Generalmente le obbligazioni rappresentano un investimento abbastanza sicuro per il piccolo risparmiatore, perchè il valore di rimborso a scadenza è predeterminato al momento dell’acquisto e non dipende dalle fluttuazioni del mercato. Si tratta, pertanto, di un investimento a basso rischio e basso rendimento.
Tuttavia le obbligazioni, come ogni investimento, non sono completamente esenti da rischio e quindi presuppongono prudenza e consapevolezza, in quanto il cosiddetto emittente (il soggetto che emette l’obbligazione) potrebbe non essere in grado di rimborsare il prestito alla scadenza. A tal proposito è sufficiente ricordare l’episodio di cronaca finanziaria legato ai famigerati bond argentini, i cui
sottoscrittori subirono sulla propria pelle il default del debito pubblico da parte dello Stato argentino (in parole semplici, l’Argentina decise di non onorare i prestiti che avevano contratto con il mercato). La storia ha poi dimostrato che le obbligazioni erano state offerte dall’Argentina alle grandi banche d’affari ed ai fondi d’investimento. Quando hanno iniziato ad emergere i primi sintomi di incertezza finanziaria a seguito degli interventi forzati del Fondo monetario internazionale, le banche, tra cui anche quelle italiane, intuirono che dovevano liberarsi di questi titoli che iniziavano a scottare. A quel punto vennero offerti a pensionati, casalinghe e a tutti coloro che avessero disponibilità liquide sostanziose. I risparmiatori credevano di comprare le obbligazioni al mercato, invece ricevevano quelle che avevano nei bilanci i gruppi bancari, i quali volevano liberarsi quanto prima di un titolo obbligazionario destinato a finire in un bagno di sangue (così si dice in gergo finanziario di un investimento destinato a subire consistenti perdite).
Quanto accaduto con i bond argentini deve spingere il piccolo investitore a prestare molta attenzione nella scelta di un titolo obbligazionario, controllando con scrupolo la solidità dell’emittente.
Allo scopo di rendere visibile il livello di rischio ai potenziali investitori, le obbligazioni sono sottoposte a rating, ovvero ad una misurazione del rischio valutata dalle tre grandi agenzie di rating internazionale, Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s. Considerato che i rating sono pubblici, sarà cura del risparmiatore verificare quale rating ha l’emittente preso in esame, e questo è un primo elemento oggettivo di scelta.
Ma negli ultimi anni sono scoppiate numerose polemiche sulla professionalità e l’indipendenza di giudizio delle società di rating, soprattutto in termini di mancanza di tempestività nel mutamento dei giudizi di fronte ad un deterioramento della solvibilità delle società esaminate. Non è quindi consigliabile all’investitore fermarsi a questa valutazione prima di effettuare una scelta.