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Ristoranti Old Wild West: menu e prezzi

Da Serial344 @locasciog

Come si mangia e quanto si spende nei ristoranti Old Wild West.

Predicare da un pulpito allontana i fedeli perchè la vera dottrina è quella che si insegna con i sandali sporchi di polvere. Di nozioni ne sono state passate tante, ma ad occhi profani, tutte imperniate su obiettivi astratti. Ad un piccolo mondo che semplicemente ignora l'esistenza della materia da noi trattata, viene chiesto di provare a stravolgere le proprie convinzioni per ottenere qualcosa che si debba immaginare essere "buono", "morbido", "succoso", e via discorrendo. Più facile sarebbe partire da informazioni acquisite, da una base consolidata a qualsiasi livello qualitativo essa si trovi. Ma qual è questo livello? Cosa viene concepito come "normale" nel nostro paese quando si parla di carne alla griglia?

È ora di vestire i panni di moderni Savonarola, di calzare i nostri sandali e andare a sporcarli di polvere. È ora di mappare le steakhouse, le griglierie, le burgerhouse italiane e capire il punto dal quale si deve partire per cominciare la nostra piccola rivoluzione.

Avete letto bene quanto scritto in arancione e grassetto qui sopra?

Il primo passo del nostro cammino ci ha portato sui tavoli di un Old Wild West, una catena in franchising di origini friulane partita nel 1995 e giunta a 70 punti vendita all'attivo in 16 regioni. Come si intuisce dal nome, il tema del locale è evocativo di un saloon di frontiera americana, con tanto di totem indiani, tende tepee e carri carovana ricreati intorno ai rustici tavoli in legno.

Come si mangia e quanto si spende nei ristoranti Old Wild West.

Per questo appuntamento all'OK Corral, decido di riunire i Tre dell'Ave Maria (o il Buono, il Brutto e il Cattivo, senza spingersi oltre in merito all'attribuzione dei ruoli), ovvero Mauro Berzovini e Marco Solbiati, oltre al sottoscritto. L'intento è di formare una sorta di giuria, la più possibile autorevole ed imparziale e per reciproca comodità scegliamo come luogo del Mezzogiorno di Fuoco la filiale di Rescaldina, in provincia di Milano. Il menù è molto ricco, chiaro e leggibile e tratta per lo più hamburger, carne alla griglia e specialità americane e tex mex.

Come si mangia e quanto si spende nei ristoranti Old Wild West.

Per onore delle armi si voleva andare su una sorta di "domanda a piacere", scegliendo i piatti che la stessa catena di gestione dichiarava essere i propri cavalli di battaglia. I tre piatti contenuti nella sezione "Le Specialità del Saloon – I piatti che ci rendono famosi" fanno più o meno al caso nostro: abbiamo un BBQ BURGER, delle BBQ RIBS e una sorta di galletto aperto a farfalla con un rub piccante e cotto apparentemente al forno. Per omogeneità di giudizio decidiamo di sostituire solo quest'ultimo con un taglio di carne alla griglia. Tra i tanti scegliamo la SQUAW STEAK, una entrecote con cottura medium-rare.

Iniziamo a definire cosa dobbiamo aspettarci. Sul hamburger c'è poco da dire. La descrizione recita "pane al sesamo, hamburger (noi abbiamo scelto la versione double), bacon grigliato, anelli di cipolla, lattuga e salsa bbq", il tutto a € 10,60. Sulle bbq ribs la faccenda si complica: se la dicitura è questa io mi faccio un'idea ben precisa di cosa aspettarmi. La descrizione è concisa ma già ci dice qualcosa: "costine di maiale cotte al forno in salsa barbecue". La cottura è al forno e quindi già si potrebbe obiettare che tecnicamente non si tratta di barbecue ma questo potrebbe essere un limite accettabile se il piatto è ben realizzato. "in salsa barbecue" invece lascia un pochino più perplessi circa le possibili metodologie applicate e i possibili risultati. Il prezzo per una Slab 10 dita è di € 15,80. L’entrecote invece non è praticamente descritta, limitandosi ad un laconico “Entrecote di prima scelta alla griglia”, proposta a € 13,00. Arrivano i piatti e procediamo al test. Preciso che:

  • Al loro arrivo le pietanze sono state suddivise e ridistribuite in piatti puliti appositamente richiesti;
  • Il personale del locale non è stato ne informato, ne tantomeno preallertato in merito alle nostre intenzioni, ne sulla data e l'ora del nostro arrivo;
  • Il test è stato congiunto ma indipendente, nel senso che ognuno ha espresso le proprie considerazioni in fase successiva e senza consultare gli altri ne convenire o concordare alcunché;
  • I giudizi sono espressioni di gusto e non valutazioni tecniche inerenti fasi procedurali che non possiamo a prescindere conoscere.

Le nostre valutazioni sono state:

SQUAW STEAK

Squaw Steak - Old Wild West

Marco Agostini:
“In cottura si sono dimenticati del “rare”, ricordandosi solo del “medium”. Si avverte molto decisa la presenza di una marinata piuttosto invadente, discretamente piacevole ma fuorviante. Lo “spessore” del taglio è abbastanza contenuto, quasi impossibile mantenerlo al sangue. Gli effetti della reazione di Maillard tiepidamente presenti. Piatto discreto ma nulla di che.”

Marco Solbiati:
“Carne morbida e succosa ma troppo fine per permettere una decisa reazione di Maillard senza compromettere il grado di cottura richiesto. Il colore brunito tradisce una probabile marinatura last minute per conferire un aspetto decoroso e delle sfumature più decise nel sapore alla carne nel piatto. Valutazione finale: sufficienza piena, ma piatto senza lode e senza infamia.”

