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Riuniti in gabinetto

Creato il 03 agosto 2014 da Symbel

Riuniti in gabinettoNei salotti buoni, o perlomeno allora considerati tali, della tv italiana di fine anni 80 e primi anni 90, non era difficile imbattersi in un argomento di discussione che faceva schizzare verso l’alto i nervi degli ospiti e stuzzicare le fantasie dei telespettatori. A questo argomento hanno dedicato persino canzoni, una su tutte un pezzo storico di Giorgio Gaber e interminabili discussioni in riunioni, feste, chiacchiere da bar.
Cosa è di destra e cosa è di sinistra?
La domanda al giorno d’oggi non sembrerebbe avere più senso, anzi chi pronuncia una delle due parole viene subito zittito con un perentorio: “ormai la destra e la sinistra non esistono più, sono tutti uguali” e solo i più fortunati, pochissimi, possono evitare di sentire la naturale conclusione: “Tutti ladri!”.
Ne è passato di tempo da quel Nanni Moretti disperato che gridava all’immagine di D’Alema sulla tv: “Dì qualcosa di sinistra!”.
Ripescando uno dei tanti elenchi su cosa è di sinistra e cosa è di destra, elenchi scherzosi, ma nemmeno tanto, mi ha colpito ritrovare spesso ribadita con convinzione e confermata nell’immaginario collettivo, questa affermazione: fare il bagno è di destra, invece la doccia è di sinistra.
La frase esatta, riportata nella succitata canzone di Gaber “Destra sinistra”, è questa: “Fare il bagno nella vasca è di destra far la doccia invece è di sinistra” con il corollario che La vasca da bagno è evidentemente di destra e il box doccia di sinistra.
Perché? Perché il bagno in vasca rappresenta il conservatorismo, il lusso di potersi permette tanti litri di acqua calda, magari pure l’idromassaggio. Un’idea di staticità beata, di un livello che aumenta tanto più ci si immerge nel proprio agio.
Invece la doccia è segno di velocità, dinamismo, rifiuto di adagiarsi o immergersi a favore delle mutevoli situazioni, stare nella posizione eretta (con la “schiena dritta”) sempre rivolti al progresso, roba alla portata di tutti, più facile da gestire, economica etc. etc.
Seguendo questo ragionamento, dando per un attimo per attendibili le sesquipedali boiate che son sempre state queste valutazioni politiche forzatamente portate sulle abitudini quotidiane, mi sono posto una domanda, sapendo già ahimè la risposta:
“il centrodestra italiano che fatica a risorgere dalle ceneri del Berlusconismo rococò, in che condizioni ha la vasca da bagno?”
Pessime direi. Incrostata dal calcare, con le piastrelle annerite dalla condensa dei vapori carichi di troppo sapone, segnata nella pareti interne dal livello dell’acqua sempre eccessivo, acqua sempre troppo calda, al di sopra spesso della sopportazione.
La soluzione però è a portata di mano. Avete presente le pubblicità che impazzano ultimamente anche sulla tv di stato? Mastrota e Wilma de Angelis che con un sorriso a 54 denti propongono di sostituire la vasca da bagno con il box doccia? Ecco quella è la soluzione perfetta.
Non il box doccia angusto dove si sbattono i gomiti e ci si fa una doccia velocissima che spesso trascura la pulizia dei piedi, ma un bel box doccia comodo, con il piatto doccia grande quanto la base della vasca sostituita, e una colonnina con i getti dell’idromassaggio e magari pure il seggiolino per l’effetto sauna integrato e, perché no, la radio inclusa per la diffusione della musica durante il lavaggio.
Di questo ha bisogno il centrodestra italiano, un bel box doccia extralarge che non rinneghi lo spirito delle radici ma dia un certo slancio verso la dinamicità che serve per garantirsi il futuro.
Il sospetto invece è che alcuni, continuando a sostenere una leadership che oramai ha mostrato tutti i limiti dell’età e della penuria di idee, vogliano solo sostituire la vecchia vasca da bagno con una con lo sportello, di quelle per gli anziani che hanno difficoltà a deambulare, in modo che sia più facile entrare e uscire.

symbel (redattore)

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