All’indomani del disastro nucleare di Cernobyl infatti, tutte le carni provenienti da cavalli nati oppure soltanto allevati in Europa furono sottoposte ad una severa normativa che ebbe come primo risultato, oltre ad altre precise restrizioni, il divieto di utilizzo per la alimentazione di bambini di età inferiore ai dodici anni della carne di cavallo.
Le analisi avevano infatti stabilito che a causa delle sue abitudini alimentari e del suo particolare metabolismo, questo animale tratteneva nel proprio organismo una quantità eccessiva delle sostanze radioattive rilasciate nell’ambiente a seguito dell’esplosione del reattore nucleare avvenuta nell’aprile 1986, seppure senza mostrarne danni al proprio organismo.
Questo fece supporre agli studiosi che il cavallo possedesse una sorta di autoimmunizzazione genetica nei confronti della radioattività, ma per il principio di precauzione si vietò l’utilizzo delle carni di cavallo per l’alimentazione umana seppure con i limiti già detti.
Trascorsi ormai più di cinquanta anni dal 1986, è notizia di questi giorni che l’EFA ha abolito il divieto e, seppure con ancora molte restrizioni per lo più rispondenti ad una responsabile cautela, autorizzato il commercio e la distribuzione di carne fresca equina destinata alla alimentazione umana, senza alcuna distinzione di età.
Non ci resta dunque che riscoprire le straordinarie qualità della carne di cavallo ad iniziare dal suo alto valore proteico superiore di gran lunga a quello delle altre carni e al suo basso contenuto in grassi (inferiore di circa il cinquanta per cento rispetto al manzo magro) che ne fanno l’alimento principe per tutti coloro che devono seguire una alimentazione povera di grassi soprattutto di origine animale, i sedentari e più in generale tutti i soggetti in sovrappeso.
I dati scientifici sulla sperimentazione, le riflessioni medico-cliniche, le osservazioni epidemiologiche suggeriscono infatti in modo unanime che è realmente un carne di grande qualità
un saluto da diete dimagranti