La ricerca di una casa per riconquistare la vita: Roba da matti, il film ispirato ad una storia vera: quella di Casamatta. Nelle sale italiane da Aprile.
Il folle è solamente un malato, oppure un uomo con tutte le sue necessità. Trattato come uomo, il folle non presenta più una “malattia”, ma una “crisi”, una crisi vitale, esistenziale, sociale, familiare…
Recuperare il senso profondo della vita e migliorare la qualità dello stare al mondo di ogni singola persona, pur di fronte alla sofferenza di esistere: dovrebbero essere queste, oggi, le priorità della psichiatria e della politica, riflettendo a più di trent’anni dall’approvazione della celebre Legge 180, ben più nota come “Legge Basaglia”. Salute mentale e non più malattia mentale: è questa la svolta impressa dalla tanto discussa Legge 180, che fu approvata il 13 maggio 1978, dal Parlamento italiano.
Una legge rivoluzionaria che attraverso nuove regole per il trattamento e la cura delle malattie mentali voleva porre fine ai manicomi tanto combattuti da Franco Basaglia, direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia prima e Trieste poi.
Lo stato delle cose conferma che c’è ancora tanto da fare nel nostro Paese per il pieno riconoscimento del diritto, per tutti, alla salute mentale e per il pieno rispetto dei diritti umani delle persone più fragili.
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Roba da matti racconta la storia di Casamatta, una residenza socio assistenziale a Quartu Sant’Elena (Sardegna) in cui vivono otto persone con disagio mentale. Col sostegno costante degli operatori si vive una vita normale in una casa speciale. Una struttura considerata all’avanguardia nel panorama italiano e mondiale, un luogo dove le persone con sofferenza mentale possono aspirare a ricostruirsi una vita.
Purtroppo la casa, dopo 17 anni di attività, rischia di chiudere. L’associazione che la gestisce non riesce più a far fronte alle spese, il contratto d’affitto è in scadenza e il proprietario non intende rinnovarlo.
È un momento molto difficile, ma Gisella Trincas, presidente dell’associazione Asarp Casamatta e sorella di una delle ospiti, è una donna tenace. Sostenuta dagli altri familiari, affronta le difficoltà ed è fermamente decisa a trovare una soluzione…
Così il regista Enrico Pitzianti racconta la genesi di questo film:
Una sera del luglio 2009 mi chiamò Gisella Trincas dicendomi che Casamatta doveva chiudere, non c’erano più i presupposti perché la casa potesse restare aperta; inoltre il proprietario le aveva appena comunicato che non avrebbe più rinnovato il contratto d’affitto. Di conseguenza anche il nostro progetto cinematografico, che raccontava la storia di Casamatta, probabilmente non aveva più senso. Ricordo che provai una sensazione di profonda amarezza e scoramento. Le dissi che non mi sembrava giusto che un’esperienza così importante, durata 15 anni, morisse senza una testimonianza di ciò che era stato fatto. Le chiesi di poter documentare la vita della casa, mi sembrava un atto moralmente doveroso. Si prese 24 ore di tempo e il giorno dopo mi chiamò dicendosi disponibile a questa esperienza. Nella nostra società si tende a nascondere una certa condizione, soprattutto quando si tratta del disagio mentale. Non era semplice consentire a una persona di entrare con la telecamera in una casa per sofferenti psichici e farla vivere con loro, per alcuni mesi, come io le avevo chiesto. Così è stato, così è nato Roba da matti, ed io sono diventato parte della casa e della loro vita, e loro parte di me…
Preceduto da alcune anteprima in Sardegna, il film uscirà nelle sale da venerdi 20 aprile
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