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ritorni

Creato il 05 ottobre 2010 da Zdora

farsi un viaggio di 4 giorni in puglia di cui due passati in treno quasi febbricitante mi hanno fatto riflettere sulla mia paura di prendere l’aereo. ochei, la prossima volta me la farò sotto, ma basta viaggi della speranza farciti di ritardi astronomici, bambini che urlano, signore piene di borse frigo sotto il sedile proprio davanti al tuo, malessere e stanchezza.

in ogni modo, eccomi qua. ridotta ad uno straccetto mucoso dalla voce di amooonda liar. pronta (pronta?) ad un nuovo esaltante inizio. pronta a farmi tutta la prossima mattinata a scrutare un collega che mi illustrerà diversi farmaci animaleschi mentre il muco prenderà il possesso del lato destro della mia faccia.

eccomi qua, fresca fresca di tinta taglio e piega, il tutto costato la modica cifra di 90 euri tondi tondi. taglio e piega di cui, inoltre, non sono per niente soddisfatta. se ti dico “voglio un ciuffo come il tuo” non è che poi mi devi tagliare i capelli da suora facendomi un ciuffetto orendo che col tuo non ha nulla a che vedere, eh. comunque. ci hanno pensato le forbici di casa mia (per la modica cifra di…beh, niente). stavolta i capelli me li ha tagliati la collega del tipo che mi piace da matti come me li taglia, e non sono rimasta soddisfatta. solo una volta, in un altro salone, ho chiesto espressamente di essere tagliata da una persona, non l’hanno permesso e alla fine me ne sono lamentata. e mi hanno mangiato la faccia. dubbio amletico sul da farsi, sui trucchi per non farmi più tagliare da quella. suggerimenti?

ritorni
la clerici è tornata alla prova del cuoco. non la sopporto. che poi. ne vogliamo parlare? e parliamone. io sono l’ultima che può dire a qualche donna “hai voluto figliare? e allora tiè, chi va via perde il posto all’osteria”. per me è inclassificabile che un datore di lavoro si permetta anche solo ad un colloquio di chiedere se l’interlocutrice vorrà dei figli. immaginiamoci il licenziamento o, come in certi casi, il mobbing puro. che certe persone pensano di essere spuntate sotto i cavoli, che nessuno le abbia tenute in pancia per 9 mesi e poi le abbia accudite. parlavamo, però, della clerici. capisco sta situazione della gravidanza. capisco che lei, a quel lavoro, ci fosse affezionata. ma dopo 2 anni di degna sostituzione della isoardi io il posto glielo avrei lasciato, eccome. soprattutto dopo aver presentato il festival di sanremo e conducendo quell’odiosa trasmissione coi marmocchi invecchiati. cioè. le donne che perdono il lavoro per la gravidanza hanno grossi problemi, le si mette proprio nella merda, e scusate il francesismo. lei è lì che di certo non muore di fame, si può permettere di vedere crescere sua figlia (o suo figlio?) e che fa? arraffa tutto. e, non paga di tutto ciò, quando inizia la trasmissione piange. tipo rochi che vince contro draco. come per dire “ecco, giustizia è fatta”, come per sfoggiare sul (tirato) viso il sorriso della rivalsa sui soprusi che ha dovuto subire. alla faccia di chi di un lavoro ne ha veramente bisogno. scusate. non la sopporto proprio.

ritorni
ritornano i marun faiv con un nuovo album. e scusate se è poco. in realtà non me ne potrebbe fregare di meno, ma già da giugno il superfico cantante mi ha ricominciato a deliziare la vista col (bruttissimo) video che lancia l’album. è proprio bbono, eh.

ritorni
tornano i gossip sulla d’urso. si dice abbia un flert con coso, lì, l’ex della ventura. ciò non mi interessa, ma mi fa rilettere a proposito di un argomento di cui avrei voluto scrivere un mesetto fa: si dice che la canzone di pupo, quella della pubblicità scai, appunto, sia dedicata proprio alla barbarella più vanitosa del piccolo schermo. ora: vogliamo fare un sondaggio per scoprire chi NON è andato a letto con lei? o meglio, chi NON si è dovuta ripassare per stare ogni pomeriggio in video a trapanarci i cosiddetti? io fossi in lei non mi vanterei di ciò, comunque.

ritorni
torna santoro alla tivù. la mia personale promessa è stata: “basta. ora mi devo impegnare a sentire sti programmi che parlano il politichese. se no non ci continuerò a capire nulla“.  ci ho provato. non ho più saltato a piè pari le rubriche di enrico e gad su vaniti, ho seguito i tg senza distrarmi al primo accenno di politica, insomma, ho fatto i compiti. inutile dire che, quando ho snocciolato allo zdoro, durante una cena, un po’ di aneddoti e nomi seminati qua e là  con fare un po’ sbarazzino, e lui, senza batter ciglio, mi ha risposto solo con un “quando dicevi “balsamo” intendevi “profumo”, vero?” ci ho rinunciato. beata ignoranza politichese.



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