In questi ultimi anni l’Italia del Sud è stata particolarmente colpita dalla piaga del dissesto idrogeologico, mietendo molte vittime, nel momento in cui si scatena il maltempo, e deturpando il paesaggio naturale. Il pericolo idrogeologico di frane e valanghe durante il periodo delle piogge, è sempre in allerta, motivo per cui la Protezione Civile, l’associazione ambientale di Legambiente e il WWF Italia, a seguito di appurati studi, indagini e statistiche descrivono un quadro allarmante che necessariamente deve essere tenuto sotto controllo dagli organi competenti.
Secondo il Rapporto Ecosistema Rischio 2013, in buona parte dei comuni delle regioni del Sud, gli abitanti sono esposti al rischio idrogeologico, aggravato dal fatto che le loro abitazioni sono state costruite, a partire dal dopoguerra, su terreni a rischio. L’alluvione avvenuta recentemente in Sardegna, lo scorso novembre 2013, e quella che si è scatenata a Messina, sono solo alcuni degli episodi di calamità naturali che si sono abbattute al Sud, e che sono finite in tragedia. Occorre pertanto prendere in considerazione il fatto che le politiche di gestione del territorio, debbano cambiare rapidamente ed in modo concreto.
Ad oggi, secondo quanto emerso dalla stesura dei vari rapporti, riguardo l’allarmante situazione, la Calabria occupa una particolare posizione. Nello specifico, il comune di Agnana Calabra, in provincia di Reggio Calabria, copre con piacevole sorpresa i primi posti nella classifica dei comuni che hanno prontamente fronteggiato l’emergenza attraverso soluzioni di delocalizzazione di insediamenti abitativi ed industriali, dove possibile. Allo stesso tempo, sempre nella provincia di Reggio Calabria, il comune di San Pietro di Caridà si trova invece agli ultimi posti, rivelando di essere tra i comuni maggiormente a rischio, nel periodo delle piogge. In ogni caso, nonostante qualche risultato positivo, la regione a maggior rischio idrogeologico è la Calabria con il 100% dei comuni esposti, immediatamente seguita dal Molise e dalla Basilicata, poi continua la classifica del Sud la Campania, con il 92% dei comuni a rischio, la Sardegna con l’81%, la Puglia con il 78% ed infine troviamo la Sicilia con il 71%. Si tratta di percentuali di rischio molto alte, derivanti anche dalla scarsa manutenzione delle infrastrutture, che aumenta in parte i rischi per chi abita nelle zone particolarmente esposte al pericolo.
Tra le soluzioni più efficaci e significative, oltre alle previsioni che informano sulle variazioni climatiche, emerge la proposta di sospendere quei progetti edilizi che potrebbero compromettere ulteriormente la situazione. Il rischio idrogeologico costituisce un problema per l’uomo nel momento in cui la speculazione edilizia si è diffusa nel meridione, costituendo una delle piaghe del nostro paese, infatti il problema non è il maltempo, in quanto si tratta di un fenomeno naturale, ma la negligenza dell’uomo, che si concretizza in una scellerata cementificazione del nostro territorio. Pertanto risulta necessario che il mondo delle istituzioni e quello politico, elaborino dei piani di intervento per agire tempestivamente ogni qual volta si presenti l’emergenza, ma soprattutto di prevenzione, attraverso una riorganizzazione dell’utilizzo del territorio, evitando così la morte di innocenti.
Rischio idrogeologico, traguardi e sconfitte, 8.5 out of 10 based on 2 ratings