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Cosa non manca mai nella sua borsa? Il mascara e il fard. Com’è la sua relazione con il makeup? D’amore! Dovendo interpretare tanti personaggi diversi, è incredibile l’aiuto che ti dà il trucco: anche solo cambiando la curvatura delle sopracciglia o assottigliando la linea delle labbra. Quale ruolo l’ha abbellita, come persona? Quello in Like Crazy (lei e lui si amano ma lei vive in Inghilterra, lui negli Usa, e nessuno ha il visto). Non avevo mai lavorato improvvisando così tanto. Mi ha aperto la mente, mi ha resa più libera. Drake Doremus ci ha diretto magnificamente. Così avete fatto il bis. Sì, abbiamo appena finito di girare il secondo film insieme (Untitled Drake Doremus Project), con Guy Pierce e Amy Ryan: un gruppo affiatato. Anticipazioni? Sarò come la cugina dark della protagonista di Like Crazy. È sempre una storia d’amore, ma oscura. E nella vita, cosa si può improvvisare? Credo si debba assolutamente farlo in cucina, sperimentando! Sembra che lei abbia una grande attitudine al fai-da-te. È vero. Quando ho tempo dipingo e trasformo gli oggetti, con la musica in sottofondo come fonte d’ispirazione. A proposito di ispirazione, un nome? Mi lascio sempre influenzare positivamente dalle persone con cui lavoro. Per esempio Helen Mirren (è Prospera nella cine-versione di La Tempesta di Shakespeare, in cui Felicity interpreta Miranda): amavo il modo sapiente in cui si muoveva sul set. E da chi accetta consigli? Di solito ascolto il mio istinto. Ma ho anche la fortuna di essere circondata da persone di cui mi fido ciecamente: il mio agente e la mia famiglia (e infatti ad assistere all’intervista c’è la mamma di Felicity). Dopo quanti appuntamenti permette a un uomo di vederla senza trucco? (Ride molto. E poi chiede alla mamma di allontanarsi). Subito, al primo appuntamento. Mi rendo conto che farsi vedere senza trucco sia una metafora dell’essere nudi. Ma sì dai, se vuoi stare con una persona devi farti vedere come sei, e capire se funziona. L’idea è di rimanere senza niente addosso il più in fretta possibile... Seriamente, se piaci a qualcuno, gli piaci anche al naturale. E poi gli uomini non danno molta importanza a tutto questo. Invece lei è brava a nascondere i difetti? Sono una perfezionista. Quindi sì, tendo a fare in modo che tutto sia il più “corretto” possibile. In realtà sto cercando di essere meno pignola, perché non fa sempre bene pretendere il massimo da se stessi. Imparare ad accettarsi è un lungo cammino. Come trova l’equilibrio? Faccio yoga, occasionalmente. E mi piace nuotare. Ho iniziato a cinque anni, mi sento molto a mio agio in acqua. Amo il mare, l’oceano e i laghi. Ha iniziato a recitare molto giovane. Cosa ricorda di sé a quell’età? Caspita, non ho idea di come fossi a 11 anni. Ho iniziato a essere consapevole a diciassette! Allora ho scoperto il mondo e l’ho trovato molto eccitante. È il momento in cui realizzi chi sei e capisci che puoi decidere della tua vita. Ho scelto di studiare letteratura all’università, e ho iniziato a divertirmi parecchio. Ero una ragazzina grunge, amo gli skater e mi vestivo come loro. Pensare che ai tempi non andavo neanche in skate. Ho imparato a usare lo snowboard molti anni dopo, per il film Chalet Girl. Su quali progetti è ora? Sto leggendo almeno due copioni a settimana. È l’unico modo per trovare un buon lavoro. Avendo a disposizione dei magici effetti speciali, in cosa si farebbe trasformare? Nella donna invisibile, sarebbe interessante andare a spiare le persone. Ma mi piacerebbe anche viaggiare nel tempo, come in Midnight in Paris. Mi farei catapultare nell’epoca di Jane Austen per vedere se le dinamiche sentimentali sono le stesse, ma con abiti diversi. È difficile essere credibili nei film in costume che parlano di cose che non abbiamo vissuto? No, se il personaggio e la storia sono forti e reali non fa differenza il contesto. L’importante è credere nelle persone e nelle situazioni. Appunto. Come è stato recitare in Hysteria (la commedia di Tanya Wexler sull’invenzione del vibratore, nelle sale il 2 marzo)? È stato meraviglioso. Avevo una parte che non avevo mai affrontato prima: una donna conservatrice, ansiosa e rigida su tutta la linea. Che viene liberata dal vibratore. Lo script era fantastico, mi sono divertita molto. Cosa la fa ridere? Mio fratello. La serie tv Curb Your Enthusiasm, molto divertente. E anche il film Forgetting Sarah Marshall(Non mi scaricare, del 2008), esilarante. Anche Robot Chicken, una parodia con pupazzetti animati. Sorprendente. Ha il tempo di guardare la tv? Ce l’ho finalmente, per la prima volta in quattro mesi. Non mi ritaglio molti momenti per la tv a dire il vero, solo la notte. Qualche volta guardo due milioni di show in una volta sola. Parla come una vera appassionata di recitazione. Se non avesse fatto l’attrice? Volevo studiare legge. Ma sarei stata un pessimo avvocato, sono troppo impulsiva. Invece mi sa che devi essere più metodica. Per fortuna avevo una buona insegnante che mi ha fatto desistere. Dicono che lei sia la nuova “ingenue” del cinema, bellezza candida e innocente. Cosa la fa arrossire? Oh, ci devo pensare (ride). Forse, non sono molto consapevole. Mi rendo conto che sia una contraddizione, perché il mio lavoro è esibirmi. Ma faccio molta fatica a essere me stessa e a mostrarlo agli altri. E questo mi fa arrossire. I colori del trucco e del vestito influenzano il suo umore? Che domanda esistenziale! Più che il colore, è lo stile. Quando hai un abito ben strutturato, che ti fascia e ti rende femminile, ti senti automaticamente più grintosa, più forte. Lo stesso quando hai un dettaglio nel makeup che sottolinea il tuo lato misterioso e magnetico. E Londra, che colore ha? Blu. Per me è il colore dei pensieri. Io ci torno sempre quando ho bisogno di riflettere e prendere decisioni importanti. Vivo lì da quattro anni (è cresciuta a Birmingham) ed è il posto che considero casa. Anche se sono felice di esplorare il resto del mondo. Ha qualche programma per la sua serata milanese? Sarò a cena con Mr. Dolce e Mr. Gabbana. Non vedo l’ora. Rispetto il loro lavoro immensamente! (fonte: marieclaire)
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