Allora, dicevamo: ogni tipo di particella di cui andiamo alla ricerca prima o poi decade in elettroni, fotoni, muoni, un qualche tipo di adrone, neutrini, o nelle loro antiparticelle. Lo scopo primario di un rivelatore di particelle è quello di riconoscere queste particelle stabili (o stabili per un tempo sufficiente), che chiameremo prodotti di decadimento, e di misurarne le proprietà. Con un processo di estrapolazione (l’analisi dei dati vera e propria) si cercherà di risalire in un secondo momento a quale possa essere la particella iniziale (quella è decaduta subito dopo essere stata prodotta), partendo dalle caratteristiche dei suoi prodotti di decadimento. Di questa estrapolazione parleremo poi, una volta finito con i prodotti di decadimento e i rivelatori.
Continua… (Borborigmi di un fisico renitente)