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Ritratto maldoniano di un esule inconscio (seconda parte)

Da Villa Telesio
Ritratto maldoniano di un esule inconscio (seconda parte)

Francisco Goya, "Due vecchi che mangiano" (1820-23)

leggi la prima parte (questo racconto è parte del ciclo maldoniano di Villa Telesio)

“Sai dove ti trovi, ragazzo?”

“Vi ho detto che non capisco un cazzo di quello che dite, che lingua è? Yiddish?”

“Prova tu, Kimber08, se continua così lo rimandiamo indietro: questo secondo me non riesce nemmeno a dormire, figurati sognare”.

“Dopo il disastro di quattro anni fa non possiamo permettercelo, lo sai, AltoPrete34”

“Sì lo so, lo so, ma figurati se…”

Si bloccò di colpo, fissando ebete Kimber08: l’androide si era come bloccata, il petto infuori, rigida. “Errore di connessione”, iniziò a ripetere monotona, lo sguardo fisso sull’uomo. Mario T. vide balenare il terrore negli occhi dell’ebreo, e ne approfittò: prese la prima cosa che gli capitò sotto mano – una specie di telecomando antiquato – e colpì l’uomo ripetutamente. Successe tutto in un attimo: aprì la porta del container, iniziò a correre.

Passando in mezzo a una dozzina di androidi immobili, un coro lo accompagnava nella fuga: “Errore di connessione”. Stava oltrepassando un cancelletto di ferro arrugginito – in cielo infuriava l’alba – quando una mano lo afferrò.

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Si risvegliò seduto su una poltrona gialla, la mano posata sulla testa di un cane enorme, sporchissimo. “Puoi fare una cosa per me?”, gli chiese una signora in vestaglia e camicia da notte, spuntata da chissà dove, con occhi languidi da vecchia troia.

Mario T. riuscì solo a rispondere: “Sì, mamma, credo di sì”.

“Caro Mariolino, dolce, caro mariolino”, rispose la donna, aprendosi un varco con la mano ossuta tra le pieghe della camicia da notte. “Porta questa a Tzozius, da parte del suo amore”. “Oh, cer….certo ma…mma, ma….cos’è?”

“Come cos’è, Mariolino, cosa vuoi che sia? E’ un sogno, siamo qui per questo, ricordi?”.

Lola nel frattempo pisciava su un tappeto dai contorni indefiniti. “Un sogno – biascicava la troia – un sogno per papà”.

(continua)


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