ne parlavo, pochi giorni fa, con una mia amica/paziente che dovrà sottoporsi a qualche anno di follow-up oncologico: meglio l’ecografia o la TAC ?
Beh, molto meglio la TAC (per sensibilità ed accuratezza) per la ricerca di localizzazioni secondarie di malattia!
Ma, come sempre (nella vita ed in medicina, per non far eccezioni) non è tutto oro quel che luccica . . .
leggete l’articolo di Eugenio Picano Rischio-beneficio nella diagnostica per immagini impatto dell’utilizzo di radiazioni ionizzanti di cui riporto parte delle conclusioni: Sebbene non sia possibile una valutazione diretta dell’incidenza di cancro nei singoli pazienti sottoposti a queste procedure, il rischio stimato, ad esempio di un’angio-tomografia coronarica, per un uomo di 50 anni, è di circa 1 cancro su 750 pazienti. Questo rischio aumenta di oltre il 35% nella donna adulta (1 cancro su 500), si dimezza nell’ottantenne (1 su 1500) e aumenta di 4 volte nel bambino di età <1 anno (1 su 100 nella bambina, 1 su 200 nel bambino). Un tale rischio è accettabile per un gruppo di soggetti opportunamente selezionati peresami appropriati e mirati, ma diventa meno accettabile quando quella stessa procedura viene proposta come esame a tappeto senza valutare il rischio assieme al beneficio.
Ne avevo già parlato in questo precedente articolo.