Robert Kirkman
Alcuni giorni fa vi ho riportato alcune interessanti dichiarazioni di Matt Fraction (cliccate QUI per leggerle) riguardo i fumetti moderni e la necessità di percorrere nuove e più efficaci strade narrative (anche ispirandosi a quelle vecchie, senza dimenticarsi, però, che in questi anni il fumetto ha cambiato stile narrativo e linguaggio e, dunque, adeguandosi ai tempi) per attirare nuovi lettori. Oggi continuo ad approfondire questo argomento, che potrebbe rivelarsi importante fonte di discussione tra gli sceneggiatori statunitensi per trovare soluzioni che spingano il fumetto fuori dalla crisi in cui attualmente versa, riportando uno stralcio da una intervista rilasciata da Robert Kirkman a CBR. Anche Kirkman parla di svecchiare i comics cominciando a prendersi gioco soprattutto dei cliché più abusati da questo medium, trucchetti utili per risollevare momentaneamente le vendite di una testata ma che, inevitabilmente, annoiano il lettore.
Le dichiarazioni riguardano, in particolar modo, il numero 100 della serie Invincible e gli eventi che vengono narrati su quelle pagine. Quello che leggerete tra poche righe, dunque, conterrà degli spoiler... continuate a leggere a vostro rischio e pericolo :o)
teaser che pubblicizza la storyline
The Death of Everyone
"Con Invincible mi piace giocare con tutti i più comuni cliché dei comics. E' stato il nostro leit motiv negli ultimi sei o sette anni. Credo che i lettori abbiano sviluppato una certa stanchezza - o almeno, in qualità di appassionato, a me è capitato - riguardo tutto quello che ha a che fare con situazioni del tipo "Hey, il personaggio principale sta per morire e noi dobbiamo trascorrere i prossimi sei mesi in balia dell'ufficio marketing per via del fatto che il personaggio principale sta per morire e poi alla fine di questa storia il personaggio principale morirà ed è ciò di cui abbiamo parlato per sei mesi e fra sei mesi sarà riportato indietro", tutto ciò sta assumendo un che di ridicolo.
la morte di Invincible?
Ho pensato che sarebbe stato davvero divertente e che avrebbe rappresentato un modo diverso di affrontare la cosa, se avessi compiuto l'operazione di marketing e avessi fatto credere a tutti che il personaggio principale morisse e, successivamente, lo avrei fatto morire davvero - ma anziché aspettare sei mesi, lo avrei riportato indietro esattamente nello stesso albo, in modo che il personaggio non sia morto del tutto.Ciò che avevo intenzione di dimostrare - e credo che tocchi agli appassionati giudicare se abbia funzionato o meno, e forse non lo ha fatto - è che è possibile realizzare un albo nel quale accadono dei cambiamenti monumentali senza uccidere il protagonista o fare qualcosa di estremamente drastico. Proviamo a raccontare una storia interessante, proviamo a fare qualcosa di diverso con i personaggi. Uccidere i personaggi e poi riportarli indietro è un trucco utilizzato troppo spesso, nei fumetti di supereroi, come stampella per supportare le serie. Credo che sia molto più divertente giocare con questi cliché."