Il New York Times chiude 10 suoi blog
Il New York Times dà un taglio ai blog: una buona metà dei diari on line che reporter e redazioni del più influente quotidiano americano usavano per esprimersi a ruota libera si avvicinano alla chiusura nei prossimi mesi. È la sorte capitata di recente a Green, blog sull’ambiente, e che sta per toccare anche a The Lede, il seguitissimo blog che affrontava in divenire il fatto del giorno.
«Continueremo a fornire contenuti con un tono più colloquiale, solo non sarà più nel formato tradizionale dei blog in ordine cronologico inverso. The Lede sarà il decimo blog chiuso e altri ne verranno», ha dichiarato il vicedirettore Ian Fisher, che non ha voluto precisare quali blog sono destinati a scomparire se non per rassicurare i lettori che i seguitissimi DealBook (finanza), Well (salute) e Bits (informatica) non hanno le ore contate.
Quando i blog comparvero sul New York Times intorno al 2004 rappresentavano la nascita di un nuovo modo di fare giornalismo, più personale e orientato rispetto alla tradizione. Un modello talmente vincente che alcuni blogger come Nat Silver del Times ed Ezra Klein del Washington Post hanno finito per mettersi in proprio, avendo raccolto montagne di seguaci per il loro valore.
Sono state tante le ragioni dietro la decisione del Times, a cominciare da una puramente tecnica: il software dei blog non funziona bene con il recente restyling del sito. Alcuni blog sono popolari mentre altri «ricevono pochissimo traffico e richiedono un’enorme quantità di risorse perché il blog è un animale che ha continuamente fame», ha spiegato Fisher. In ogni caso alla fine «i lettori saranno contenti e la qualità migliorerà perché i giornalisti non saranno costretti a riempire il blog con contenuti artificiali o di scarsa rilevanza».
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