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Rivoluzione next-gen? - Recensione - Xbox One

Creato il 12 novembre 2014 da Intrattenimento

Assassin's Creed diventa solo next-gen in una splendida Parigi, è il capitolo della svolta?

I mesi autunnali sono da sempre quelli più eccitanti in termini di uscite videoludiche, un susseguirsi di titoli che spaziano in generi tra i più disparati e riescono ad accontentare una larga fetta di utenza, la quale ha risparmiato gli amati soldini per non mancare all'appuntamento. Ubisoft rappresenta sicuramente uno dei maggiori esponenti del processo di emancipazione del mezzo videoludico, e seppure in talune occasioni non brilli in termini di comunicazione, sono da lodare la sua capacità di proporre tanti prodotti diversificati e l'essere una delle poche "potenze" extra americane a trainare questo mercato.

Rivoluzione next-gen?
Ma andiamo subito al dunque, il produttore francese ci ha invitato quattro giorni a Parigi per la recensione di Assassin's Creed Unity, assieme ad un'altra trentina di giornalisti con i quali ci siamo potuti confrontare e giocare assieme in coop su server dedicati. In pratica abbiamo avuto a disposizione una postazione dedicata su Xbox One, ogni giorno dalle nove di mattina fino alle nove di sera, che potevamo gestirci nella maniera che più ci aggradava e senza che nessuno ci dicesse cosa e come fare, proprio come se fossimo stati nella nostra stanzetta con la fortuna di provare il titolo prima dell'uscita dei negozi. In questa configurazione abbiamo portato a termine la campagna principale, completato diversi extra e come detto giocato assieme ad altri colleghi, in maniera tale da avere una panoramica completa ed esprimere un giudizio con tutti i crismi del caso. Assassin's Creed Unity è il primo gioco della serie ad essere stato sviluppato unicamente per le console di nuova generazione e PC - liberandosi da alcuni vincoli tecnici - ed è ambientato in una cornice suggestiva come quella di Parigi della Prima Rivoluzione Francese. Forse è il titolo più ambizioso di sempre da parte di Ubisoft, che si porta sulle spalle un fardello e alcuni interrogativi: è davvero il punto di svolta della serie, in grado di sfruttare la potenza di calcolo accresciuta per offrire un gameplay evoluto ed un comparto tecnico eccezionale? La risposta non è così immediata, e c'è tutto il resto della recensione per approfondirla.

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Nulla è reale, tutto è lecito

Il protagonista principale è Arno Dorian - pronunciato Arnò Doriàn alla francese anche nella versione italiana - del quale è possibile ripercorrere le gesta dalla sua iniziazione come Assassino allo scopo di vendicarsi di alcune morti che non riveliamo per evitare spoiler. Inserite in un contesto, quello parigino della presa della Bastiglia e della Prima Rivoluzione Francese, altamente affascinante e teatro potenziale di alcuni accadimenti purtroppo non pienamente sfruttati. Come ad ogni capitolo di Assassin's Creed impersonare il protagonista permette di indagare su personaggi chiave e momenti che hanno caratterizzato la storia su un periodo decisamente più ampio, un piano di lettura ulteriore che si riallaccia in maniera leggera ai precedenti capitoli, ed apre nuovi scenari per l'inevitabile seguito che viene ammiccato alla fine del gioco.

