Magazine Cinema
Agosto, cinema mio non ti conosco... pochissimi film in uscita, sale semivuote, spiagge affollate. Niente di nuovo sotto il sole (cocente). E allora, per chi come noi se ne resta in città, tantovale recuperare qualche pellicola 'evergreen', quei film che non ti stanchi mai di rivedere nemmeno al loro milionesimo passaggio televisivo, titoli che sono ormai dei 'cult' senza tempo, indipendentemente dal loro valore artistico. E che, magari mentre siamo spaparanzati in poltrona, al fresco, aiutano a trascorrere meglio queste noiose serate estive. Buona visione!
(Big Wednesday)
di John Milius (USA, 1978)
con Jan-Michael Vincent, William Katt, Gary Busey, Patti D'Arbanville
Un mercoledì da leoni è un film 'generazionale' nel senso letterale del termine. Anzi, forse è proprio il film che ha aperto la strada a questo genere, ancora oggi gettonatissimo. Generazionale, nel senso che racconta di una generazione che non c'è più, fatta di valori, sogni, speranze, illusioni. Matt, Jack e Leroy sono tre ragazzi accomunati dalla grande passione per il surf. Siamo agli inizi degli anni '60, in California, autentico paradiso terrestre per chi ama essere costantemente 'sulla cresta dell'onda'. Tre amici inseparabili, che vivono la loro vita fatta di sogni, sballo, divertimento, belle donne, sbronze, baldorie. Normale, per chi non ha ancora vent'anni e ha la fortuna di trovarsi in uno dei luoghi più belli del pianeta. Le estati si susseguono, le scorribande gioiose dell'allegra combriccola pure. Così come il film, che all'inizio sembra una via di mezzo tra American Graffiti e Sapore di Mare...
Ma le estati non sono eterne. E con l'autunno arriva il Vietnam, il reclutamento, la guerra e tutto ciò che ne consegue. Matt e Leroy riescono ad evitare il fronte ricorrendo a stratagemmi, Jack invece si fa arruolare e parte: al suo ritorno troverà la sua compagna sposata con un altro, mentre l'amico Bear (il costruttore delle loro superbe tavole da surf) è caduto in disgrazia e si è rifugiato nell'alcolismo. Nel frattempo, Matt ha sposato la sua prima e unica fidanzata, mentre il pazzoide Leroy cambia un lavoro dietro l'altro, irrequieto com'è nel suo carattere. A poco a poco le loro strade si dividono, ma non il forte sentimento di amicizia e rispetto che lega tutti e tre. Si ritroveranno molti anni dopo, nel 1974, in un memorabile mercoledì, con qualche capello bianco in più e parecchi sogni nel cassetto in meno, in occasione della più grande mareggiata del secolo: sfideranno il mare per l'ultima volta, e forse non si rivedranno mai più. Ma quel ragazzino che riceverà in dono da Matt la sua tavola, idealmente farà da testimone a una nuova generazione...
John Milius racconta in quattro episodi (coincidenti con le stagioni di quattro anni diversi) il passaggio dall'innocenza all'età adulta, ma soprattutto il valore di un sentimento (l'amicizia) che non viene neppure scalfito dal tempo che passa e da un mondo che si trasforma radicalmente. Il ritmo del film segue le fasi del racconto: gioioso e scanzonato nelle scene iniziali, poi sempre più struggente e malinconico man mano che ci si avvicina all'epilogo... Un film molto 'maschile', che racconta un legame virile e indissolubile come forse solo le amicizie tra uomini sanno essere. Impossibile non commuoversi e versare qualche lacrima, specie in certe sequenze che sono rimaste impresse nella memoria (la veglia al cimitero del compagno morto in guerra, le scene finali in mare, tuttora insuperate per pathos e spettacolarità). Accusato (ingiustissimamente) di essere un film 'fascistoide', in quanto celebrativo del mito dell'uomo solo di fronte alla furia degli eventi, è in realtà una pellicola coinvolgente e umanissima. Da rivedere ogni volta che passa in tv.
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