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Rispetto

Creato il 15 giugno 2012 da Timoretremore

RispettoNel linguaggio odierno, la parola rispetto può voler dire tante cose, tutte diverse fra loro. Scriveva Voltaire che “ai vivi si deve del rispetto: ai morti non si deve altro che la verità”.
Rispetto è chiedere che le regole vengano rispettate, che il rispetto dei diritti e della dignità umana sia uguale per tutti (tenendo sempre conto che “le istituzioni, i diritti e i poteri pubblici sono anzitutto costituiti di persone e si rivolgono alle persone” ed è quindi “a queste ultime, o come si dice alla loro dignità, che anzitutto è dovuto rispetto”).
Si invoca rispetto per la natura e lo si pretende per un ruolo, quale che sia. “Un uomo è rispettabile solo in quanto porta rispetto”, ammoniva Ralph Waldo Emerson.
Si esige rispetto dai figli, dai collaboratori, dai cittadini e, se si occupa una poltrona regale, dai propri sudditi. Si ha grande rispetto per la tradizione, per la bellezza oppure per l’età. Si stima l’artista, l’atleta, il musicista anche se, come diceva Moliere, “stimare tutti è lo stesso che non stimare nessuno” e, parola di Montaigne, “ci offende meno il disprezzo degli sciocchi, che il saperci mediocremente stimati dalle persone d’ingegno”.
Ognuno di questi usi ci fornisce, se ascoltato un po’ più attentamente, alcune indicazioni pratiche per dar vita a una riflessione filosofica sul rispetto. Roberto Mordacci inizia dalla superficie, dal modo con cui si usa o si pronuncia questa parola. Ne analizza le origini, la storia e lo sviluppo scrivendone in modo chiaro e ordinato facendo emergere delle idee nuove ed energiche.
Rispetto, scrive Roberto Mordacci, “è una parola consunta, eppure potente, addirittura irrinunciabile”.


Roberto Mordacci

Rispetto
Raffaello Cortina Editore
2012



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