Rivoluzione next-gen?
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Arno ricorda nel carattere e in alcune vicissitudini il "nostro" Ezio Auditore, pur senza arrivare alle stesse vette di carisma a causa di accadimenti un po' più scontati e incentrati in primis come detto sulla vendetta, poi nella ricerca dei cospiratori che muovono i fili di quello che sta accadendo. Tra i personaggi chiave c'è in particolare Élise de la Serre, con la quale condividerà diversi momenti della narrazione ma anche alcune missioni, mentre il periodo storico scelto da Ubisoft ha permesso di buttare nel calderone personaggi come il Marchese De Sade, Napoleone e Robespierre, i quali partecipano alla narrazione anche se vengono approfonditi molto di più dalle missioni secondarie che da quelle principali, apparendo un po' forzati nel contesto dell'avventura principale. Parigi è semplicemente favolosa, per meriti ovviamente propri ma anche per una realizzazione da parte di Ubisoft Montreal a dir poco magistrale. Le strade sono vive e pullulano di centinaia di personaggi come mai successo prima nei precedenti capitoli, la complessità poligonale di strutture ed oggetti da quel senso di pienezza necessario per immergersi completamente nell'ambientazione, e il contesto permette di assistere a "diatribe" tra rivoluzionari e conservatori, gente che protesta davanti agli edifici pubblici o brucia le bandiere. Il sistema di illuminazione migliorato si riflette, è il caso di dirlo, sull'impatto di tutta la scena, la sincronizzazione nei punti di osservazione permette di apprezzare degli scorci davvero belli della capitale francese. C'è da fare una particolare menzione alla realizzazione degli interni, fantastica in termini di texture, dettaglio e complessità, anche quando si cammina (o si uccide!) per un corridoio o si attraversa una semplice casa durante la fuga. Molto dettagliata anche la realizzazione dei vestiti di Arno e degli altri personaggi, con tanti piccoli particolari piacevoli alla vista. Qualche compromesso però c'è: con la scusa dell'acqua torbida presente al tempo, la sua realizzazione non è in linea ad esempio con quella di Black Flag, e non ci sono nemmeno i bellissimi riflessi degli edifici sull'acqua che già caratterizzavano il secondo capitolo sulla precedente generazione di console. Nonostante la patch day one fosse applicata sulla versione Xbox One, quella da noi testata, abbiamo riscontrato diversi bug come compenetrazioni o altro - nulla che vada ad inficiare la fruizione del titolo - e soprattutto un frame rate spesso inferiore ai 30 fotogrammi al secondo, con cali piuttosto vistosi in alcune situazioni come all'interno della cattedrale di Notre Dame, magari in presenza di diverse fonti di luce. Davvero un peccato non avere una fluidità sempre buona, una nostra rapida occhiata alla versione PlayStation 4 ci ha fatto apprezzare dei cali simili negli stessi punti, ma ci riserviamo di provarla maggiormente nel dettaglio. Il doppiaggio italiano fa il suo onesto lavoro ed è ottimo nei testi, le voci dei passanti rimangono in francese mentre la colonna sonora ha meno personalità che in passato ma accompagna sempre bene quello che sta succedendo.

Un fumogeno è per sempre

Arriviamo finalmente al cuore pulsante della produzione Ubisoft, che in questo capitolo vede alcune modifiche atte a migliorare il sistema di controllo e renderlo più contestualizzato a cosa accade su schermo: quando ci si trova a correre con il trigger destro (RT) e si incontra un ostacolo, adesso è possibile premere il tasto B per saltarlo a piè pari senza incorrere in animazioni di scalata, in maniera tale da non rallentare la corsa e renderla più fluida. La stessa combinazione è molto utile quando si deve scendere da un edificio e in generale da una posizione sopraelevata: tenendo premuti RT + B ci si cala verso il basso senza particolari interruzioni, anche se la telecamera qualche volta fa le bizze e va riposizionata manualmente. Tutto il resto è affidato al classico controllo con l'analogico sinistro e alla combinazione di RT + A; fatta la dovuta pratica queste novità ben si sposano con la ritrovata verticalità della mappa di gioco dopo i precedenti due capitoli, all'interno della Parigi di fine 1700.

