Risotto marinaro ed il romanzo di roberta schira

Da Simoeffe
RISOTTO MARINARO  
“Piazza Gourmand” - tre grandi chef entrano nel romanzo

"Erano tutti lì, come se un oscuro richiamo li avesse convocati a uno a uno; tutti lì, come se non si fosse a Milano, ma in un posto dove il tempo è buono. Come in un luogo assoluto, in un tempo inalterato. 
E mangiavano tutti. I piatti passavano di mano in mano, i bicchieri si sollevavano colmi, il vociare diventava più insistente e gli odori più pregnanti.
Il cibo aveva compiuto l'ennesimo miracolo. Ancora una volta avvicinava, limava le differenze, leniva il dolore; il cibo favoriva le confidenze, faceva sfiorare qualche anima e affiorare solitudini.
Il cibo vinceva l'idea della morte."

Cosa ci fanno tre grandi cuochi dentro un romanzo? E perché dovremmo provare la ricetta del "risotto perfetto" per poter capire meglio la storia che stiamo leggendo?
Ma la risposta è chiara: si sta leggendo un romanzo culinario e cuochi e ricette sono il condimento della storia.
Roberta Schira ci presenta in questo libro le vite di alcuni personaggi, raccontate in momenti "gastronomici" e presentati con divertimento. Sono protagonisti ripresi nella quotidianità: uomini e donne che vivono i loro rapporti personali e sociali nello spazio della città che si apre e si sviluppa in una piazza, ma soprattutto sono persone che per vari motivi si avvicinano al cibo, apprezzandolo e facendo del cucinare e del gustare un momento di condivisione, di riconciliazione, di dialogo
.

Tre grandi cuochi entrano nella storia. Sono Heinz , Carlo e Ferran.
L'idea è divertente, come lo è anche la parte, tutta da gustare leggendola davanti ai fornelli, in cui vengono descritte alcune ricette in modo decisamente passionale e appassionato.
Il risotto diventa una esperienza sensuale, la Parmigiana di melanzane un viaggio nel tempo, il puré un piatto tutt'altro che semplice, la Zuppa Thai con tofu di cocco si trasforma in un quadro fiammingo...
Non siete curiosi?
 
ORA una ricetta
Torta di pane della signora Matilde del terzo
250 g di pane bianco senza
crosta
100 g di zucchero
100 g amaretti
100 g di mandorle sbucciate
70 g di burro
2 uova
1 stecca di vaniglia
mezzo litro di latte
1 bicchierino di liquore a piacere
zucchero a velo
sale

 


Fate bollire il latte con il pizzico di sale e la vaniglia, quindi versatelo sul pane e lasciate riposare 30'. Passate il composto al setaccio amalgamando lo zucchero e gli amaretti pestati. Unite al composto ottenuto le mandorle tritate, i tuorli, il liquore e il burro fuso al quale avrete tolto un pezzetto per imburrare la teglia. Amalgamate bene il composto e in ultimo unite gli albumi montati a neve. Versate in una teglia e cuocete a 160° per 40'.
Prima di servire la torta cospargetela con zucchero a velo.


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