- Anno: 2013
- Durata: 108'
- Distribuzione: Cinecittà Luce
- Genere: Drammatico
- Nazionalita: Italia, Brasile, Portogallo
- Regia: Vicente Ferraz
- Data di uscita: 23-April-2015
Esce nelle sale italiane il 23 aprile il film del regista brasiliano Vincente Ferraz. Road 47, girato nei territori montani del Friuli Venezia Giulia, riapre un capitolo doloroso della storia mondiale. Lo scenario è quello della Seconda Guerra Mondiale e i protagonisti un gruppo di militari brasiliani della FEB. E’ proprio dalla lacuna nella memoria storica italiana e brasiliana che il film prende forma.
Sinossi: Dicembre 1944. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sull’appennino Tosco Emiliano, un gruppo di genieri della FEB, inesperti e a disagio nel gelo europeo, tenta nottetempo di neutralizzare uno dei numerosi campi minati tedeschi lungo la linea gotica: ma una mina esplode, uccidendo due dei loro, e il reparto, preso dal panico, si disperde nella terra di nessuno. Comincia così un viaggio in mezzo alla neve, in cui cinque sbandati incontrano una postazione avanzata americana misteriosamente abbandonata, un corrispondente di guerra brasiliano, un soldato repubblichino che ha disertato e cerca di raggiungere la sua famiglia nella fattoria vicina, una pattuglia tedesca e un sergente tedesco che afferma a sua volta di voler disertare. Soprattutto incontrano il campo minato che ha impedito ai carri americani di raggiungere il paese liberato dai partigiani e sotto la minaccia di un contrattacco tedesco. Riusciranno a riscattarsi?
Recensione: Si sa la storia spesso non viene nemmeno raccontata sui libri e allora la memoria di alcuni fatti si perde e finisce per essere dimenticata. Questo è avvenuto all’argomento trattato da Vincente Ferraz. Quanti o chi si ricorda che durante la Seconda Guerra Mondiale anche il Brasile ha combattuto per la liberazione dell’Italia, pochi o forse nessuno. Invece fu proprio così: giovani brasiliani della federazione militare brasiliana furono inviati a combattere una guerra non loro, in un territorio sconosciuto e ricco di pericoli. Il film preciso come un documentario, senza alcun scossone alla regia, è un buon osservatore. Preferisce narrare i moti psicologici dei protagonisti che entrano in conflitto con l’ambiente circostante, terribilmente bianco e statico, carico di un silenzio che sa di paura e attesa. Una guerra che ognuno combatte per un diverso motivo, quel motivo che infine spinge il gruppo a liberare la strada 47.
Degli anti eroi, così il regista presenta i cinque personaggi principali, non hanno certo il coraggio degli eroi né tantomeno la prontezza, hanno paura e voglia di tornare a casa, sono disertori o solo alla ricerca di qualche notizia da spiattellare in prima pagina. Eppure questi anti eroi finiscono per essere i veri eroi dimenticati dalla storia, come purtroppo spesso accade. Sono persone comuni e ciò porta lo spettatore a sentirsi molto vicino a loro, ai loro pensieri, alle loro emozioni. La grande storia raccontata dagli occhi dei piccoli, da chi c’era e da chi questa storia l’ha scritta.
Road 47 non è il solito film di guerra dove tutto si risolve a qualche sparatoria, è più introspettivo e capace di raccontare con semplici parole un dramma collettivo. Un film che non perde mai la sua identità e lo fa senza scadere nel melodrammatico o nello strappalacrime. Road 47 è un atto di coraggio nel ricordo di chi c’era.
Alessandra Balla