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Tali modifiche però hanno portato in dono anche alcune problematiche, perché il sistema "impazzisce" talvolta in presenza di passaggi o ostacoli al limite in termini di altezza o posizionamento: entrare in una finestra di in un edificio può rivelarsi un incubo e compromettere alcune (per fortuna poche) missioni di fuga o infiltrazione, i movimenti di conseguenza di Arno possono risultare egualmente un po' più macchinosi. Abbiamo accennato alla componente stealth/infiltrazione perché è in realtà parte importante delle missioni presenti all'interno del gioco, e modificata rispetto al passato. Con LT ci si può mettere in posizione ribassata, con A "attaccarsi" alle coperture: quando i nemici sono insospettiti visualizzano innanzitutto un punto esclamativo arancione, poi eventualmente quello rosso quando scoperti del tutto. Nel primo caso bisogna fuggire rapidamente dal loro campo visivo, lasciando letteralmente un'ologramma bianco che sta ad indicare l'ultima posizione nella quale siamo stati visti. Se si è abbastanza veloci è quindi possibile seminarli, oppure appostarsi nelle vicinanze per ammazzarli a freddo da una copertura. La struttura che ruota attorno ad Arno Dorian prevede un bel po' di personalizzazione, quasi da RPG, supportata da sistema di valute piuttosto complesso perlomeno al primo approccio. Abbiamo il denaro ottenuto dalle missioni e dagli scrigni, che permette di acquistare gadget, vestiti, ma anche armi di svariato tipo ed equipaggiamento per capo, avambracci, petto, cintura, gambe. Ogni oggetto è composto da quattro valori dedicati ad esempio alla salute, agli attacchi a distanza, al corpo a corpo e alla furtività; con i Punti Credo, che si ottengono in seguito ad uccisioni o abilità atletiche di un certo stile, è possibile potenziare le armi e armature con dei perk aggiuntivi; con i Punti Sincronizzazione, che si ottengono al completamento di ogni missione, si comprano nuove abilità per il protagonista principale, come la maestria con le armi o l'abilità di scassinare porte e scrigni. In realtà esiste una quarta valuta, denominata Crediti Helix, che permette di "violare" il sistema per ottenere subito equipaggiamento oppure oggetti per il coop, il suo accumulo naturale è piuttosto limitato e rappresenta in pratica la valuta "premium" da acquistare con i soldi veri: noi in pratica non ne abbiamo mai sentito il bisogno, a causa di uno sbilanciamento a favore del protagonista principale che illustreremo più avanti nella recensione.
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Ogni oggetto è classificato secondo un grado da va uno a cinque pallini; la combinazione di armi ed equipaggiamento restituisce tale grado anche per Arno e permette di avere un riferimento per la difficoltà delle missioni, che viene indicata seguendo lo stesso sistema. Un livello di personalizzazione estetica e funzionale molto elevato, quindi, sul quale siamo sicuri in tanti spenderanno del tempo per migliorare il proprio personaggio utilizzando i gadget e la armi che più si adattano allo stile di gioco. Anche perché il sistema di combattimento ha finalmente subito qualche variazione interessante, almeno sulla carta. Il ritmo degli scontri è stato rallentato e finalmente si viene attaccati realmente da più nemici in contemporanea, secondo un'evoluzione che si avvicina al sistema di Batman, anche se non con la stessa precisione. Il momento in cui può essere eseguita la parata migliore (col tasto B) viene indicato sulla testa dell'avversario con una barra gialla, quelli più coriacei e dotati magari di armi pesanti necessitano invece della schivata con il tasto A: effettivamente quando si viene sopraffatti da molti nemici è molto dura uscirne indenni, perlomeno sul piano puramente del combattimento all'arma bianca. Questo perché tali interessanti premesse purtroppo si scontrano con un bilanciamento ampiamente rivedibile e con mancanze dell'intelligenza artificiale mai come questa volta messe in risalto dalle tipologie di missioni disponibili. Andiamo con ordine, in Assassin's Creed Unity ci sono un bel po' di compiti che richiedono l'infiltrazione e l'uccisione di un particolare personaggio, in edifici magari stracolmi di nemici e di campane che possono utilizzare per richiamarne di ulteriori. Ebbene, soprattutto nelle missioni al chiuso è davvero troppo semplice "fregare" l'intelligenza artificiale, e assistere a situazioni al limite del comico. In un gioco come Unity non chiediamo assolutamente il realismo, sia ben chiaro, ma nemmeno la possibilità di uccidere nemici semplicemente stando accovacciati e passandoci di fianco, mentre quelli nella stanza accanto non si accorgono di nulla e nemmeno a pochi metri di distanza. Peggio ancora quando ci si trova con tanti personaggi non giocanti che cominciano a correre urlando, e nessuna guardia lì vicino si insospettisce su cosa sta succedendo.
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Di esempi del genere ce ne sarebbero da fare molti altri: basta cambiare semplicemente piano e scoprire come spesso nessuno ti segua, senza contare che in più di un'occasione ci vuole poco per trovare il modo di eliminare bersagli importanti in pochi minuti (addirittura pochi istanti), quando invece nella missione viene presentato come ostico, difficile da raggiungere e ben nascosto in edifici enormi. Poco dopo aver cominciato a potenziare Arno e ottenuto i primi gadget, compresa l'infame bomba fumogena, anche il combattimento va un po' a farsi benedire: in occasione di scontri con tanti nemici la propria arma è piuttosto sgravata, nei casi in cui bisogna fuggire è piuttosto semplice farlo e se non contenti basta lanciare qualche bomba fumogena per ammazzare un gran numero di nemici nel frattempo senza colpo ferire, portando addirittura a favorire questa strategia anziché perdere troppo tempo nel cercare di non essere scoperti. La realtà è che l'intelligenza artificiale non è cambiata o peggiorata rispetto ai precedenti capitoli, cosa che già di per se può essere considerata un difetto, ma le sue mancanze vengono amplificate dalla scelta di proporre molte missioni di infiltrazione che si scontrano con i numerosi difetti che abbiamo elencato poche righe più sopra, e che non prevedono penalizzazioni di sorta che forse avrebbero mitigato questa ricerca verso la via più facile per completare la missione proposta. Ci sono delle sfide che suggeriscono un approccio più ragionato, ma portarle a termine non da particolari benefici e anche la raccolta soldi in poche ore risulta facile, ma ci torneremo su a breve.