Mauro Berzovini:
“All’arrivo la bistecchina è quasi invisibile, e il restante 80% della superficie del piatto è occupata dalle patate Premium Fries e da una ciotolina con la salsa BBQ. Lo spessore è al mimimo sindacale, la cottura è un po’ avanzata; d’altra parte la cameriera non ha nemmeno chiesto il grado di cottura, ho dovuto richiamarla io per raccomandare un medium-rare – non 58°C al cuore, ma un semplice medium-rare, … dai! – ed ella ha reagito con un “uh? ah sì sì”… La carne è tenera, molto saporita, non saprei dire se per una marinatura o se perchè irrorata in cottura con un intingolo. È il piatto che mi è piaciuto di più.”

BBQ BURGER

BBQ Burger - Old WIld West

Marco Agostini:
“Sapori decisi e molto intensi schiacciano qualunque cosa. Occorre sezionare. Cipolle fritte e Bacon (alla piastra?) sono ben cotti e saporiti. Delude invece un po’ il cuore, ovvero l’hamburger: alti non più di mezzo centimetro, apatici e asetticamente uniformi nel gusto nell’aspetto, sembrano quelli di Mc Donald. L’insieme non era male ma era dato da un gustoso contorno che copriva un nulla di sostanza.”

Marco Solbiati:
“Si presenta bene per dimensioni e contenuti .La sensazione al morso è positiva. I sapori si amalgamano tra loro così le differenti consistenze. Nettamente superiore a qualsiasi Mac/King. Valutazione finale : positiva.”

Mauro Berzovini:
“Hamburger gigante di grande spessore, soprattutto per gli anelli di cipolla e per il pane stesso. Il morso è abbastanza equilibrato, anche se la salsa non è azzeccata. Anzi la salsa è proprio terribile. Dolciastra, fredda, caramellosa con un lontano aroma fumo. Gli ingredienti, presi separatamente, non convincono. Il bacon è grigio e molliccio. Cotto, sì, ma pare stufato. La carne abbastanza insapore e asciutta. Gli anelli di cipolla non sarebbero male ma come side dish, non dentro. Ok che finisce tutto nello stomaco, ma allora mettiamo nel panino anche il semifreddo all’amaretto. Preferisco il Big-Mac (ma non il Vivace di Gualtiero).”

BBQ RIBS

BBQ Ribs - 10 dita - Old Wild West

Marco Agostini:
“Dipende da cosa ci si aspetta. In base ai parametri ai quali siamo abitati, queste costine erano immangiabili. Se si entra nello specifico, si evince che le costine si staccavano bene dall’osso, segno di una cottura lenta e discretamente realizzata, al livello delle costine di una rosticceria per intenderci, ma la carne era troppo asciutta, quasi secca. La salsa barbecue poi è stata aggiunta solo a fine cottura con una spruzzata direttamente dalla confezione, la cui onda è riconoscibile distintamente sulla slab. La moisture intensa e i tipici sentori di affumicatura sono naturalmente assenti: semplicemente non è barbecue.”

Marco Solbiati:
“Prodotto che arriva sul piatto con caratteristiche e sapori completamente diversi da quanto descritto e promessi nella brochure di presentazione. Valutazione finale: non valutabile.”

Mauro Berzovini:
“Arriva la slab e l’aria si colora d’un buon profumo. Fine. Il resto è inqualificabile. Nemmeno il tentativo ironico di una slab al bbq. Zero. La carne è stoppacciosa e abbastanza tenace. Separare le ribs in tre parti un’impresa, tanto che sotto lo sforzo mi si piegano i rebbi della forchetta! Le ossa si sfilano pulite, segno che sono cotte, ma lo sono troppo rapidamente, e la carne ha subito il trauma e s’è indurita. Le ribs sono rinvenute in forno senza umidità, il che le rende ancor più secche all’esterno. Per completare il disastro, il “cuoco” le cosparge della solita, improponibile salsa BBQ, fredda, giustapposta, inutile.”

Giunti alle battute finali, spariamo i nostri ultimi colpi nel giudizio complessivo

Marco Agostini:
“E’ la fiera del “vorrei ma non mi azzardo”. La mia impressione è che volendo potrebbero fare di meglio (quanto è un incognita), ma che scelgano una politica di minimizzazione del rischio per riuscire a rendere la cottura “for dummies”, riducendo la qualifica del personale e conseguentemente i costi di gestione. Se si toglie il contesto, i condimenti saporiti e un’abile attività di merchandising, allo stato attuale l’OWW esprime il livello del grilling italiano: ai limiti dell’accettabile.”

Marco Solbiati:
“Ottime salads , buona carne ai ferri , burgers discreti. Prodotti ben progettati si presentano sul piatto con un buon impatto visivo. Peccato la cucina non a vista. Valutazione finale: OK il grilling meglio lasciar perdere quanto pubblicizzato come BBQ.”

Mauro Berzovini:
“Sono rimasto molto deluso. Soprattutto dalle ribs. Meglio puntare sulla bistecchina oppure – provata altre volte – su un’insalatona, magari con del pollo grigliato e condimento stile Caesar’s. La salsa BBQ rovina tutto e i metodi di cottura non sono adeguati. Nota positiva: il free refill di spagnolette; almeno a stomaco vuoto non si va via.”

Voi siete mai stati in un OWW? Fateci una vostra recensione.


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