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Risotto alle mele con lardo e rosmarino

Da Melagranata

Risotto con mele, lardo e rosmarino e la mala educatión.

 

Risotto alle mele con lardo e rosmarino

Piove e fa freddo. Prendo l’auto, io che in città la evito come la peste. Devo ritirare un pacco molto ingombrante dall’altro capo della città: la mia, di città, è lunga e stretta, da una parte il mare, dall’altra i monti. Da qui a là son dieci chilometri e son lunghi e il vento freddo non perdona.
Si inizia con uno stop non rispettato e l’autista in maglietta caraibica, incurante di temperature e rispetto della segnaletica alza il dito, medio of course, e passa indisturbato: lo stop non l’ha rispettato lui, s’intende.
Alla seconda curva, un motorino guidato da un papà con minifiglio aggrappato al giaccone, casco ciondolante in testa e gambette larghe sul sellino, sorpassa a destra, si infila tra la mia e l’auto davanti, sfreccia a sinistra e sbanda, evita di un soffio l’autobus e si insinua in un varco miracoloso. Un brivido di freddo. Si va. La coda procede, lenta. Due auto posteggiate, seconda fila, of course, una a destra e una a sinistra. Furbissimi. Le carreggiate così ridotte lasciano passare a senso alternato,ora io ora tu, ma l’autobus non ne vuole sapere. Frena, sbuffa soffia, poi inizia a suonare una tromba bitonale. Dallo sportello bancomat si stacca di malavoglia una signora, elegante, tacco alto e cappottino blu, che impettita raggiunge la sua carrozza ingombrante: guarda la coda da lei creata, con un misto d’orgoglio e di sfida e fa un gesto, un movimento delle spalle “dovevo fare il bancomat, no?”
La discesa è ripida, verso il centro città, le auto incolonnate: Genova sotto la pioggia si blocca. Dal posteggio sotto i platani centenari,  escono i ragazzi del Liceo Linguistico in motorino. Sfrecciano veloci, asfalto bagnato o no, saettano tra le auto incolonnate, sfiorano parafanghi, si insinuano e sfuggono, a destra, a sinistra. I pedoni attraversano, incuranti della mancanza di strisce pedonali o semafori: se uno scooter dovesse mai slittare sul bagnato, sarebbe una strage.
La piazza grande, la fontana, l’ampia strada trafficata: signori eleganti e signore cariche di sporte della spesa, anziani con i nipoti per mano, fidanzati innamorati e avvinti in teneri trasporti, ragazze da capogiro e giovanotti prestanti. Ma ce ne fosse uno che aspetta il semaforo verde per attraversare:   te li trovi ovunque e se accenni ad una smorfia di contrarietà ti attaccano duro. Ma che c…vuoi? Ma vai, và! E’ proprio quello che vorrei, andare, prima che il semaforo ritorni rosso, dai che qui dura tre secondi, devo svoltare…un camion posteggiato metà sul marciapiede e metà fuori. Ingorgo. Davanti al camion, seminascosto, guizza un bambino al guinzaglio di una cane più grosso di lui (o viceversa, chissà!) attraversa tra le auto che strombazzano, manda tutti, equanimemente, al diavolo e raggiunge l’altro marciapiede.
Comincio ad essere esausta, io che guido da trent’anni. Mi domando come facciano i tassisti, tutto il giorno sulla strada. Che stress.
Come in risposta, uscendo da una galleria, il taxi bianco,  alla svolta a destra,  si insinua tra me e il marciapiede, “spinge” per passare, manovra rapido, ma inflessibile, raggiunge la corsia preferenziale, ovviamente occupata da auto in sosta, sfreccia a sinistra ancora: davanti a me alcune auto inchiodano, lo lasciano passare, tra accidenti e clacson infuriati.
Tre quindicenni un po’ oversize in pantacollant e giubbotti uguali, capelli biondi e passo da pantera sui trampoli, sculettano accanto al marciapiede: accanto, perché sul, immagino, è banale. Ridono, alle rimostranze degli automobilisti. Io non dico niente, esausta. Rispettare le regole è davvero impossibile, in questo Paese?
L’autobus ferma in mezzo alla carreggiata, che accostarsi al marciapiede poi ci vuole tempo a rientrare in pista!, si forma la coda, i passeggeri scendono, lentamente,  e inesorabilmente dilagano per raggiungere luoghi diversi, qui e là attraverso le auto in colonna: quasi quasi farei una strage!

Risotto alle mele con lardo e rosmarino

300 g di riso Carnaroli
2 grosse mele croccanti
40 g di lardo di Colonnata
30 g di parmigiano reggiano grattugiato
3 rametti di rosmarino+ un poco per la decorazione
una cipolla
8 dl di brodo vegetale
mezzo bicchierino di Calvados (o sidro, o vino bianco )
 + un cucchiaio circa.
30 g di burro + 10 per la mela
sale, pepe

 

Tritate il lardo con la cipolla e il rosmarino. Mettete il battuto in una casseruola con 20 g di burro e rosolatelo per 3 minuti. Aggiungete il riso e fatelo insaporire per 1-2 minuti. Bagnate con il liquore e lasciatelo evaporare.
Irrorate con un mestolo di brodo caldo e unite una mela privata del torsolo e ridotta a tocchetti. Regolate di sale e pepate. Proseguite la cottura per circa 18 minuti mescolando spesso e aggiungendo un po’  di brodo ogni volta che si asciuga.
Prima di togliere dal fuoco, mantecate con il burro rimasto e il parmigiano  grattugiato.
Tagliata a fette la mela rimasta,  spadellatela per pochi minuti con 10 g di burro, un rametto di rosmarino e sale; sfumate con una spruzzata di Calvados. Distribuite il riso nei piatti e decorate con le fettine di mela e qualche ciuffetto di rosmarino.

 


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