Ritratto di signora #23
Creato il 02 settembre 2013 da Mik_94
Ciao
a tutti, amici, e buon inizio di settimana. Dopo la pausa estiva,
torna, in questo primo lunedì di settembre, la rubrica Ritratto
di signora. Il sincero e
delicato articolo di oggi, firmato dalla Federica del blog Stasera cucino io (qui), è una riflessione su
un argomento che sta a cuore molte ragazze, ma anche molti ragazzi.
Come ci vedono gli altri? è una domanda che si pongono tutti, ancora di più in una società in
cui magra è sinonimo di bella e bella è sinonimo di felice. Vi
auguro, quindi, buona lettura e vi do appuntamento a domani, spero,
con una nuova recensione. Mik, Federica, Monica, Clara, Miki, Francesca.
La parola a... Fede
L'idea
per il “ritratto” di questo mese era una cosa che mi frullava per
la testa da un po'. Poi
un paio di mesi fa abbiamo letto un articolo che riportava alcune
dichiarazioni dell'amministratore delegato della Abercrombie&Fitch
(http://www.rocknmode.com/2013/05/24/abercrombie-fitch-le-iniziative-per-boicottare-il-brand-arrivano-dal-web/),
che ci aveva fatto riflettere su questo argomento, inizialmente
doveva essere un articolo collettivo, poi non si è più fatto, ma
l'idea è rimasta. "Grassa"
di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra
quando vuole ferirla; ricordavo di averlo visto succedere sia quando
andavo a scuola sia tra le adolescenti. Così ho ricordato com'è
strano e malsano l’insulto grassa. Voglio dire, grassa è davvero
la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere grassi è
peggio che essere vendicativi, gelosi, superficiali, vanitosi, noiosi
o crudeli ? No, per me no. Ma del resto, che ne so io delle pressioni
sociali sulla magrezza? Vengono indicati come esempi da imitare
quelle celebrità le cui più grandi imprese sono unghie
perfettamente smaltate, le cui uniche aspirazioni sembrano essere
farsi fotografare con nove vestiti diversi in una sola giornata, la
cui unica funzione nel mondo sembra essere il sostegno del commercio
di borse dal prezzo esorbitante e di cagnolini grossi come ratti.
Forse tutto questo sembra comico o di poca importanza, ma non è
così. Si tratta di quello che le ragazze vogliono essere, di quello
che suggeriscono loro di essere e di come si sentono per essere come
sono ed in un mondo ossessionato dalla magrezza mi preoccupa, perché
non voglio ci siano cloni emaciati con l’ossessione di se stesse e
con la testa vuota. Vorrei ragazze indipendenti, interessanti,
idealistiche, gentili, caparbie, originali, divertenti.. C’è un
migliaio di cose, prima di "magre". (J.K.Rowling). Quando
ho letto questo ho pensato fosse qualcosa che avrei potuto dire io.
Tutte le volte che amici o parenti più o meno bene intenzionati, mi
dicevano che ero grassa o che dovevo dimagrire mi chiedevo “come è
possibile che tutto quello che vedono di me si a questo? Come è
possibile che io non sia nulla di più del numero su quel cavolo di
display?” e continuo a chiedermelo ora che tutti mi fanno notare
quanto sia dimagrita “hai visto come stai bene ora?
Avresti dovuto
ascoltarmi tempo fa” E continuo a chiedermelo quando leggo
dichiarazioni come quella del signor amministratore delegato che dice
che nei loro negozi non vendono taglie superiori alla L perché il
loro marchi rappresenta uno status a cui non tutti possono accedere,
e che ragazze oltre quella taglia rovinerebbero la loro immagine. Ma
siamo sicuri che io e la mia XL roviniamo l'immagine di quel marchio
più di quello che fanno loro stessi rilasciando dichiarazioni del
genere? La
mia impressione è che il modello che ci viene proposto è:
magro=bello=sano. Ma spesso le immagini che vi corrispondono sono di
modelle o attrici scheletriche ed emaciate, che non trovo ne belle ne
sane. Dove si trova l'armonia in una figura tutta spigoli? Facendo
una ricerca (neanche troppo approfondita) su google ho trovato
veramente tanti siti/blog/forum dove, principalmente ragazze, ma non
solo, sono alla ricerca di questa estrema magrezza e leggendo qui e
là mi chiedo se il signor amministratore di A&F (sicuramente non
l'unico a pensarla così) si renda conto di quanto certe parole
possano incidere incidere su delle persone suggestionabili perché in
cerca di approvazione. Certo il problema è sicuramente più
complesso, e non risolvibile in poche righe, e in fin dei conti
quello che voglio dire io è semplicemente che dovremmo imparare ad
amarci e a vedere il bello in noi a prescindere da quello che ci
dicono gli altri.
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