Ritorno Al Futuri (BTTF)… 25 anni e non sentirli

Da Nonsolopizzaecinema @audreyandgeorge
Arrivare al cinema e vedere parcheggiata proprio lì fuori la mitica DeLorean… è un tuffo nel passato che non mi aspettavo e che, onestamente, vale molto più di quanto avrei potuto credere! È accaduto il 27 ottobre 2010, giorno in cui si è celebrato -in contemporanea nazionale- il 25° anniversario del film Back To The Future. Ed io, ovviamente, c’ero. E non ero solo: con me -fra gli altri- c’era anche tutto il CDA del blog!
Non so voi, ma il viaggio nel tempo è sempre stato una delle mie fantasie più ossessive: questo film, senza dubbio, l’ha saputa alimentare a dismisura, aprendomi anche a nuovi dubbi e curiosità. Nel suo lavoro Zemeckis ha saputo rappresentare alcune possibili risposte alle infinite domande che assillano la mente di chi, come me, è catturato da questo miasma, regalando una catarsi insperata e duratura.
Lo ammetto: sono un fan! Sono cresciuto con alcune delle battute di questo film ed alcuni personaggi sono stupendi… primo fra tutti il papà nel passato: è a dir poco geniale!
Come è mia abitudine, non mi va tanto di parlare delle varie situazioni del film, quanto piuttosto di quello che mi solletica, nel bene e nel male. In questo caso adoro il concetto dei piccoli eventi che provocano grossi stravolgimenti nel futuro: basta un dettaglio anche apparentemente insignificante e la vita da cui Martie proviene può divenire tutt’altro… fino anche alla sparizione stessa di Martie. E non dispiace nemmeno pensare a Chuck Berry che trova il suo nuovo stimolo ascoltando Martie che suona col cugino Marvin Berry!
Un’altra cosa mi ha fatto effetto nel rivedere questo vecchio film, e non solo a me: c’era una valanga di pubblicità “occulta”. Cibi, bevande, macchine, dispositivi, abiti… oggi ci sorprende, ma 25 anni fa era all’ordine del giorno. Un po’ come quando si vede oggi fumare qualcuno in un ambiente pubblico: è diventato anormale, quasi fastidioso anche per i fumatori! Sign of the time…
Ora è il momento per espandere le nostre sensazioni, entrando in contatto col cibo che consideriamo strettamente connesso a questa esperienza. Spingiamoci allora negli anni ’50, quando negli States regnavano i mitici Diners: qual era il cibo numero uno? Ma certo: l’HAMBURGER! Dimenticate le catene che spopolano oggi: il vero American Hamburger è veramente speciale, ma per gustarvelo dovete andare in America, oppure dovete farvelo a casa. Su come piace farcirlo ognuno è giusto abbia le sue preferenze, come io ho le mie. Ma per onestà intellettuale lascio a un americano DOC, Josh Ozersky, il compito di dirvi come dovrebbe essere quello perfetto: usando le sue parole, qualsiasi cosa in più ed ottieni di meno.
Enjoy

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