Un mare di opportunità

Il piatto ricco di Assassin's Creed Unity è in realtà rappresentato dalla quantità impressionante di cose che è possibile fare all'interno del gioco, perfette in chiave divertimento e lontane dai tempi nei quali erano tutte identiche tra loro e in taluni casi nemmeno piacevoli da affrontare. L'avventura principale si dipana attraverso un totale di dodici sequenze, ognuna delle quali composta da due o tre ricordi, con quello finale solitamente più elaborato degli altri. Proprio queste ultime missioni sono quelle meglio realizzate, perché il gioco mette a disposizione diverse maniere per portarle a termine, con alcune condizioni opzionali che magari possono aiutare nel completamento o per la fuga successiva. Facciamo un paio di esempi: alla fine della terza sequenza bisogna assassinare un tale personaggio che si trova all'interno della cattedrale di Notre Dame, e poi ovviamente dileguarsi. La cattedrale è ben sorvegliata, e all'inizio della missione si può scegliere se seguire due guardie di ronda all'esterno, rubando loro una chiave necessaria ad entrare, oppure provare sul lato destro sfruttando il percorso di un prete che deve eseguire la messa. Oppure ancora, farsi largo nell'entrata principale, a costo di numerosi scontri all'arma bianca. All'interno dell'edificio si hanno diverse soluzioni, come ammazzare il bersaglio dall'alto, se si è bravi, oppure aspettare che vada all'interno del confessionale dove attende un incontro con un'altra persona. Tale confessionale diviene disponibile se si è eliminata in precedenza, e permette quindi di calarsi comodamente dall'alto, entrare e ammazzare senza allertare le guardie lì attorno. In un'altra missione bisogna dirigersi in alcune catacombe, e qualora si decida di aiutare i rifugiati alle prese con le guardie, si riveleranno utili durante la fuga successiva. In generale i ricordi principali di ogni sequenza sono ben congegnati, vari e divertenti, fatti salvi i buchi di intelligenza artificiale e bilanciamento già elencati che invalidano alcune missioni e ci hanno permesso in un paio di casi addirittura di portarle a termine in pochi istanti. La narrazione come detto non lascia il segno e Arno Dorian sembra una versione meno riuscita di Ezio Auditore, alcuni personaggi sono forzatamente inseriti per sfruttare il periodo storico e laddove Parigi è viva e pullula di situazioni che richiamano la Prima Rivoluzione Francese, gli sviluppatori non sono riusciti a catapultarci per davvero in questo periodo storico. La causa è la mancanza di missioni che fanno prendere parte attiva nei momenti più importanti del periodo, ma che sono solo raccontate nello sfondo senza emozionare e coinvolgere dal punto di vista visivo e di quello del gameplay, come accadeva invece nel terzo capitolo con la rivoluzione americana.

