La regione di Mosquitia, come appare nella mappa
dell'Università di Houston (foto: Universtity of Houston)
Grazie ad una nuova tecnologia, conosciuta come LiDAR, gli archeologi hanno trovano una rete di piazze e piramidi nascoste all'interno della fitta vegetazione. La leggenda di Ciudad Blanca ha da sempre affascinato gli esploratori occidentali e l'avventuriero Hernan Cortès. Quest'ultimo non riuscì a ritrovare la misteriosa città né l'oro che, si diceva, essa custodiva.
Nel 1940 un avventuriero americano, Theodore Morde, affermò di aver trovato una "città perduta del dio scimmia", dove i locali adoravano enormi sculture a forma di scimmia, proprio nel luogo segnalato dall'aviatore Charles Lindeberg come probabile sito archeologico. Lindeberg affermò di aver visto un'incredibile metropoli antica mentre sorvolava la foresta. Purtroppo Morde rimase ucciso in un incidente stradale prima di poter rivelare il luogo esatto in cui sorgeva quest'antica città.
Gli archeologi Christopher Fischer e Stephen Leisz, dell'Università di Stato del Colorado, affermano che la misteriosa città nascosta dalla vegetazione doveva essere sede di una sofisticata civiltà mesoamericana, che ha saputo produrre strade lastricate, parchi, piramidi e un avanzato sistema di irrigazione. Il che porta a pensare che la civiltà preispanica della regione era significativamente più sviluppata di quanto si fosse pensato.
La località precisa dove sorge l'antico centro urbano rimane un segreto, per evitare eventuali saccheggi. Si sta, nel frattempo, pensando ad un esplorazione del luogo da effettuarsi l'autunno prossimo.