di Miguel Jorge
21 novembre, 2011, 11:28
Sabato scorso 19 novembre gli studenti dell'Università Davis della California hanno dato al mondo e alle forze di sicurezza dello Stato uno degli esempi più belli di come si manifesta. Allo stesso tempo, hanno dimostrato ancora una volta come alle menzogne di qualunque movimento di censura fa fronte il giornalismo territoriale e la pubblicazione delle cronache in rete. Questa è stata la risposta di fronte alla brutalità e crudeltà di azione da parte di un poliziotto nei confronti di un gruppo di giovani del movimento #occupy.
La storia ha inizio venerdì 18. Quel pomeriggio diversi studenti decidono di mettere in atto una protesta pacifica nelle vicinanze dell'Università. Come in tante altre occasioni, si protestava per la situazione del Paese e per il sistema finanziario. Si manifestava seduti e senza commettere atti violenti.
Linda Katehi, rettrice dell'Università, chiamò invece la polizia perchè liberasse il campus dalle proteste. La donna affermava che la gente stava invadendo le proprietà dell'Università e su questa base mise fretta alla polizia perchè sgomberasse i manifestanti.
Questa fu la risposta della polizia…
link al video su youtube
In modo indiscriminato e senza tentare alcun confronto a parole, si vede all'inizio del video che un agente del campus spruzza dello spray urticante contro i volti del gruppo di giovani seduti nella manifestazione. Poi iniziano gli arresti.
Ore dopo la polizia fa uscire il seguente comunicato:
Gli studenti erano stati avvertiti di abbandonare la zona alle 3 del pomeriggio. La protesta inizialmente doveva far capo a una cinquantina di studenti e dopo si rivelarono di più. Alcuni manifestanti indossavano completi protettivi e avevano con sè anche manganelli per cui gli ufficiali si sono visti obbligati a utilizzare i gas orticanti quando i manifestanti li hanno circondati. Non c'era altro modo di liberarsi dalla folla..
La dichiarazione della polizia è un insulto allo status di cittadino. Il video fu pubblicato dopo poche ore su You Tube e inziarono a comparire centinaia di denunce su Facebook sui fatti. 48 ore dopo le immagini hanno raggiunto più di un milione di visitatori.
è possibile che la polizia non si sia resa conto che la scena veniva registrata dalle videocamere degli studenti, ma quello che non lascia dubbi è che hanno mentito e usato una violenza estrema in una situazione molto diversa da quella che tentavano di far credere nel loro comunicato.
Il giorno dopo e e dopo aver visto il video, Katehi, la rettrice che fece intervenire la polizia, modificò il suo discorso e si riunì con i professori nell'Univesità. Pubblicò poi un comunicato dove definiva "incredibili" le immagini del video e dove chiedeva che si indagasse sulle azioni della polizia.
Gli studenti che sapevano che era stata la rettrice a chiamare la polizia per far piazza pulita delle proteste si fermarono ad aspettare fuori dal campus che lei uscisse per farle capire che la loro lotta non ha nulla a che fare con la violenza bensì è tutto il contrario.
Nonostante la donna abbia fatto qualche difficoltà ad uscire, alla fine molto tardi il sabato Linda Katehi se ne andò dall'Università dirigendosi verso la sua macchina. Qui ci fu la grande lezione degli studenti. Solo 24 ore prima erano stati attaccati brutalmente perchè stavano manifestando e esercitando il loro diritto di espressione...
Molte volte il silenzio può essere il più grande atto di protesta e opposizione contro una situazione. Probabilmente non leggeremo nulla sulla grande stampa di questa notizia. E nemmeno ce n'è bisogno. Twitter, Facebook e i restanti mezzi che la rete ci offre fanno sì che ognuno di noi sia un megafono di denuncia contro le autorità. Per quanto riguarda Linda Katehi, ha comunicato che non intende rinunciare alla sua carica dato che non ritiene di aver infranto alcuna politica del campus.