Lo schema di funzionamento della piattaforma
ROMA - Rischio sempre più alto di esplosione nel mare del Nord a causa della fuga di gas sottomarina da un pozzo della Total che non si riesce a fermare. Il colosso petrolifero francese ha già evacuato 238 lavoratori dalla piattaforma 'Elgin', dove da domenica scorsa è in atto la fuga di gas, e anche l'olandese Shell ha fatto rientrare per sicurezza il personale presente su due piattaforme vicine a quella della Total.
La pericolosa fiamma accesa sul vertice della Elgin
L'esplosione potrebbe verificarsi se il gas entrasse in contatto con la fiamma pilota del condotto di scarico della 'Elgin', lasciata accesa dai dipendenti evacuati. L'impianto è a circa 150 miglia dalle coste di Aberdeen, in Scozia. La fuga di gas è stata scoperta domenica scorsa e la guardia costiera scozzese ha disposto una zona di interdizione marina e una no-fly zone attorno al pozzo. Gli esperti della Total avvertono che ci potrebbero volere sei mesi per fermare la fuga di gas dal giacimento soprannominato dagli ambientalisti 'il pozzo dell'inferno', a causa dell'elevata pressione. Gli esperti stanno anche valutando i possibili rischi ambientali, in considerazione del fatto che intorno al pozzo si sono già create una nube gassosa e una macchia oleosa sulla superficie del mare. In questa situazione, il rischio esplosione è reale, come riconosciuto dal responsabile salute, sicurezza e ambiente della Total, David Hainsworth. "Il gas è tossico e infiammabile - ha detto Hainsworth - anche se l'alimentazione è stata bloccata sulla piattaforma per minimizzare la possibilità di scintille, è chiaro che il rischio esiste". Si tratta del più grave incidente nel mare del Nord negli ultimi dieci anni, mentre la tragedia più grave risale a 24 anni fa, quando proprio a causa del gas condensato fuoriuscito da un pozzo morirono 167 persone nell'esplosione sulla piattaforma Piper Alpha.