Roba da gatti. Missing Fufola.

Da Suster
Fufola è scomparsa. A me la responsabilità di questo, tanto per fare una citazione infelice.
E' andata così:
- Suster, Fufola è in calore. Posso portare Panza a casa di Se' per farli trombare?
- Mmh... e perchè Panza e non Zorro, scusa?
- Perchè Panza mi sembra più bisognoso.
- Ma vedi che ha un soffio al cuore! E se poi i gattini nascono tutti difettosi? E se poi viene stroncato da un infarto durante l'atto?
- Allora porto Zorro?
- Mmh... e va bene: porta Panza. Ma... è che lui è così fifone! Secondo me si stranisce: non conosce la casa, non conosce le persone. Vedrai che non combina niente. Ma scusa perché non porti lei qui? Così se la sbrigano tra di loro, e fai scegliere lei. A te piacerebbe se ti facessero accoppiare con uno che non hai mai visto né conosciuto, se te lo portassero in casa al solo scopo di copula, senza neanche avere possibilità di alternativa?
- Beh, dipende... se fossi una gatta, se mi portassero Panza sarei contenta! E' che qui ho paura che scappi, e poi non conosce la zona e non torna più.
- Seeeeee! Ma dai! E' una gatta! E poi ce l'hai già portata un sacco di volte quando era piccola. Vedrai che qui starà benissimo! Va be', fai come vuoi, che se poi succede qualcosa non mi voglio sentire responsabile.
Ecco, appunto.
La scema di gatta è andata via. E non vi dico i pianti della Master!
Neanche a dirlo, non v'è stato accoppiamento alcuno. Il mio gattume è troppo rimbecillito e non ci sa fa' col gentil sesso.
Lei è rimasta appiattata sotto al letto per un giorno, soffiando al malcapitato di turno tra i due che si trovava a passare di là. Poi ha iniziato a gironzolare per casa e sembrava acclimatata, noi abbiamo allentato la guardia ed ecco qua.
Dopo due giorni Suster esce sul far della mezzanotte per... ecco, se ora ve lo dico passo per la maniaca ossessiva di turno. Ebbene: uscivo per andare a buttare la spazzatura nella raccolta differenziata (a mezzanotte?! Sì perché in previsione del fatto che poi l'indomani, ossia oggi, io e pupa saremmo partite, e rimaste lontane da casa per circa una settimana, volevo evitare di ritrovarmi la spazzatura tale e quale al mio ritorno, in giacenza sul terrazzo tra sciami di formiche e moscerini, con la sua brava pozza di liquame ormai solidificata sulle piastrelle, che per lavarla ci devi andare di acido muriatico, spazzolone e tanto acido lattico nelle braccia. Volevo altresì evitare che nell'organico finissero cicche di sigarette clandestine, nella plastica-vetro-lattine si intrufolassero indesiderate bucce di banana e pacchetti di sigarette vuoti, che nella carta e cartone si accumulassero scottex unti, malgrado le continue delucidazioni da me dispensate sulla modalità di differenziazione. Ma lasciamo stare le mie paranoie ambientaliste e maniacali, che questa parentesi è già fin troppo lunga, e io non sto a guardare le manie altrui, non vedo perché devo giustificare le mie! Ma chi ti ha detto niente, a Suster! Ok, la smetto).
Dunque me ne tornavo verso casa, che ci avevo ancora da preparare il bagaglio per me e la pupa e non so che altri preparativi improrogabili, quando noto un drappello di giuovani assiepati a lato strada-dissestata, ossia quella in cui abitano i nostri eroi.
- Cosa c'è?
Si informa, a costo di passare per l'acida inquilina sospettosa nei confronti di eventuali visitatori malintenzionati.
- Un riccio.
Rispondono.
- Ah, scusate se mi sono intromessa, ma abbiamo perso un gatto.
- Un gatto come?
- Piccolina, rossa bianca e nera.
- Ma è lì, sotto quella macchina.
Fanno i giuovani.
Che culo! Vedi buttare la spazzatura nottetempo serve a qualcosa.
E lì è cominciata l'epopea di cattura della gatta psicopatica di Master.
- Fufolaaaa. Fufolinaaa. Qui Fufi!
