L’Università di Pisa ha recentemente pubblicato i risultati ottenuti dalle ricerche dei geologi delle università di Pisa e Bari e della sezione pisana dell’Ingv, sui possibili rischi derivanti da una eventuale eruttazione del Vesuvio. Grazie alle analisi effettuate, gli esperti hanno realizzato una prima mappatura di base che permetterà di individuare tutte le aree potenzialmente a rischio.
«È solo un primo passo in vista della stesura di piani dettagliati locali – dichiara Giovanni Zanchetta ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – perché potenzialmente, circa il 57% territorio studiato è da considerarsi ad alto rischio per quanto riguarda la formazione e lo scorrimento di colate rapide di fango, “il debris flow”, circa 38% a rischio medio e solo il 5% basso».
Così i geologi “allargano” il perimetro ritenuto a rischio, includendo nell’elenco delle zone da attenzione tutta l’area che, dalla piana di Cancello, si estende fino alla penisola sorrentina. Sono stati monitorati ben 650 chilometri della zona preappenninica appena fuori la piana vesuviana. Gli scienziati hanno annunciato che le indagini sono state condotte mediante le ricostruzioni storiche di quanto avvenuto negli ultimi 500 anni, e soprattutto attraverso l’ausilio di indagini morfometriche.