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Innestate tra una sequenza e l'altra ci sono alcune fratture temporali che rappresentano l'instabilità del sistema di simulazione Helix, durante le quali Arno viene catapultato in un altro periodo storico e deve attraversare il relativo ponte temporale per tornare indietro. Nella prima, ad esempio, si viene catapultati a fine 1800 con lo sfondo di una bellissima Tour Eiffel appena costruita: bisogna uscire indenni nel mentre di una tempesta e trovare l'uscita scalando una Statua della Libertà (!) appena costruita e non ancora consegnata agli americani. Ad ogni frattura completata si sbloccano missioni di raccolta dati al suo interno nelle quali bisogna salvare alcuni assassini egualmente intrappolati, una sorta di corsa contro il tempo molto piacevole con tanto di classifica online. Le fratture ad ogni modo rappresentano solo la punta dell'iceberg di quello che il gioco ha da offrire in termini di cose da fare: abbiamo infatti le Storie di Parigi, missioni legate a personaggi più o meno famosi che se da un lato non si inventano nulla come gameplay, dall'altro permettono di approfondire tali personaggi ed il setting storico, in maniera sempre immediata e divertente. E ancora, le missioni Furto possono essere giocate anche in coppia per recuperare oggetti specifici, gli eventi di folla su strada tutti uguali ma rapidi da affrontare, gli enigmi di Nostradamus che permettono di accedere ad un'armatura parecchio figa seguendo alcuni indizi e trovando simboli nascosti grazie all'occhio dell'aquila; questi ultimi sono in realtà semi-impossibili a meno di non conoscere alla perfezione Parigi, munirsi di una guida oppure usare i Crediti Helix (quelli Premium) per renderli visibili (non precisamente) sulla mappa. Pensate che abbiamo finito? Jamais! Il Caffè Theatre rappresenta la proprietà da crescere e curare per ottenere guadagni monetari del tempo, ed è semplicemente spiazzante all'inizio per la quantità enorme di cose da fare al suo interno. La rendita aumenta innanzitutto restaurando alcuni locali e club sparsi per la mappa di gioco, che sbloccano tra l'altro ulteriori missioni specifiche; ci sono poi lettere da leggere, la sala dei trofei, la stanza degli antenati, la palestra per allenarsi e chi ne ha più ne metta. La gestione del Caffè Theatre è vitale per ottenere fondi tesi all'acquisto di equipaggiamento migliore, ma come da tradizione per la serie se ci si impegna subito a fare tutto il risultato è quello di diventare ricchi prima del tempo, avendo ulteriore vita facile. Dirigendosi al primo piano sotto terra c'è la parte dedicata ai Club, fino ad un massimo di 50 persone, che permette di accedere a sfide, premi, classifiche e alcuni tipi di equipaggiamento peculiari.
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Dulcis in fundo, la modalità cooperativa: novità di questo capitolo che va sostituire il multiplayer dei precedenti. Come detto è possibile giocare in due nelle missioni Furto, sulla mappa invece è possibile scorgere alcune icone dedicate proprio al coop, fino ad un massimo di quattro giocatori tra gli amici oppure in partita pubblica. Noi ne abbiamo provate diverse assieme ai giornalisti presenti, in una ad esempio c'era Napoleone sulla sua carrozza che doveva raggiungere un determinato punto, e assieme ai compagni di ventura ci siamo assicurati di eliminare i fucilieri cecchini presenti su entrambi i lati della strada, con la possibilità di resuscitare un compagno o essere resuscitati nella sventurata situazione di essere uccisi. Le missioni coop seguono questo tipo di impostazione, obiettivi multipli che richiedono collaborazione per portare a termine la missione, darsi una mano a vicenda nelle situazioni più critiche e quindi ottenere ricompense in termini di denaro e obiettivi. Questa modalità segue le fortune alterne di tutto il resto del gioco: è ancora un tassello a favore di varietà e longevità, soffre nel momento in cui si utilizzano i gadget o si tramutano in combattimenti facili da affrontare anziché in maniera silenziosa. Assolutamente interessante è invece la possibilità di girare la mappa in free roaming fino a quattro giocatori, cosa che ad esempio permette di dedicarsi in compagnia alla caccia di collezionabili, riducendo il tempo speso a trovarli tutti. Abbiamo portato a termine Assassin's Creed Unity in circa 13 ore, con il 40% delle attività svolte e il 68% delle sfide legate alla storia principale, dopodiché abbiamo dedicato altro tempo per completare ulteriori missioni coop e secondarie, raccogliendo collezionabili a spron battente. Realisticamente è possibile completare la storia tra le 12 e le 15 ore, che possono tranquillamente raddoppiare dedicandosi a tutta la mole di cose che il gioco ha da offrire. Assassin's Creed Unity - Videorecensione
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Pro

  • Quantità impressionante di missioni e cose da fare
  • Divertimento e varietà sono assicurati dal gameplay
  • Parigi è realizzata in maniera splendida, anche negli interni

Contro

  • La fluidità lascia spesso a desiderare
  • Lo sbilanciamento e i gadget riducono di molto il livello di sfida
  • La struttura delle missioni mette ancora più in risalto le numerose mancanze dell'Intelligenza Artificiale

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