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Ritorno all’Etica

Da Anna
Ritorno all’Etica
L’inizio di un nuovo anno mi riempie sempre di entusiasmo. E’ l’inizio e insieme l’attesa per qualcosa che deve venire, qualcosa da costruire, qualcosa su cui riflettere, qualcosa da condividere. Per questo nuovo inizio ho deciso di approfondire un tema che, passando spesso come speculazione filosofica, ha perso il suo valore primario, quello di farci riflettere sul bene e sul male. E non mi sbaglio se insisto su questo tema, là dove pare che la tecnologia e la finanza stiano viaggiando velocemente, raggiungendo in questo modo anche i propri limiti.
Parlare di Etica nel 2014 è forse più importante che mai proprio perché le esigenze di vita sociale lo richiedono con forza. Là dove certa morale è diventata “fluida”, dobbiamo tornare alla radice della questione etica. La morale (dal latino mos = insieme dei costumi e delle usanze ereditate dagli antenati. Quindi intendiamo per morale quella parte filosofica centrata sulle norme del gruppo e della civiltà.) che da 30 anni ha mostrato il suo lato “oscuro” attraverso la decadenza dei costumi, l’eccessivo individualismo, la speculazione non pro ma contro gli altri, ha fallito il suo mandato (stabilire ciò che è giusto o sbagliato per una collettività).Penso che si debba riprendere la riflessione intorno all’etica (da ethos = che i romani traducevano come habitus, l’abito che indossa la persona, il modo costante di comportarsi di ogni singolo. Infatti l’etica è quella parte della filosofia che si occupa del comportamento di ogni singolo nei confronti dei suoi simili).
Un errore di fondo che a mio avviso è stato commesso in questi anni è stato quello intorno al concetto di diritto alla Libertà, in contrapposizione con il bene comune. Abbiamo scambiato la libertà come il “fare ciò che mi pare” ad ogni costo. Degli altri non v’è preoccupazione. Ma il concetto di libertà già studiato durante il  Rinascimento e l’Umanesimo aveva un altro significato. Libertà come capacità di auto costruirsi e di sviluppare un potenziale umano che è universale. Il codice etico va allora costruito sulla natura dell’uomo.  Ma se tale natura esiste ancora in potentia, come possibilità diventa difficile stabilirne i contorni. Allora dovremmo pretendere che gli insegnanti e i legislatori ci aiutassero a far emergere questo potenziale, come una levatrice aiuta a far nascere una creatura. Io sono convinta che se stimolati a far emergere questo potenziale, ciascuno di noi può trovare il suo posto e la sua ragione di vita nella società, partecipando così alla costruzione di una morale che la renda più umana per sé e per tutti.
Accontentarsi e dare per scontato che nulla si possa cambiare alimenta un atteggiamento indifferente che porta soltanto a guardare nei confini del proprio orticello. Urlare, essere contro in modo sconsiderato senza ascoltare e quindi aprirsi all’incontro con l’altro alimenta solo odio e rancore. Allora qual è la risposta?La via dell’etica è un percorso e un processo in continua evoluzione. Come sostiene Kant è sempre possibile dare una risposta etica chiedendo alla propria coscienza se stiamo o meno danneggiando il prossimo. Un tema caro anche a Papa Francesco che ammonisce «Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole»La sfida dei prossimi tempi, che è un’opportunità evolutiva, gira intorno a questi due temi che non sono in contrasto: come sviluppare a pieno il proprio potenziale per costruire una società più umana, una società che possa utilizzare la ragione, il sentimento e la propria spiritualità in armonia con sé e gli altri.A tutti buon inizio.Anna JRiferimenti:Z. Bauman, “Le sfide dell’etica”, Feltrinelli, 2010
www.linkiesta.it/papa-francesco-denaro-finanza

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