Ritorno

Come al solito, Kin e' stata una scarica elettrica. Sto ancora vibrando. Anche dopo aver attraversato tutto il Congo, sull'aereoplanino dell'Humanitarian Aviation Service, guardando distese di terra verde e misteriosa, senza uno straccio di presenza umana. Con fiumi bruni e sinuosi come serpenti. E' proprio vero che il Congo e' l'ultima avventura rimasta sulla terra. Anche dopo essere atterrata sulla pista di Kalemie, in Katanga, sulla costa del lago Tanganiyka, con una pista dell'aeroporto piena di buche da far paura. E perfino dopo essere atterrata a Goma, la mia Goma, una distesa di baracche con tetti di metallo corrugato e villette a bordo lago. La mia Goma dall'aria pulita, senza i vapori tropicali della capitale. Col lago azzurro pastello, le strade sconnesse e il Nyragongo che troneggia, assoluto, all'orizzonte. Bello e terribile come l'anima del Nord Kivu. Anche dopo tutto questo, il Kin beat mi sta incollato addosso. I tramonti sono rossi, a Kinshasa. A Goma sono rosa.