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Ritratto di lucrezia Panciatichi, di Agnolo Bronzino

Creato il 12 ottobre 2014 da Valeria Vite @Valivi92

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Ritratto di Lucrezia Panciatichi” è un dipinto olio su tavola (104×84 cm) realizzato nel 1541 da Agnolo Bronzino e conservato agli Uffizi di Firenze insieme al ritratto del marito della giovane donna Bartolomeo Panciatichi, realizzato dallo stesso artista. Probabilmente il quadro è stato commissionato quando Bartolomeo Panciatichi venne ammesso nell’Accademia Fiorentina. I ritratti dei coniugi si trovarono a palazzo Panciatichi sino al 1634, anno della morte di Carlo Panciatichi o forse dell’estinzione del suo ramo famigliare, dopodichè vennero trasferiti nel palazzo del ramo fiorentino della famiglia e successivamente nelle Gallerie fiorentine.

La fanciulla, dalla carnagione eburnea, l’incantevole sguardo e il collo lungo ed elegante, è seduta su un sedile di legno leggermente di tre quarti; sulla mano sinistra appoggiata sul bracciolo intagliato spicca la fede nuziale, la mano destra invece è appoggiata su un libro di preghiere aperto, del quale è possibile leggere alcune righe.

Il sontuoso vestito rosso è ornato da pizzi e da una cintura con pietre preziose montate in oro. Le maniche hanno un pregevole sbuffo arricciato e terminano con maniche aderenti estraibili, fissate al vestito da lacci. I monili preziosi confermano non solo l’appartenenza della fanciulla ad un’elevata classe sociale ma raccontano anche alcuni aspetti della sua personalità, attraverso la simbologia delle gemme e la frase “Amour dure sans fin”, incisa in smalto nero sull’ampia catena d’oro. La frase sarebbe essere un riferimento all’amore coniugale o all’amore di Dio per gli uomini. Lucrezia è seduta in una nicchia scura tra due colonne ioniche, simbolo di bellezza e castità.

Il ritratto di Lucrezia è una delle icone della ritrattistica cinquecentesca. Vasari lodò i ritratti dei coniugi Panciatichi dicendo che sono “tanto naturali che paiono vivi veramente, e che non manchi loro se non lo spirito”.

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Fonti:


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