Buongiorno a tutti,
come ogni primo lunedì del mese, eccoci qui con la rubrica "Ritratto di Signora", ideata da Monica di BOOKS LAND, alla quale mi sono unita da subito!
Per chi si fosse perso la presentazione e la spiegazione della rubrica, può dare un'occhiata QUI.
Con grandissima soddisfazione sono entrate a far parte del team anche
Sofia, del blog Cinesofi,
Elena, del blog Il diario della Fenice
e
Federica, del blog Stasera cucino io, che ha redatto l'articolo di oggi.
Come al solito non posso non dire che sono troppo orgogliosa del lavoro che stiamo facendo e faccio i miei complimenti a Fede per aver scelto dei personaggi così attuali.
Bando alle ciance e buona lettura!
"per la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace.”“Non possiamo raggiungere democrazia e pace durevole nel mondo se le donne non raggiungono le stesse opportunità degli uomini a influenzare gli sviluppi di tutti i livelli della società”e con l'augurio che il conferimento di questo premio:"aiuti a porre fine all'oppressione delle donne, che ancora esiste in molti Paesi, e a realizzare "il grande potenziale" che le donne possono rappresentare per la pace e la democrazia”.
Le due donne, che erano anche presidenti di due diverse chiese luterane, scrissero a Taylor: “In passato siamo rimaste in silenzio, ma dopo essere state uccise, violentate, disumanizzate e infettate e aver visto i nostri bambini e le nostre famiglie distrutte, la guerra ci ha fatto capire che il futuro risiede nel dire 'no' alla violenza e 'sì’ alla pace”.
Quando nel 2002 Leymah Roberta Gbowee, fonda la Women of Liberia Mass Action For Peace,il suo paese è preda di una guerra civile tra opposte fazioni che, a fasi alterne, dura da circa quindici anni.
E’ un giorno qualunque di prima mattina, e si odono gli spari di guerra, quando tra le bancarelle del mercato del pesce, un gruppetto di donne, tutte vestite di bianco, colore che diventa il loro segno distintivo, arrivato in silenzio si mette improvvisamente a cantare e a pregare.
Sono le donne liberiane per la Pace, e in testa c’è lei, chiedono tregua alle fazioni in lotta, chiedono l’accordo e la fine della guerra civile, la pacificazione del Paese, elezioni democratiche, ricostruzione e futuro per le famiglie e i figli.
In poche settimane, la pressione sociale delle attiviste vestite di bianco, cresce moltissimo, coinvolge donne di diversa professione e fede,cristiane e musulmane; di giorno cantano e pregano insieme, di notte impongono a mariti e amanti lo sciopero del sesso, lo adottano come azione di lotta non violenta contro la guerra.
La protesta si impone nel Paese, è la prima volta che si vedono cristiane e musulmane sfilare insieme, unite, mentre veglie per la pace coinvolgono insieme moschee e chiese.
La Women of Liberia Mass Action For Peace riuscirà ad ottenere un incontro con Charles Taylor, presidente in carica e protagonista dei quindici anni di guerra civile, e gli chiederà il cessate il fuoco e negoziati di pace. Taylor, che per farla sgombrare è arrivato ad offrire 5.000,00 dollari ottenendo in cambio un solenne rifiuto,“il denaro non compra la pace”, sarà costretto a capitolare.
Nel 2003 una delegazione di donne, con Leymah Roberta Gbowee in testa, arriva ad Accra, capitale del Gana, dove i previsti colloqui stanno languendo e inscena una protesta silenziosa davanti al Palazzo presidenziale: è la molla che determinerà l’accordo tra le fazioni e la fine della guerra civile liberiana.
Nel 2005 fonda l’ong “Women Journalists Without Chains” , Giornaliste senza catene (Wjwc), per promuovere la libertà di informazione e i diritti umani nel suo Paese. Dalla libertà di stampa il suo impegno si è sempre più allargato verso i diritti delle donne, dei bambini, la lotta alla corruzione e al cattivo governo.
Dal 2007 al 2010 espresse la propria ribellione partecipando, ogni martedì, a manifestazioni e sit-in davanti il palazzo governativo. Dallo scoppio della primavera araba, le attività della Wjwc si sono intrecciate con le manifestazioni che chiedono più giustizia e l’allontanamento del presidente Ali Abdullah Saleh, bollato come un dittatore. Il 3 febbraio di quest'anno, sulla scia di quanto successo già in alti paesi arabi e nordafricani, organizza il Giorno della Rabbia chiamando in piazza moltissimi giovani e studenti.
Ma l’impegno di Tawakul Karman si differenzia dalle manifestazioni antigovernative per due motivi: il primo è che lei è un avvocato della non violenza.
“Noi rifiutiamo la violenza e sappiamo bene quanti problemi la violenza ha causato al nostro Paese”.
Il secondo motivo è che l’attività di Karman è diretto anzitutto alla promozione della donna, in un Paese come lo Yemen, dove è radicato il maschilismo tribale e islamico. Il 67% delle donne sono analfabete e nella povertà, sono loro a soffrire più di malnutrizione, perché le famiglie privilegiano i maschi nella distribuzione del cibo.
La sua ong sfida il costume tradizionale, frenando i matrimoni delle bambine, aprendo corsi di alfabetizzazione per ragazze e spingendole a reclamare i loro diritti in famiglia. Nel marzo 2010 le è stato assegnato il premio internazionale “Donna del coraggio”
“Le donne devono smettere di sentirsi un problema e divenire parte della soluzione. Siamo state emarginate per lungo tempo e questo è il momento per le donne di levarsi e divenire attive senza bisogno di chiedere permessi o accettazioni. Questa è l’unico modo per dare qualcosa alla nostra società e permettere allo Yemen di raggiungere le grandi potenzialità che esso ha”.
Queste donne che hanno dovuto difendere in maniera molto concreta i loro ideali ci possono sicuramente insegnare che per cambiare il mondo non c'è bisogno di guerre e distruzione, ma una buona testa e un cuore grande possono fare molto di più. (Fede)
Non so voi ma io ho i brividi a fior di pelle. Non conoscevo la storia di queste tre donne e leggerla mi ha infuso una grande speranza.Grazie Fede!
Vi ricordo che, qualora foste interessate a partecipare alla rubrica, con un ritratto o con qualche suggerimento, potreste mandare una mail a me ( imaginary82@hotmail.it ) o a Monica ( moki418@hotmail.it ).
L'appuntamento è per il 2 Gennaio, con l'articolo di Sofi.
Alla prossima,
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