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Ritorno all’infanzia ovvero l’inzio del rincoglionimento

Creato il 10 aprile 2012 da Silvanascricci @silvanascricci

Ritorno all’infanzia ovvero l’inzio del rincoglionimento

Avete presente quelle pellicole di plastica trasparente che ricoprono i componenti delicati delle tv, dei pc, dei telefonini, degli oggetti d’argento e di un sacco di altre cose?

Io ci ho una passione insana, ma scema scema, per quelle pellicole, mi piace da matti toglierle, lentamente, molto lentamente come se spogliassi un amante.

Poichè in casa sanno di questa mia perversione, ogni volta che qualcuno compra qualcosa che abbia siffatta pellicola mi viene concesso lo spogliarello.

A parte questa strana, ma innocua, depravazione  non ho altre manie insolite, e, certamente, non ho quella di fare collezioni o, tantomeno, raccolte punti.

Ma…c’è sempre un ma nella vita, un mesetto fa la coop ha pensato di mettere in commercio un album con le relative figurine (ogni dieci euro di spesa te ne danno un pacchetto).

Proprio un album come quelli Panini della nostra infanzia (oddio, proprio uguali no, ‘sto album ha la copertina cartonata e le pagine patinate).

Non mi era passato neppure per l’anticamera del cervello di mettermi a fare la raccolta delle figurine (che non l’ho mai fatta neppure da bambina) senonchè mio marito ha visto le locandine pubblicitarie durante una sessione di spesa e non c’è più stata pace.

Mi ha frantumato i cabassisi, mi ha mantecato le ovaie, finchè, esausta, non ho pronunciato il secondo, fatidico sì.

Inizialmente ho pensato che a parte mio marito fossero solo i bambini dai tre ai nove anni a dedicarsi, anima e corpo, alla raccolta, all’incollaggio ed allo scambio frenetico di figurine.

Celo, celo, manca!

Col cavolo!

Ho scoperto, sorpresa e stranita, che sono un mare le persone che lo fanno ed hanno tutte, o quasi, dai trenta ai sessant’anni; ho scoperto esserci, in ospedale, una specie di mercato delle figurine, uno scambio frenetico di leoni, zebre, gazzelle, tonni dalle pinne gialle, storioni del Danubio come se piovesse.

Esiste una vera e propria borsa delle quotazioni: il rarissimo tarsio delle filippine vale dalle sei alle nove figurine con tendenza al rialzo; la litoria infofrenata vale quattro/sei figurine, il cane della prateria dalla coda nera te lo tirano dietro, il pesce spatola viene trattato come i titoli tossici della Grecia.

Ultimamente sono apparsi, nelle bacheche aziendali dedicate alle informazioni tra dipendenti, annunci disperati in cui si cedano la 138, la 125, la 2, la 179, la 25, la 33 in cambio della 9.

Robe da matti anche su FB, dove conoscenti parlano un linguaggio spionistico-esoterico di baratto di figurine del desiderio.

Il colmo di questo parossismo di raccolta ci sarà nella penultima domenica di aprile, giorno in cui le coop della città faranno la giornata dello scambio.

Immagino con terrore la scena….e mio marito ha già detto che “dovremo” andarci; dovremo? perchè dovremo? al massimo dovrà; se la mattina dell’ultimo giorno di aprile leggerete sui giornali di un efferato omicidio alla coop saprete che sono stata io.

Sono piuttosto perplessa, non so se considerare tutto questo come un allegro ritorno alle gioie dell’infanzia o considerarlo, piuttosto, un vistoso rincoglionimento generale.



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