Ma Fufi non si muove di un millimetro: sembra sotto shock, è perfettamente immobile, accovacciata sotto l'auto, esattamente al centro dell'area da essa occupata, occhio vitreo e sguardo perso nel vuoto.
Oddio, mi è svalvolata la gatta. Penso.
Mi stendo praticamente panza sotto e tento di arrivare fino a lei. Niente da fare.
Vado a prendere la busta del cibo e tento di attirarla con le lusinghe della gola.
Non funziona. La gatta è apatica e non dà segno di reazione alcuna.
Faccio per ritirare la mano, e nel farlo sfioro una foglia secca in terra che fruscia.
Quella scatta con la zampa come una molla, mi artiglia la mano.
Figlia di una cagna!
Ok, ho trovato lo stimolo: la faccio giocare un poco ancora con la foglia e poi, al momento buono, appena si sporge un pochino di più con la zampetta... zac! Come cacciatrice di gatti, modestamente, ho un certo glorioso passato (sì: di verdure!).
Comunque ce l'ho: l'ho presa, e ora mi sto avviando verso casa con lei sotto il braccio, la busta dei croccantini nell'altra mano.
Com'era il proverbio?
Non dire gatto finché...
La figlia di una cagna, giunti a metà strada, sul vialetto di ghiaia, scatta come se l'avesse punta la tarantola, mi artiglia ovunque: pancia, mani, braccia, gola.
Ma li morté!
Suster non molla, se pure barcolla. Alla fine atterra l'avversaria, la blocca al suolo con la mano, mentre quella lancia urla come se la stessero scuoiando, che si affaccia pure Lia, la mia vicina del piano terra, alla finestra, che mica era la gatta ad essere stata aggredita, ero io, che mi stava dilaniando carni e tessuti epidermici azzannandomi con ferocia, e io pensavo: se la mollo ora col cavolo che si fa ripigliare.
- Cosa fai? Ciao. Come stai? Tutto bene?
Mi chiede intanto Lia, che ha deciso di uscire di casa a controllare che tutto fosse a posto, e vedendomi lì a terra a combattere con la belva assatanata non trova di meglio da dirmi della sua frase standard sfoderata 24 volte al giorno ad ogni nostro incontro vialetto-finestra del piano terra,e a volte anche più di una volta nel corso dello stesso incontro. Lia è così: preme play e parte il come-stai-cosa-fai-tutto-bene.
- Lia, per favore, puoi andare su a casa nostra e farti dare da Hasuna il trasportino della gatta?
Riesco a proferire mentre quella mi scuoia la mano tra agghiaccianti urla demoniache, e io tento disperatamente di mantenere la presa come Hulk Hogan mentre l'arbitro conta fino a dieci.
Ma la presa non tiene il tempo necessario a permettere alla corpulenta Lia di salire le tre rampe di scale, rintracciare l'oggetto, e tornarsene da basso con esso.
Una distrazione mia e la Fufola è persa per sempre. O almeno per stanotte.
La vedo schizzare via come una lepre pazza e sparire nell'oscurità delle fratte che delimitano i margini del giardino.
La mia mano, il mio braccio, e parte della mia panza (l'emisfero destro, per la precisione) sembra siano stati presi in prestito da un cartografo per tracciarvi sopra la rappresentazione grafica del sistema idrografico groenlandese.
La gatta è ancora dispersa.
Ho una teoria in proposito: la vedremo tornare presto a cose fatte, e il padre non sarà né Panza né Zorro, ma Mister Vattelappesca.
Cara Fufola, te la sei tanto presa perché avevi capito che ti avrei chiusa in casa impedendoti di realizzare lo scopo che ti eri prefissa? C'era bisogno di fare tutto questo casino? Abbiamo svegliato mezzo quartiere, e sarò passata per una sadica seviziatrice di gatti indifesi. Quindi sbrigati a trovare un degno inseminatore, e facciamola finita.
(Diciamo che mi stai pure un po' sulle palle perché ti permetti di schifare i miei gatti quali possibili partner riproduttori. Non sai cosa ti perdi!)
Questo post contribuisce alla rubrica del martedì "Roba da gatti".Scusate il ritardo di quest'oggi, ma ci si è messo di mezzo un trasferimento di sede con pupa a seguito.Chi volesse, comunque partecipare segnalandomi il suo post, lo può fare qui.
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