiunque, anche se fosse stato Amdeen Sabbahi il presidente. 
L'Egitto non e' solo fonte di potere per loro ma anche fonte di guadagno. Il 25% dell'economia egiziana gira intorno all'esercito, che commercia ogni cosa, dall'acqua alla benzina, dalla pasta al pane, perfino gli svaghi sono sotto la loro ala, parchi enormi, a pagamento sono infatti dell'esercito ed e' tutto un guadagno, visto che all'interno vi lavorano soldati di leva che non percepiscono salario. 

Questa guerra di potere non sara' vinta che da loro.

L'esercito ha vinto, da 60 anni non fa altro, e con la loro vincita il simbolo di Piazza Tahrir e la Rivoluzione del 25 gennaio sono morte per sempre.
   Qasr el ain, "confini " di Piazza Tahrir, 04 Ottobre 2013

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