È ripreso ieri a Kinshasa, dopo circa due anni d’interruzione dovuti a un ricorso presso la Corte suprema, il processo d’appello per l’omicidio di Floribert Chebeya, attivista congolese per i diritti dell’uomo, morto nel 2010.
Imputati davanti al tribunale militare sono cinque ufficiali di polizia, tre dei quali latitanti. In primo grado hanno ricevuto quattro condanne a morte e una all’ergastolo per l’omicidio dell’attivista e del suo autista, Fidèle Bazana.
Chebeya, fondatore dell’ong “Voix des sans voix” era stato ucciso nelle ore in cui avrebbe dovuto incontrarsi con il generale della polizia congolese John Numbi. Proprio la mancata indagine su mandanti e responsabilità politiche era stata all’origine del ricorso dei familiari di Chebeya alla Corte suprema, poi respinto. Ciononostante, l’avvocato della famiglia, Joseph Mukendi, si è detto certo “che la verità finirà per trionfare”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)