La Corte Europea dei diritti dell’uomo impone una scadenza all’Italia. Entro il 12 maggio il nostro Paese dovrà fornire la documentazione necessaria atta a dimostrare che sta garantendo la sicurezza dei cittadini riguardo a tutti quelli che abitano nella zona rossa e maggiormente interessati al rischio Vesuvio.
“Le misure legislative e amministrative necessarie a proteggere il diritto alla vita dei ricorrenti nel caso in cui il Vesuvio dovesse eruttare. Ha fornito agli abitanti sia informazioni sui rischi che corrono nell’abitare nella zona rossa sia quelle riguardanti ciò che devono e non devono fare in caso che il vulcano erutti“, questo è quanto chiede la Corte Europea dopo il ricorso presentato da 12 cittadini che abitano nella zona rossa.
La questione in sostanza riguarda i piani di evacuazione, rifugi e le vie di fuga ma anche e soprattutto le informazioni in possesso degli abitanti. La Corte si domanda: ma se erutta il Vesuvio la popolazione sa quello che deve fare? L’Italia deve garantire questo, mettendo in sicurezza la vita dei cittadini. Ma noi sappiamo che al momento la risposta è negativa. I piani esistono, ma in pochi li conoscono. Nessuna esercitazione in merito, tanta confusione e poca informazione. Il nostro Governo non vuol sentir parlare di Vesuvio così come anche tanti cittadini.