di Giuseppe Leuzzi. Fra gli euroscettici non antieuropei c’era Tsipras, ma Grillo non ha nemmeno ipotizzato di poterci fare gruppo. È a capo di un’armata di centro-destra. Uno dei tanti in agguato sui voti di Berlusconi. Grillo richiama irresistibile, come già Bossi, gli sporchi, brutti e cattivi: i mediocri. In un anno e mezzo non una sola personalità, o una sola proposta, degna di rilievo. Il suo atout più forte è il successo, la carriera pronta: la promessa, come già di Bossi e in piccolo di Di Pietro, ai nullafacenti di una rapida assunzione in cielo, a trentamila euro al mese o poco meno. Ma dell’epoca dei social forum: parolai. A loro modo virtuosi della parola, piuttosto che dei gesti.
Si dice populismo ma è la mediocrità. Basta sentire i parlamentari 5 Stelle di Sicilia, che sono i soli a sapere parlare: sono la caricatura del Siciliano, la maschera del chiacchierone, sempre aggiornato all’ultimo pettegolezzo e pieno di se steso, anticipatore in questo del parolaismodella rete.
Specificamente, Grillo sfrutta il meccanismo della “arrabbiatura”, della “collera spontanea”. Gli scopi d’ira comunque provocano sentimenti intensi. Magari a fiammate, che però per i molti costituiscono l’esperienza di una vita – la vita ora si esaurisce in fiammate non si costruisce (ci sono “reduci” già a vent’anni). Suscitando a macchia d’olio con la curiosità la compassione, come a una lite in strada o a un incidente, e anche la benevolenza, degli assistenti, di chi si trova a essere presente: non si rimprovera a qualcuno di “fare una scenata”, si cerca di capire, di aiutare. Un meccanismo semplice che i seguaci adottano forse senza furbizia ma senza requie. Non “esiste” linguaggio eccessivo in buona fede che si ripeta all’infinito, su tutte le piazze , con tutti gli interlocutori, dalle nonne alle giovani croniste, dai cialtroni ai social forum, a tutte le ore del giorno, tutti i giorni, da cinque o dieci anni. Non c’è collera naturalmente ma un surrogato di colera, una finzione più spesso da guitti, con artifici perfino modesti: l’esagerazione, l’oltraggio, il ghigno, l’aspetto irsuto, mezzo eremita, come Crozza rappresenta lo stesso Grillo, mezzo crociato, e sempre profetico. Un tempo si diceva épater le bourgeois.
Featured image, Crozza imita Grillo, dalla Rete.
di Giuseppe Leuzzi. Fra gli euroscettici non antieuropei c’era Tsipras, ma Grillo non ha nemmeno ipotizzato di poterci fare gruppo. È a capo di un’armata di centro-destra. Uno dei tanti in agguato sui voti di Berlusconi.
Grillo richiama irresistibile, come già Bossi, gli sporchi, brutti e cattivi: i mediocri. In un anno e mezzo non una sola personalità, o una sola proposta, degna di rilievo. Il suo atout più forte è il successo, la carriera pronta: la promessa, come già di Bossi e in piccolo di Di Pietro, ai nullafacenti di una rapida assunzione in cielo, a trentamila euro al mese o poco meno. Ma dell’epoca dei social forum: parolai. A loro modo virtuosi della parola, piuttosto che dei gesti.





